Paolo Cognetti (da http://www.rivieramagazine.it/wp-content/uploads/2017/07/paolo-cognetti.jpg

Abbiamo chiesto a Paolo Cognetti, vincitore della LXXI edizione del Premio Strega – 2017 – con il romanzo “Le otto montagne” (Einaudi), di consegnarci un messaggio rivolto ai ragazzi in occasione del lancio della campagna di tesseramento all’Anpi. Ecco il messaggio, ed ecco come si è qualificato in firma: Paolo Cognetti, Anpi Bovisa, Milano. Grazie Paolo!

G.P.

 

Cari ragazzi,

stanno morendo gli ultimi partigiani. Sono passati 75 anni da quando, in Italia, ragazzi e ragazze della vostra età decisero di rivoltarsi contro il fascismo sotto cui erano nati e cresciuti. Erano simili a voi nei volti, nei corpi, negli amori, nelle passioni, ma avevano sperimentato sulla propria pelle che cosa significa vivere in una dittatura, subire leggi ingiuste, essere derubati di libertà e giovinezza e mandati a morire in guerre di aggressione verso altri popoli. Quando nel 1943 presero la via della montagna furono chiamati partigiani, che significa battersi per propria scelta e non per forza, non per invadere ma per difendersi da un’invasione, e la loro fu chiamata Resistenza: il movimento che portò alla Liberazione dal fascismo e dal nazismo e che festeggiamo ancora oggi, ogni 25 aprile. Altri partigiani non combatterono in montagna ma nelle fabbriche, nelle carceri, nei campi di prigionia in giro per l’Europa, senza fucili e bombe a mano ma resistendo con le loro azioni e con le loro idee.

Ora quei ragazzi sono tutti scomparsi o quasi. Non ci sono più loro a raccontarci cos’è stato il fascismo e cos’è stata la guerra. Scompare con gli ultimi testimoni la memoria diretta di ciò che l’Italia ha vissuto: è un passaggio difficile, molto pericoloso, perché di solito è proprio questo il momento in cui l’umanità dimentica i suoi errori, e li ripete. Allora generazioni come la nostra, cresciute nella pace che altri hanno conquistato, cominciano a coltivare il germe di nuove violenze e tirannie.

Perciò a noi, che apparteniamo alla generazione che dimentica, tocca il dovere di ricordare. Leggiamo i libri di quei padri, di Calvino, Pavese, Fenoglio, di Natalia Ginzburg, Primo Levi, Rigoni Stern. Festeggiamo il 25 aprile come il giorno più bello, leggiamo i nomi dei partigiani sulle targhe dei nostri quartieri, facciamoci raccontare la loro storia, fermiamoci a dedicare a ognuno un pensiero e un fiore. Teniamo altissima la guardia verso il fascismo che ricompare in forma di razzismo, disuguaglianza sociale, violenza sulle donne, oblio di ciò che è stato. Mostriamo che siamo in grado di raccogliere il testimone con parole, idee, azioni, e facciamo di noi stessi i nuovi partigiani.

Un abbraccio, Resistenza sempre.

Paolo Cognetti – Anpi Bovisa, Milano