Un’immagine del blitz intimidatorio di Forza Nuova sotto la sede nazionale dell’Anpi, a Roma, l’8 dicembre 2018.

Negli ultimi anni si è assistito al progressivo incremento dell’uso dei social network da parte di una pluralità di movimenti, gruppi e organizzazioni che si rifanno a vario titolo ai principi ispiratori del fascismo, nonché a una massiccia mobilitazione dei militanti di estrema destra.

Il fenomeno è stato oggetto di un’inchiesta condotta da questa rivista online inerente all’allarmante proliferare di pagine di dichiarata ispirazione alle ideologie nazifasciste, la cosiddetta galassia nera.

È così emerso un vasto e ramificato sottobosco di gruppi di ultradestra, orbitanti attorno alle due principali organizzazioni, CasaPound Italia (ricordiamo la recentissima inchiesta del periodico dell’Anpi) e Forza Nuova.

Il proliferare su tutto il territorio nazionale di iniziative di chiaro stampo nazifascista ha significativamente rappresentato un panorama estremamente inquietante nel quale le suddette organizzazioni neofasciste hanno compiuto atti intimidatori aggressivi che, in alcuni casi, sono culminati con azioni di chiara marca squadristica culminati con “pestaggi” di giornalisti, di giovani, di antifascisti, di democratici. Inoltre si è assistito e si assiste a un proliferare di manifestazioni e comportamenti apologetici che si rifanno, da un lato alla esaltazione del regime di Mussolini, dall’altro alla produzione di materiale propagandistico (libri, giornali, Facebook, ecc.) che sempre al suddetto regime si richiama.

A sinistra della foto i due ragazzi del Cinema America Occupato aggrediti da militanti di CasaPound (da https://www.democratica.com/focus/aggredito-ragazzi-del-cinema-america-4-identificati/)

In varie parti d’Italia la magistratura ha proceduto alla instaurazione di vari procedimenti penali che hanno a oggetto la contestazione di condotte riferibili alla violazione delle leggi Scelba – Mancino (apologia del fascismo) in relazione alla violazione della XII disposizione di attuazione della Costituzione che vieta in qualunque modo e in qualunque forma la ricostituzione del partito fascista.

L’Anpi, sempre in prima fila nel monitorare i suddetti comportamenti, ha svolto e svolge un ruolo di tutela della Costituzione e delle norme a essa riferibili nella prospettiva di impedire e contrastare i comportamenti dei gruppi che in varie forme si rifanno al passato regime.

In primo luogo, attraverso la mobilitazione dei partigiani, degli antifascisti e dei democratici, si è data risposta sempre condivisa e partecipata a tutte le iniziative portate avanti dai gruppi di destra.

In plurime occasioni le manifestazioni organizzate all’Anpi e dalle altre associazioni antifasciste hanno relegato a un ruolo assolutamente minoritario e ininfluente i tentativi di CasaPound Italia, Forza Nuova ecc. di avere ruolo ed evidenza pubblica.

Purtroppo il proliferare esponenziale di manifestazioni sia individuali che collettive aventi riferimento all’esaltazione del fascismo hanno convinto la nostra associazione a valutare anche come fosse necessario, da un punto di vista generale, procedere a rappresentare anche all’autorità giudiziaria i significativi pericoli di organizzazione di una destra finalizzata, nei fatti, a porre i presupposti per la riorganizzazione di forme strutturalmente e culturalmente riferentesi al partito fascista.

Da ciò nasce la scelta di intraprendere un’azione finalizzata a richiedere che l’autorità giudiziaria non soltanto valutasse i singoli episodi sorti in varie parti d’Italia, ma anche considerasse in maniera più strutturata la sussistenza di un più ampio progetto teso a creare i presupposti per la ricostituzione di un partito che riferisce i suoi valori a quelli del fascismo e del nazismo.

Il presupposto si basa anche e soprattutto sui continui atti di prevaricazione e di violenza che vengono posti in essere nei confronti di tutti colori i quali contrastano in una logica democratica e partecipativa i suddetti fenomeni di violenza e prevaricazione.

Va precisato che l’iniziativa giudiziaria non è fine a se stessa né finalizzata, in questa prima fase, alla messa fuorilegge di queste organizzazioni, ma chiede che l’autorità giudiziaria voglia individuare condotte penalmente rilevanti il cui accertamento potrà successivamente portare all’eventuale scioglimento di queste organizzazioni, nelle diverse sigle con cui si firmano.

Il significato è quindi di grande valore politico sia per il coinvolgimento negli accertamenti di Organi costituzionali sia per la forte mobilitazione che – circostanza questa sotto gli occhi di tutti – ha creato nella società civile, nelle organizzazioni anche internazionali, nella stampa tutta.

Riteniamo infatti che presupposto per una battaglia culturale, civile e antifascista sia la rappresentazione in tutte le sedi dei rischi di una involuzione autoritaria di questo Paese.

Sappiamo bene che in un contesto sociale gravemente degradato dalla crisi economica, dal disastro culturale che colpisce soprattutto le nuove generazioni, il proliferare di un uso incontrollato e privo di limiti delle comunicazioni sugli strumenti di diffusione informatica si è persa e va perdendosi la memoria di ciò che è stata la storia di questo Paese e soprattutto quali siano stati i prezzi pagati durante la drammatica epoca del ventennio fascista per uscire da una dittatura cieca, corrotta, violenta e antidemocratica.

Una battaglia politica deve essere portata avanti su molti piani e con tutte le forze disponibili, dobbiamo guardare avanti e cercare di non perdere la rotta: la memoria, la difesa della Costituzione, i valori della democrazia sono fondanti e fanno parte dell’intimo profondo di questo Paese.

All’Anpi spetta la difesa di questi valori.

Emilio Ricci, vicepresidente nazionale Anpi