È una pioggerellina sottile quella che cade su Piazza della Libertà a Budapest, la stessa che accompagnerà parte delle commemorazioni della liberazione del Campo di Mauthausen il giorno seguente.

Come scriveva Antonella De Biasi su Patria (link art del 20 luglio 2017), in Piazza della Libertà (Szabadság tér) si trova il “Memoriale per le vittime dell’occupazione tedesca”, voluto dal primo ministro ungherese per commemorare l’invasione nazista dell’Ungheria e mai inaugurato ufficialmente a causa delle proteste dei cittadini. La raffigurazione dell’arcangelo Gabriele, simbolo dell’Ungheria, soggiogato – innocente – dall’aquila imperiale tedesca, dimentica le colpe del governo dell’ammiraglio Miklós Horthy, dei nazisti ungheresi e del regime delle croci uncinate di Ferenc Szálasi, divenuto primo ministro proprio nel 1944, che ammirava sia l’alleato Hitler che Mussolini. L’ennesimo tentativo di un governo nazionalista di dare la colpa “a qualcun altro”, di autoassolversi cambiando la storia, trovando un capro espiatorio.

È nella stessa piazza, davanti al monumento che commemora i liberatori di Budapest, che si sono dati appuntamento la mattina del 4 maggio i presidenti ed i dirigenti delle Associazioni antifasciste d’Europa, per lanciare ufficialmente il “Manifesto per un voto antifascista” alle prossime elezioni europee. C’è la Fir, la Federazione Internazionale dei Resistenti, cui aderiscono 58 associazioni di ex combattenti nelle forze partigiane, dei perseguitati dai regimi nazifascisti, dei deportati e degli antifascisti di oltre 20 Paesi europei, ci sono i rappresentanti degli Studenti medi della Slovenia, dei partigiani della Carinzia, c’è Itaca “la casa di chi ha lasciato la sua casa”, ong europea che si dedica a tutti i migranti, c’è l’Aned. Ci sono le associazioni partigiane slovena e croata.

E c’è Carla Nespolo, Presidente Nazionale dell’Anpi, c’è Conny Kerth – autrice di uno degli editoriali di questo numero e presidente dell’associazione tedesca dei perseguitati dal regime nazista – e molti altri antifascisti europei, compreso un gruppo di italiani residenti in Ungheria venuti apposta a manifestare il loro sostegno all’iniziativa.

La scelta di Budapest, per lanciare un appello al voto antifascista, anti-populista, antirazzista, ovviamente non è casuale. Due giorni prima la capitale ungherese aveva ospitato un incontro tra il premier Orban e un ministro italiano, venuto a controllare la tenuta del filo spinato del muro anti-migranti, a farsi fotografare in posa plastica – come “il fiero alleato Galeazzo Musolesi”,  uscito dalla geniale penna di Bonvi – con tanto di binocolo e torretta d’avvistamento e, soprattutto, in cerca di sostegno per la sua campagna “prima gli…”, che vorrebbe il rafforzamento del gruppo parlamentare europeo della destra estrema a scapito del Ppe dove, benché sospeso, ancora trova alloggio e protezione il partito del primo ministro ungherese.

A forza di mettere “prima” questo o quello, si rischia di vedersi abbandonati nelle comuni battaglie, perché l’insieme dei nazionalisti è quella strana figura retorica in cui riuscire a far stare assieme quanto di più localista sia possibile pare una sfida. Un ossimoro che è già costato a qualche governo populista la scomunica dei suoi più cari alleati, perché “prima gli Austriaci” e “prima gli Ungheresi” significa innanzitutto occuparsi degli affari dei propri primi, che non è detto coincidano con quelli dei primi del vicino…

Sconfiggere quindi nazionalismi, razzismi, fascismi, nazismi, mai così forti dal dopoguerra ad oggi. Questo il cuore dell’appello che le associazioni di resistenti e antifascisti di tutta Europa lanciano da Budapest. Per un’Europa contraria a qualsiasi forma di discriminazione, che garantisca asilo ai rifugiati e il rispetto dei diritti di tutti, in particolare delle donne e dei fanciulli.

Ma non basta, perché in un lavoro cominciato in occasione del convegno di Roma dello scorso dicembre e proseguito in vari incontri bilaterali e multilaterali, dalla Slovenia a Klagenfurt, a Bruxelles, a Berlino, le associazioni antifasciste hanno realizzato un lavoro di analisi degli errori commessi dall’Unione europea e messo nero su bianco le caratteristiche dell’Europa che vogliamo: quella del lavoro, dell’istruzione, del sostentamento a chi ha bisogno. Un’Europa che si opponga a ogni negazionismo e revisionismo e alla riabilitazione dei nazifascisti; che tuteli i diritti e le culture delle minoranze e sia portatrice di pace e di non ingerenza negli affari degli altri Stati.

Si tratta, in sintesi, di difendere la democrazia e le libertà conquistate col sangue, con la Resistenza e la Liberazione nel 1945, dando vita ad un largo fronte antifascista, democratico e popolare, a difesa dell’Unione europea, nata al confino, in montagna, nei campi di sterminio e oggi minacciata da composito cartello di forze di ispirazione razzista, nazifascista, nazionalista che hanno trovato nelle politiche economiche e nella cultura liberista degli ultimi anni uno straordinario brodo di coltura.

L’aumento delle povertà e la contestuale concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi hanno fatto apparire l’Unione Europea come una delle cause del generale impoverimento, della crescente esclusione sociale, della riduzione dei diritti. L’incapacità della Ue di contrastare le politiche liberiste degli Stati membri ha determinato il rafforzamento delle formazioni nazionaliste, razziste, antisemite, nazifasciste, tanto da portare perfino il Parlamento europeo, nella Risoluzione del 25 ottobre 2018 sull’aumento della violenza neofascista in Europa, ad esprimere “preoccupazioni” per le derive antidemocratiche di alcuni Paesi dell’Unione.

Carla Nespolo con il Presidente ZZ NOB Tit Turnšek (Slovenia) (da https://www.triesteallnews.it/2019/04/06/elezioni-europee-anpi-vogliamo-sconfiggere-leuropa-dei-muri-e-dellodio/)

L’Europa dei nazionalismi allarma, perché nella storia essi hanno sempre condotto alla guerra e per questo il “Manifesto per un voto antifascista” sarà protagonista, in queste settimane che ci separano dalle elezioni, di tante iniziative in Europa e in Italia. Lunga la lista degli appuntamenti, che spaziano dalla piccola Morlanwelz, città natale di Elio Di Rupo , a Bruxelles, dove il 23 maggio – ad urne già aperte nei Paesi Bassi e in Irlanda ed alla vigilia del voto degli italiani all’estero (che voteranno il 24 ed il 25) – ci sarà un’iniziativa cui parteciperanno la presidente nazionale dell’Anpi, Carla Nespolo, in collegamento dall’Italia e vari rappresentanti delle forze democratiche italiane ed europee. In preparazione altri appuntamenti organizzati dalle sezioni Anpi in Europa, tra cui Londra.

Occorre, purtroppo, ricordare a circa 400 milioni di cittadini europei che un ulteriore avanzamento o addirittura la vittoria delle forze di estrema destra alle prossime elezioni europee potrebbe far naufragare l’intero progetto unitario europeo, condannando il continente al declino economico e sociale, alla progressiva cancellazione dei diritti, all’eclisse della democrazia rappresentativa e partecipata. Occorre l’impegno di tutti per non far scivolare l’Unione europea in un baratro di egocentrismi, di personalismi, di vili attacchi a chi è più debole, a chi è straniero nel senso più largo ed etimologico del termine.

Un appello, un invito, un grido d’allarme: “Vota per le elezioni europee, non lasciare che altri scelgano per te”. E “Vota antifascista” perché, come scrive Andrea Camilleri: “Potremmo dire che il fascismo fu una solenne minchiata. Una atroce minchiata. Il fascismo sarebbe stato grottesco, se non fosse stato tragico. Se non avesse comportato la morte di tanti innocenti, ricordo Matteotti e Gramsci solo per fare qualche esempio, il fascismo sarebbe stata solo una buffonata. Purtroppo, invece è stato un evento tragico”.

Filippo Giuffrida, presidente Anpi Belgio e vicepresidente Fir