Il lento processo che sta portando Facebook ed Instagram ad espellere via via i gruppi del suprematismo bianco, del razzismo o, più in generale, dell’uso politico dell’odio ha avuto una recente ricaduta locale con il ban imposto alle due formazioni più in vista del fascismo nostrano, CasaPound Italia e Forza Nuova.
Non è la prima volta che Facebook agisce contro formazioni dell’estrema destra o contro il nostalgismo, ma un’operazione di questa portata — fra l’altro verso partiti che si sono presentati più volte alle elezioni — è per il nostro paese una novità.

Si è parlato di una migrazione di massa verso il social russo VKontakte, porto salvo dell’ultra destra mondiale, ma al momento i gruppi facenti capo a Forza Nuova su VK sono una ventina e quelli di CasaPound meno di dieci. Inoltre VK ha pochissimo pubblico italiano e non può rivestire per queste organizzazioni che una sorta di strumento di comunicazione a “corto raggio”, importante per il dialogo e l’organizzazione con chi già si sente vicino a quei temi, ma non con funzioni di propaganda verso un grande pubblico.
A fronte di centinaia e centinaia di pagine e account perduti su Facebook ci pare che la presenza su VK, per quanto comunque interessante, dimostri che non è questa la risposta con cui l’estrema destra voglia aggirare i problemi di presenza sui social network.

La situazione sembra quindi particolarmente adatta a dare uno sguardo alla Galassia Nera sull’altro social network storico, Twitter.
Quanti account riconducibili a formazioni fasciste e dell’estrema destra italiana agiscono su Twitter? Quali sono le differenze rispetto alla loro (ex-)presenza su Facebook?

Anche in questo caso abbiamo prodotto una mappatura delle relazioni e alcune considerazioni a partire da un’analisi quantitativa.

La mappa delle relazioni

Cliccare sull’immagine per consultare la mappa.

La mappa, analoga a quella realizzata per Facebook, indaga la relazione di “following”: per ogni account relativo all’estrema destra si considerano gli altri account dell’estrema destra che vengono seguiti. Ogni cerchio della mappa corrisponde ad un account, la dimensione indica il numero di followers interni all’estrema destra, il colore sottolinea l’appartenenza politica per alcuni dei gruppi più interessanti e la posizione sulla mappa è realizzata con un metodo che tende ad aggregare quegli insiemi di account fra i quali più intenso è lo scambio relazionale indagato.

È importante notare che anche la relazione indagata, il “following”, è diversa da quella del “like” fra pagine e, a priori, non connotata come relazione positiva: risulta essere più che altro un’attribuzione di rilevanza.
Al contempo la netta partitura (omofilia) dei due gruppi principali suggerisce l’interesse effettivo della relazione indagata.

Un totale di 962 account.
I gruppi che hanno almeno 10 account sono:

Gruppo numero account censiti
CasaPound Italia 321
Forza Nuova 287
Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale 28
Movimento Sociale Fiamma Tricolore 27
Destra Sociale (*) 13
Fronte Verde 12
Generazione Identitaria 10
Lealtà – Azione 10
(*) Destra Sociale, nata da una scissione della Fiamma Tricolore, è adesso un’associazione politico/culturale che aderisce ufficialmente al partito Fratelli d’Italia.

Si noti come la presenza su Twitter sia una frazione di quella di Facebook, confrontando i numeri di aprile 2018 (l’ultima rilevazione fatta per FB) si hanno circa 800 account Twitter contro circa 4600 pagine Facebook. Un rapporto di poco superiore di 1 a 6, quindi notevolmente più basso del rapporto che in Italia vige fra gli utenti dei due social network (cioè inferiore di 1 a 3, nel 2018). Twitter quindi è considerato meno utile ai fini della propaganda dell’estrema destra, dai dati del 2018 Facebook era più che doppiamente attrattivo per l’estrema destra rispetto a Twitter.

È interessante notare come CasaPound Italia e Lealtà-Azione mantengano un rapporto fra numero di account su Twitter e numero di pagine su Facebook vicino a quel rapporto 1 a 3 che è lo standard di partecipazione italiano, mentre Forza Nuova ci si avvicina solo di recente, a seguito dell’incrementata presenza dell’autunno 2019. Tutti gli altri gruppi sono invece molto lontani da questa proporzione, a netto svantaggio di Twitter, con l’eccezione di Fronte Verde (gruppo politico/ambientalista fuoriuscito dalla Fiamma Tricolore), che ha una presenza approssimativamente paritaria sui due social network.

A differenza della ricerca effettuata su Facebook, appunto per l’indistinguibilità a priori fra uso personale e uso politico, abbiamo deciso di non rappresentare nel grafico gli account non appartenenti all’estrema destra ma che comunque vengono seguiti dagli account indagati.

A titolo di esempio riportiamo i dieci account più seguiti dall’estrema destra e che non sono inclusi nella nostra analisi:

Nome account in degree
Giorgia Meloni ن 340
Matteo Salvini 340
Sky tg24 313
Il Fatto Quotidiano 298
ilGiornale 296
Corriere della Sera 274
Agenzia ANSA 262
la Repubblica 260
Adnkronos 257
Matteo Renzi 243
Per ogni account in questa tabella è indicato il numero di account inclusi nella nostra analisi che lo seguono. Ovvero, ad esempio, Meloni e Salvini sono seguiti ciascuno da 340 dei 962 account censiti.

Come si vede si tratta essenzialmente di fonti informative e di politici considerati rilevanti dagli account indagati, indipendentemente da una vicinanza ideale o meno.

Andamento nel tempo

Ogni account Twitter contiene l’informazione del giorno in cui è stato creato, sulla base di questo possiamo vedere l’andamento nel tempo degli account indagati.

Andamento complessivo degli account nel tempo.

Si noti come a fine 2012 ci sia stato un impennarsi dell’interesse verso Twitter.

Sono gli ultimi mesi della campagna elettorale che negli Stati Uniti ha portato al secondo mandato presidenziale per Barack Obama, sulla stampa di tutto il mondo si è dato grande rilevanza alle tecniche di comunicazione social dei candidati e in particolare proprio su Twitter, dove l’annuncio della vittoria fatto da Obama diviene in quei giorni il tweet più popolare di sempre. E tutto questo a ridosso delle elezioni politiche italiane di febbraio 2013.

Si veda poi l’improvviso salto proprio a settembre 2019. È la conseguenza del ban ricordato in apertura: l’estrema destra, a seguito dell’espulsione da Facebook, rafforza la propria presenza su Twitter. Una dimostrazione di questo effetto viene discusso più avanti in questo articolo.

Analogamente a quanto già osservato per Facebook, l’approdo a Twitter di questi gruppi è orientata al consenso e si verificano incrementi di registrazioni di nuovi account in prossimità delle scadenze elettorali.

La reale attività

Naturalmente molti degli account censiti sono abbandonati. Di seguito il numero degli account realmente attivi, mese per mese, da gennaio a ottobre 2019.

Andamento complessivo degli account attivi, ovvero il numero degli account che abbiano pubblicato almeno un tweet in quel mese.

Di fatto solo un terzo circa degli account censiti sono realmente attivi. Ad ottobre 2019 sono risultati attivi il 35% (112 su 321) degli account di CasaPound, il 40% (114 su 286) di quelli di Forza Nuova, a fronte del 21% (75 su 351) di tutti gli altri.
È anche evidente come il ban di Facebook abbia spinto Forza Nuova a colmare il divario con CasaPound Italia su Twitter.

Quanto, cosa e come si twitta.

Numero tweet dei gruppi principali nel tempo.

Per avere un indizio di quali siano le motivazioni del picco di utilizzo a maggio e settembre possiamo verificare i 5 tag più usati in quei mesi dall’intera rete dei due partiti.
A maggio CasaPound si concentra sulla campagna elettorale e sulla questione dell’esclusione della casa editrice Altaforte dal Salone Internazionale del Libro di Torino, mentre Forza Nuova dà voce alla propria campagna elettorale:

CasaPound Italia Forza Nuova
#casapound, 401 #forzanuova, 204
#italexit, 182 #votaforzanuova, 171
#drittoerovescio, 171 #catania, 106
#iostoconaltaforte, 150 #spezzalecatenedibruxelles, 92
#salonedellibro, 97 #26maggio, 86

A settembre il tema preponderante è quello dell’espulsione da Facebook.

CasaPound Italia Forza Nuova
#casapound, 519 #forzanuova, 356
#facebook, 242 #facebook, 323
#pd, 196 #censura, 199
#radiosavana (*), 161 #lottastudentesca, 144
#censura, 146 #zuckerberg, 143
(*) @RadioSavana è un account Twitter dedicato principalmente a propaganda anti-immigrati con abbondanza di notizie fasulle, presente anche su Facebook come Antonio Quinto, che ha avuto una fugace notorietà su Il Primato Nazionale, Vox e altre pubblicazioni di estrema destra.

Insomma: in tutta evidenza, a fare i conti sul numero di tag e di tweet, il ban di Facebook ha agitato le acque di CasaPound Italia e Forza Nuova ben più delle elezioni europee.

Curiosamente però, se per CasaPound la questione dell’esclusione da Facebook continua ad essere una questione di primo piano, per Forza Nuova la vicenda scivola più in basso fra le priorità. A ottobre 2019 i tag più usati sono:

CasaPound Italia Forza Nuova
#casapound, 295 #forzanuova, 130
#siria, 175 #siria, 85
#censura, 132 #segre, 68
#facebook, 103 #crocifisso, 59
#pd, 91 #roma, 52

Si nota poi come la propaganda su Twitter sia maggiormente orientata alla personalizzazione, dove i leader contano ben più degli account dei partiti e producono molta più propaganda.

Numero tweet dei leader di CPI e FN e delle pagine ufficiali dei loro partiti.
Si noti che il leader politico di CasaPound in realtà è Gianluca Iannone, che però non è attivo su Twitter. La scelta cade quindi naturalmente su Simone di Stefano che di CPI è il principale volto pubblico.

Il numero di tweet prodotti lascia poi supporre che Di Stefano e Fiore gestiscano la propria propaganda Twitter in autonomia o comunque con un uso molto limitato di uno staff dedicato.
Ad esempio Di Stefano nel 2019, fino al 31 ottobre, aveva pubblicato 577 tweet, mentre Fiore 238. Nello stesso periodo Matteo Salvini aveva pubblicato 8244 tweet, Giorgia Meloni 2187, Matteo Renzi 1686, Silvio Berlusconi 1350 e Nicola Zingaretti 1122.

Un aspetto interessante è vedere il tipo di tweet che vengono fatti. In particolare abbiamo contato per i due leader di CasaPound Italia e Forza Nuova quanti siano i tweet che sono reply, ovvero quei tweet che sono risposte a tweet di altri account.

La peculiarità dell’uso di Twitter da parte di Di Stefano è evidente nel confronto con i leader dei partiti rappresentati in Parlamento.

Percentuale di reply rispetto al totale dei tweet, da gennaio a ottobre 2019.

La relazione con altri permette una visibilità maggiore. Nell’anno corrente (fino al 31/10) Di Stefano su 577 tweet ha risposto a oltre 110 utenti e in più del 70% dei casi ha interloquito una volta sola: una tendenza a dialogare poco, ma con più persone possibili.

Un caso interessante

Usando un algoritmo dei più classici per individuare le comunità all’interno delle reti di relazioni si ottiene a grandi linee una suddivisione che è sovrapponibile alla classificazione manuale fatta per la nostra mappa. Ovvero l’intero grafo delle relazioni si può suddividere in gruppi (le comunità) all’interno dei quali lo scambio relazionale è molto più forte che con il resto dei protagonisti.

Di fatto le maggiori comunità rilevate coincidono con CasaPound Italia e Forza Nuova. Una terza comunità raccoglie tutto il resto o quasi.
Ma risalta un quarto gruppo, piccolo, che nell’immagine trovate colorato di scuro.

Sono sei account, quattro dei quali riferibili direttamente al negazionismo della Shoah (due di G. Poggi, titolare del noto blog “Olodogma”; uno di A. Carancini, autore di scritti sulle “ragioni del negazionismo”; un ultimo, @solodogma, sempre sullo stesso tema), vi è poi l’account Twitter di StampAlternativa (pubblicazioni di Thule Italia, associazione culturale che diffonde ed edita opere del nazional-socialismo storico), infine l’account di Oltre la Linea.
Oltre la Linea è una testata online diretta da Stelio Fergola, giornalista che avevamo già incontrato nel discutere le forme del razzismo contemporaneo e autore del libro “L’inganno antirazzista” pubblicato per i tipi di Passaggio al Bosco, la casa editrice di Casaggì.

Oltre la Linea è un progetto per molti versi simile ad altri, ad esempio L’Intellettuale Dissidente o Il Talebano, ovvero operazioni culturali e politiche che vivono in una terra di mezzo fra destra ed estrema destra, luoghi di scambio e orientamento, fortemente debitori verso quella Nouvelle Droite francese che è stata il laboratorio dove si è sintetizzato il differenzialismo.

E se classificare come antisemita Oltre la Linea è certamente fuorviante non è un caso che qui, come ne L’Intellettuale Dissidente e ne Il Talebano, si difenda e si diffonda il razzismo differenzialista. Insomma: trovare Oltre la Linea associato al negazionismo è sul piano delle idee inatteso, ma forse non lo è sul piano dei sentimenti e dei desideri di separazione, esclusione e respingimento.

Follower in comune

Sebbene, come già detto, il fatto di essere follower di un determinato account non sia necessariamente un atto di apprezzamento ma solo un’attestazione di interesse/rilevanza, la forte polarizzazione quando si trattano temi a carattere politico è dimostrata da numerosi studi.

Proponiamo quindi una tabella delle quantità di follower a comune fra i maggiori protagonisti della politica italiana. Naturalmente con uno sguardo in particolare sull’estrema destra.

@RobertoFioreFN
17.854
52.7% 9.407
28.0%
@matteorenzi
3.381.643
0.4% 12.536
37.4%
0.2% 7.417
41.5%
@luigidimaio
575.139
2.5% 14.635
43.6%
1.5% 8.635
48.4%
51.0% 293.556
8.7%
@berlusconi
69.409
6.5% 4.480
13.4%
2.5% 1.762
9.9%
62.8% 43.608
1.3%
56.5% 39.198
6.8%
@matteosalvinimi
1.159.280
2.1% 24.041
71.7%
1.0% 11.740
65.8%
50.1% 580.529
17.2%
29.3% 340.129
59.1%
4.3% 50.344
72.5%
@GiorgiaMeloni
827.416
2.5% 20.921
62.4%
1.3% 11.003
61.6%
62.9% 520.656
15.4%
29.3% 242.554
42.2%
4.8% 39.526
56.9%
69.7% 576.371
49.7%
@PietroGrasso
647.015
0.9% 5.769
17.2%
0.6% 3.934
22.0%
71.7% 463.917
13.7%
20.1% 130.092
22.6%
3.0% 19.261
27.8%
39.6% 256.380
22.1%
45.2% 292.747
35.4%
@nzingaretti
469.473
1.0% 4.788
14.3%
0.6% 2.853
16.0%
61.1% 287.029
8.5%
19.6% 91.861
16.0%
4.1% 19.254
27.7%
26.4% 124.066
10.7%
29.2% 137.278
16.6%
29.5% 138.502
21.4%
@DiegoFusaro
69.455
14.1% 9.781
29.2%
5.9% 4.108
23.0%
45.8% 31.840
0.9%
45.5% 31.607
5.5%
10.0% 6.964
10.0%
53.5% 37.146
3.2%
44.4% 30.829
3.7%
20.6% 14.287
2.2%
16.8% 11.653
2.5%
@MarcoRizzoPC
12.671
20.1% 2.549
7.6%
6.3% 795
4.5%
40.7% 5.162
0.2%
40.8% 5.167
0.9%
13.8% 1.746
2.5%
48.9% 6.201
0.5%
41.7% 5.289
0.6%
22.5% 2.845
0.4%
23.0% 2.911
0.6%
42.1% 5.336
7.7%
@distefanoTW
33.544
@RobertoFioreFN
17.854
@matteorenzi
3.381.643
@luigidimaio
575.139
@berlusconi
69.409
@matteosalvinimi
1.159.280
@GiorgiaMeloni
827.416
@PietroGrasso
647.015
@nzingaretti
469.473
@DiegoFusaro
69.455
La tabella mostra il numero di followers che i due leader di CasaPound Italia e Forza Nuova hanno a comune con una serie di leader politici di formazioni più o meno grandi nel panorama dei partiti italiani.
La tabella contiene agli incroci il numero di follower che seguono entrambi i politici e le relative percentuali. Ad esempio, all’incrocio fra la riga dell’account di Matteo Salvini e di quello di Simone Di Stefano si trovano 24.041 follower, che costituiscono rispettivamente il 2.1% dei follower di Salvini ed il 71.7% di quelli di Di Stefano.
È disponibile anche sotto forma di grafo, la posizione dei nodi avvicina gli account con maggiore condivisione di followers.
La rilevazione è stata effettuata fra i giorni 24 e 26 ottobre.

È interessante notare come sia nel caso di Di Stefano che Fiore l’altro politico maggiormente seguito dai propri followers è Matteo Salvini, in seconda posizione c’è Giorgia Meloni. In generale confrontando la seconda percentuale, quella che sta sotto, si vede come le differenze fra gli interessi dei followers di Di Stefano e Fiore non siano poi così grandi: insomma, lo sguardo alla politica nazionale da parte dei followers dei due leader dell’estrema destra — nonostante qualche interessante difformità — è molto simile.

Si noti che comunque in un’indagine del genere c’è l’incognita degli account fasulli e del sospetto che possano far parte di una forma aggressiva di campagna social di ambienti politici della alt-right. Ed è noto che Twitter fatichi ad eliminarli.
Al momento non ci pare vi siano indizi che Di Stefano e Fiore facciano uso di bot per amplificare la portata dei propri messaggi.

Conclusione

Come per la ricerca fatta su Facebook anche questa su Twitter contiene una grande mole di informazioni: mettervi ordine e dotarla di senso è di nuovo la nostra priorità.
Come è possibile attendersi da una ricerca che muove i primi passi non dubitiamo di aver inserito mancanze e sviste, ma già così sono evidenti alcune direzioni di indagine che ci attendiamo essere prolifiche.

In fin dei conti Twitter ha una politica decisamente più lassista verso gli account del vasto mondo che raccoglie l’intolleranza, il razzismo, le varie declinazioni del nazionalismo estremo e del fascismo.
La lentezza, inspiegabile dal punto di vista tecnico, nel rimuovere bot ed account fasulli che potenziano la grancassa dell’alt-right americana e delle formazioni europee affini, per non dire delle aggressive propagande anti-europee di altre potenze mondiali, rende Twitter un luogo di osservazione interessante anche per quei piccoli gruppi come CasaPound e Forza Nuova che, pur elettoralmente poco rilevanti, hanno un ruolo ben più pericoloso nella normalizzazione di idee che compromettono la salute della democrazia italiana.

Come è accaduto per la ricerca su Facebook anche questa avrà una sua vita che testimonierà nel tempo, inseguendo la completezza, l’evoluzione della galassia nera del nostro paese.


Una nota sul metodo

L’analisi di Twitter è diversa da quella su Facebook per vari aspetti e la struttura comunicativa che il mezzo impone ha implicato una serie di scelte di metodo. Se su Facebook abbiamo indagato le pagine pubbliche e non gli account personali, su Twitter questa distinzione non esiste e quindi abbiamo operato alcuni accorgimenti.

Intanto abbiamo escluso dalle nostre ricerche tutti gli account che, sebbene appartengano ad esponenti dell’estrema destra, fanno un uso di Twitter prevalentemente professionale, personale o comunque non politico. Gli account esclusi per questo motivo sono in numero davvero esiguo, perché l’uso dei social network è, almeno nell’ambito dell’estrema destra, pressoché esclusivamente un canale di comunicazione politica.

Inoltre tutte le informazioni raccolte sono state raggiunte tramite un account che non segue né è seguito dagli account indagati e quindi abbiamo avuto accesso solo a dati pubblici e non riservati. Tutti gli account protetti sono stati esclusi dalla nostra ricerca. Anche in questo caso il materiale escluso è davvero limitato, perché la natura prettamente politica della presenza dell’estrema destra sui social è fatta nell’ottica della massima diffusione.

Sottolineiamo di aver acceduto ai dati nel pieno rispetto delle policy delle piattaforme che li ospitano e solo attraverso strumenti messi a disposizione dalle stesse.

Infine abbiamo incluso solamente account che appartenessero non a semplici militanti: gli account con intestazione nominale appartengono tutti a persone che abbiano un ruolo dirigenziale oppure che siano state candidate ad elezioni sotto le insegne di un partito dell’estrema destra. I gruppi e partiti indagati sono i medesimi di quelli indagati nella ricerca effettuata su Facebook.

I dati sono stati raccolti negli ultimi due anni e aggiornati, se non diversamente specificato, al 31 ottobre 2019.