Centinaia di migliaia di cittadini nelle piazze di tutt’Italia per festeggiare la data della Liberazione, una grande manifestazione nazionale a Milano, cortei e discorsi, omaggi ai Caduti, musiche e rappresentazioni teatrali, insomma davvero un 25 aprile indimenticabile, in un momento – per di più – che si colloca in uno scenario politico completamente nuovo, caratterizzato anche da pesanti rischi democratici. Il popolo della Costituzione ha raccolto ancora, come ogni anno, più degli altri anni, il testimone della lotta partigiana, a salvaguardia della repubblica e a difesa della democrazia. Ecco un flash, seppur del tutto parziale, su di una giornata memorabile.

Milano, settantamila alla manifestazione nazionale

Milano ha ospitato, come ogni anno, la manifestazione nazionale nella ricorrenza del 73° anniversario della Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo.

Quest’anno il tema era “Mai più fascismi, mai più razzismi”, nella convinzione che le Istituzioni debbano operare perché lo Stato manifesti pienamente la sua natura antifascista in ogni sua articolazione, impegnandosi sul terreno della memoria, della conoscenza storica e sciogliendo per legge le organizzazioni neofasciste e neonaziste che si contrappongono ai principi sanciti dalla Costituzione repubblicana e alle leggi Scelba e Mancino.

Il corteo, promosso dal Comitato Permanente Antifascista per la difesa dell’ordine repubblicano, snodatosi per le vie del centro cittadino, ha visto la partecipazione di oltre 70.000 persone.

È stata una manifestazione ampia, unitaria e pacifica alla quale hanno preso parte numerosissimi giovani. I milanesi hanno espresso tutta la loro emozione con la quale da sempre accolgono i medaglieri e i vessilli delle Associazioni Partigiane, Combattentistiche, dei Deportati e della Brigata Ebraica, da sempre salutati con entusiasmo da tutta la cittadinanza.

Per la prima volta, dopo la Brigata Ebraica è sfilato a Milano lo striscione della Comunità Ebraica di Milano che ha partecipato, nel Comitato Permanente Antifascista, all’organizzazione della manifestazione nazionale.

Non sono mancate, da parte di un gruppo di cosiddetti filo palestinesi – fermamente stigmatizzate dall’Anpi provinciale di Milano – le oltraggiose contestazioni antisemite alla Brigata Ebraica, estesesi quest’anno anche ai membri dell’Aned, che sfilavano con i cartelli dei lager nazisti.

Dal palco hanno preso la parola il sindaco di Milano Giuseppe Sala, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, don Luigi Ciotti, presidente di Libera. La manifestazione è stata conclusa da Carla Nespolo, Presidente nazionale dell’Anpi.

Sul maxi schermo allestito accanto al palco è stato trasmesso il messaggio della senatrice Liliana Segre, che ha lanciato un accorato appello a contrastare la deriva razzista, xenofoba e antisemita che sta investendo il vecchio continente e anche il nostro Paese.

Roberto Cenati, presidente Comitato provinciale Anpi Milano

Roma, con i partigiani a Porta San Paolo

Sul 25 aprile 2018 è di fondamentale rilevanza il comunicato della Presidenza e della Segreteria nazionale Anpi a cui rimando per brevità e che condivido con forza.

In particolare, a Roma, il 25 aprile si è svolto quest’anno un nuovo grandissimo corteo antifascista, largamente unitario e inclusivo e caratterizzato dalla presenza di tantissimi giovani, con piazza di Porta San Paolo, simbolo dell’inizio della Resistenza italiana, già gremita fin dalla mattina, prima dell’arrivo della testa del corteo. Fin dall’inizio della mattinata hanno pertanto cominciato a prendere la parola le partigiane e i partigiani romani, alternandosi alla musica della Banda e del coro della Scuola Popolare di musica di Testaccio e del commovente sax di Nicola Alesini, a brani di letteratura partigiana recitati dai bravissimi attori Eugenio Banella e Livia De Luca, che hanno ricreato l’atmosfera di festa della Liberazione. Tra i tanti interventi quello del comandante dei Gap centrali Mario Fiorentini, 99 anni; di Nando Cavaterra dell’ottava zona; di Iole Mancini, prigioniera a via Tasso; della “nostra” Tina Costa, che a 93 anni riesce ancora a trasmettere tutto il suo entusiasmo e la sua determinazione, di Modesto di Veglia e Mario Di Maio di Bandiera Rossa, di Rodolfo Lai della banda Caruso dei Carabinieri e del Maestro, direttore d’orchestra, Massimo Pradella, che durante la Resistenza era componente del CVL. Erano presenti inoltre altri partigiani, come Gastone Malaguti, protagonista della battaglia di Porta Lame a Bologna e Umberto Graziani, che combatté coi partigiani nella ex Jugoslavia. Significativo anche l’intervento di Gianfranco Iacobacci, che combatté sulla linea gotica come ufficiale di collegamento con la Brigata Ebraica e che ha terminato il suo discorso con un applauditissimo “Viva l’Anpi!”. Il tutto mentre si raccoglievano centinaia di firme sull’appello alle Istituzioni titolato “Mai più fascismi, mai più razzismi”, per mettere finalmente al bando tutte le organizzazioni che fanno della violenza e del fascismo la loro bandiera. Applauditissimo l’intervento del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e importante la presenza della sindaca di Roma Virginia Raggi. Si sono inoltre susseguiti gli interventi delle altre associazioni della Resistenza e della Guerra di Liberazione.

Con moltissimi partiti, sindacati e associazioni abbiamo condiviso a lungo uno sforzo unitario sul 25 aprile e abbiamo intrapreso per mesi un dialogo con la Comunità Ebraica Romana, cogliendo l’occasione offerta dall’amministrazione capitolina, per sanare la divisione prodottasi nel 2014. Invece, nonostante tutti gli aspetti della giornata fossero ormai chiari da tempo, la Comunità si è autoesclusa dal corteo unitario con un comunicato del 24 aprile, chiedendo all’Anpi di escludere i palestinesi, che pure si dichiarano antifascisti, e come se la questione non fosse già stata affrontata e risolta con tutti coloro che avevano partecipato al percorso di costruzione della giornata.

I media si sono spesso concentrati su questa nuova dolorosa divisione, a volte oscurando la larga partecipazione unitaria e inclusiva, col protagonismo di quanti hanno collaborato alla realizzazione della giornata, a cominciare dalla Cgil, con la Fiom e lo Spi, la Cisl, la Uil, l’Arci, le Acli, Libera, l’Opera Nomadi, il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, l’Udu l’Uds la Link e la Rete degli studenti, tutti con un grande spezzone di studenti antifascisti, Liberi e Uguali, Articolo 1, Sinistra Italiana, Partito Democratico, Partito della Rifondazione Comunista, Giuristi Democratici, ai quali si sono aggiunti in piazza con significative presenze Emergency, il sindacato Usb e il Fronte della Gioventù Comunista, oltre ai ragazzi che hanno organizzato con il centro sociale La Strada il corteo per i martiri delle Fosse Ardeatine, affiggendo lungo il percorso dei grandi e suggestivi ritratti delle gappiste romane Carla Capponi, Marisa Musu, Maria Teresa Regard e Lucia Ottobrini.

È stata, insomma, una grande giornata all’insegna dei valori fondamentali della Resistenza, necessari ormai alla salvaguardia di tutta la specie umana, i cui popoli possano tutti vivere in pace, con sistemi di autentica giustizia sociale. Questa è la volontà e il lascito dei nostri partigiani e delle nostre partigiane, la via dell’unità di tutte le forze che chiedono appunto la realizzazione dei valori della Resistenza e dei principi fondamentali della Costituzione, che pure tanta parte ha avuto nella storia del Paese, ma è ancora largamente inattuata soprattutto nei suoi diritti sociali. Principi conquistati e sanciti dalla Resistenza e dalla guerra di Liberazione che vanno invece disperdendosi nella società di oggi.

Per tutti questi valori lottiamo, consapevoli di come siano tuttora necessari in diverse direzioni uno spirito unitario e una partecipazione ancora più larga e consapevole.

Fabrizio De Sanctis, presidente Comitato provinciale dell’Anpi di Roma

Bologna, l’emozione del Sacrario dei Caduti della Resistenza

Come ogni anno anche questa volta le celebrazioni per il 25 aprile a Bologna sono state un’occasione importante di partecipazione. Niente riti stanchi ma piazze piene per un appuntamento sempre molto sentito.

Deposizione di corone e ricordo dei partigiani caduti, certo, ma anche occasioni di festa, dibattiti, mostre e iniziative che, sia a Bologna sia nei tanti comuni della provincia, hanno saputo catturare l’interesse anche dei più giovani raccontando l’importante lavoro sulla Resistenza svolto nelle classi dai nostri volontari durante l’anno scolastico.

Il momento più importante è stato, come sempre, la celebrazione in Piazza Maggiore, il cuore di Bologna, dove il palco è allestito avendo alle spalle il Sacrario dei Caduti della Resistenza. Se ci si ferma anche solo un attimo a pensare vengono i brividi. Quest’anno la presenza sul palco di Andrea, un ragazzo dell’Anpi di Todi, ha rappresentato un richiamo forte e chiaro all’attualità: al contrario di quanto ha fatto la sua città negando all’Anpi voce e spazi, Bologna l’ha ospitato nella sua piazza più bella ed importante.

L’altro elemento di novità che ha caratterizzato il 25 aprile bolognese è stata l’inaugurazione della mostra Ciò che resiste della pittrice Antonella Cinelli: un omaggio alla Resistenza tra Bologna e Imola con dodici ritratti di partigiani e staffette viventi ai quali sono stati affiancati i primi dodici articoli dalla Costituzione.

I ritratti rimandano a chi guarda molto di più dei volti dei protagonisti: sono le loro storie, la loro vita, i loro ricordi, le vittorie e le sconfitte. Sono la loro memoria. Diventano testimonianza.

La comunicazione non verbale che si stabilisce con lo spettatore rappresenta un ideale passaggio di testimone. L’intensità degli sguardi in un qualche modo ci chiama in causa. È un po’ come se ci dicessero: io mi sono assunto delle responsabilità e sono arrivato fin qui, adesso tocca a te.

Abbiamo deciso di realizzare questa mostra un po’ per un omaggio ai partigiani ma anche perché siamo convinti che il linguaggio dell’arte riesca a parlare a persone diverse. La forza espressiva dei ritratti riesce a rispondere alla domanda su cosa abbia spinto a resistere alla dittatura e a mettere in gioco la vita. L’impegno è di lavorare affinché ci siano sempre nuovi antifascisti capaci di raccogliere il testimone.

Anna Cocchi, presidente Comitato provinciale Anpi di Bologna

Firenze, la pacifica invasione della culla del Rinascimento

Da http://2.citynews-firenzetoday.stgy.ovh/~media/original-hi/69421719495245/festa-della-liberazione-5.jpeg

Memoria sotto Palazzo Vecchio e pranzo antifascista in piazza Poggi. È stata una grande festa di popolo il 73° anniversario della Liberazione a Firenze. Partigiani e figli di partigiani, famiglie e giovani, studenti e operai. Tanti cittadini e cittadine hanno invaso pacificamente le strade della città culla del Rinascimento e Medaglia d’oro al valor militare e alla Resistenza per dire un No forte e chiaro ai tanti rigurgiti di neofascismo che tornano a galla anche in Toscana.

La giornata è cominciata alle ore 10 in piazza Santa Croce, dove è stata deposta la corona di alloro ai caduti di tutte le guerre. Alle 10,30 le celebrazioni sono continuate in piazza Signoria, sull’Arengario di Palazzo Vecchio, dove hanno preso la parola, tra gli altri, il sindaco Dario Nardella e la vicepresidente nazionale e coordinatrice regionale Anpi Vania Bagni. La festa poi è continuata in piazza Poggi, nel quartiere Oltrarno, con il tradizionale pranzo antifascista. Complice la bella giornata di primavera, centinaia e centinaia di persone hanno mangiato e bevuto sotto la Torre di San Niccolò con l’accompagnamento di musica e balli resistenti. Durante il pranzo sono state raccolte le firme per la campagna “Mai più fascismi, mai più razzismi” e c’è stata anche una raccolta fondi per la famiglia di Idy Diene, l’ambulante senegalese ucciso su ponte Vespucci il 4 marzo scorso.

Ma non c’è solo Firenze. Tante le iniziative tenute nella provincia per celebrare il 25 aprile. Ne ricordiamo un paio: quella dell’Anpi di Figline e dell’Anpi di Barberino di Mugello. Figline, Matassino, Incisa Valdarno e San Vito hanno ricordato la figura di Don Lorenzo Milani e il suo legame con la Costituzione con una conferenza di Beniamino Deidda al centro Il Giardino. A Barberino di Mugello, il Coro Novecento di Fiesole ha tenuto un concerto al Teatro Comunale Corsini. Poi uno spettacolo di Riccardo Rombi ha raccontato la Costituzione ai bambini.

Samuele Bartolini, giornalista – collaboratore de “Il Tirreno”

Udine, dall’alba al tramonto

Udine, un momento del partecipato corteo del 25 aprile 2018

Come da tradizione pluriennale, piazza 1° Maggio ha ospitato, dalla prima mattina, cittadini e associazioni provenienti da tutta la provincia per dar inizio al corteo che, in prima fila la bandiera del comune di Osoppo, Medaglia d’oro al valor militare per i fatti del 1848, ha percorso il centro storico della città per approdare in piazza Libertà, primo teatro importante della manifestazione.

Gli udinesi non hanno fatto mancare il loro caloroso applauso ai medaglieri dell’Anpi e dell’Apo e ai gonfaloni di una cinquantina di comuni friulani, seguiti dalle bandiere delle sezioni dell’Anpi e delle altre associazioni combattentistiche. Al corteo hanno preso parte anche le rappresentanze delle forze sindacali, dell’associazionismo e del volontariato.

Sul terrapieno di piazza Libertà sono stati resi gli onori militari, da parte del picchetto della Brigata Alpina Julia, al gonfalone della città di Udine, Medaglia d’oro per la Resistenza in città e nel Friuli.

Al monumento alla Resistenza di Udine, città Medaglia d’Oro VM

Dopo la posa delle corone al tempietto, spazio ai discorsi ufficiali del Sindaco di Udine e del rappresentante delle confederazioni sindacali e alla lettura delle motivazioni della Medaglia d’oro al Comune di Udine e delle Medaglie d’argento ai Comuni di Cividale del Friuli e Tolmezzo, sempre per fatti legati alla gloriosa Resistenza friulana.

Si riforma il corteo e si raggiunge piazza XXVI Luglio ove insiste il monumento alla Resistenza: qui ha luogo la performance dei componenti il Consiglio Comunale dei Ragazzi di Udine e degli studenti delle ultime classi delle scuole superiori di Udine che danno vita annualmente al Palio Teatrale Studentesco.

Ottima la scelta dei primi di raffrontare i disvalori della dittatura fascista con i valori propri della Resistenza e applauditissima la recita dei secondi di alcuni brani tratti dalla letteratura “nobile” della Resistenza. Il tutto inframmezzato dai trascinanti canti partigiani del Coro Popolare della Resistenza.

Si scioglie il corteo e, mentre una delegazione si reca al cimitero militare di Tavagnacco per rendere omaggio ai Caduti delle Forze alleate ivi sepolti, la festa si trasferisce al parco Rubia di Pradamano (UD), ove il pomeriggio si snoda tra le leccornie offerte dai fornitissimi chioschi, i banchi della raccolta firme per “Mai più fascismi, mai più razzismi”, i banchi con i libri ed i gadget dell’Anpi e l’atteso pluriconcerto “Adotta una canzone partigiana”.

Sono stati invitati dieci gruppi musicali locali (pop, rock, swing…); ognuno di loro portava tre brani del proprio repertorio e in più, come obbligo per l’esibizione, l’arrangiamento di una canzone partigiana.

Devo dire che l’iniziativa è riuscita benissimo; grande partecipazione di giovani e gran finale con il Coro Popolare della Resistenza. E… calarono le ombre.

Dino Spanghero, presidente Comitato provinciale Anpi di Udine


Alcuni scatti del bellissimo 25 aprile a Udine. Clicca sulle immagini per ingrandire e leggere le didascalie.


Bari, la “pietra del ricordo” davanti a “Radio Bari”

Le manifestazioni per il 25 aprile a Bari hanno avuto inizio, in mattinata, con la consueta cerimonia al Sacrario dei Caduti d’oltremare (che accoglie, tra le altre, le spoglie dei militari italiani trucidati dai nazisti a Cefalonia), cui hanno partecipato il Sindaco, il Prefetto, il Comandante della Terza Regione Aerea, i Comandanti provinciali delle altre Armi e delegazioni di numerose associazioni combattentistiche. I discorsi commemorativi sono stati tenuti dal Presidente provinciale dell’Anpi e dal Sindaco. A seguire, la deposizione di una corona d’alloro alla lapide collocata sulla facciata del Comune in memoria dei partigiani baresi caduti nella Resistenza, e lo scoprimento di una “pietra del ricordo” collocata sul marciapiede antistante l’edificio che ospitò, fra il 1943 e il 1944, Radio Bari, prima emittente dell’Italia libera.

Nel pomeriggio, in Piazza Madonnella, la presentazione del libro di Pasquale Martino Il partigiano ritrovato, e un dibattito su “Istituzioni e antifascismo”, cui sono intervenuti anche alcuni assessori comunali.

Al centro del confronto, l’esigenza di emanare un regolamento municipale che disciplini la concessione di spazi pubblici, vietandone l’uso alle formazioni neofasciste. In serata, un concerto di gruppi musicali giovanili. Nel corso di tali iniziative, organizzate dal Coordinamento provinciale antifascista, sono state raccolte adesioni all’appello “Mai più fascismi”.

Ferdinando Pappalardo


Ed ecco una galleria di immagini da Bari:


Cagliari, l’omaggio ad Antonio Gramsci ed Emilio Lussu

A Cagliari un lunghissimo corteo aperto dal Gonfalone del Comune, dallo striscione dell’Anpi e dalle bandiere dell’Uaps ha attraversato le vie della città con soste significative: al Parco delle Rimembranze per la deposizione della corona d’alloro in memoria dei partigiani e dei soldati che hanno combattuto per liberare l’Italia dal giogo nazifascista. Insieme a tantissimi cittadini c’erano i presidenti di Anpi e Uaps, la prefetto Tiziana Costantino, il sindaco Zedda, l’assessore regionale Argiolas e il comandante partigiano “Geppe” Antonio Garau.

Poi tappa in omaggio ad Antonio Gramsci, a lato dello splendido monumento a lui dedicato e collocato recentemente dal Comune nella piazza omonima, di fronte alla caserma dei Carabinieri intitolata a Enrico Zuddas, componente del Fronte clandestino di Resistenza dei carabinieri, caduto in uno scontro armato con agenti della polizia nazifascista di Roma.

Dopo un’ulteriore sosta per ricordare Emilio Lussu, nella omonima piazzetta, il corteo è arrivato a Piazza del Carmine. Dal palco il presidente dell’Anpi Cagliari, nel suo intervento, ha associato la memoria dei caduti e i valori della Resistenza alle sfide e agli impegni dell’oggi per la pace e contro le guerre in corso, in particolare: Siria, Kurdistan, Palestina e Yemen, dove bombe fabbricate in Sardegna uccidono civili inermi. Tra i temi affrontati nel discorso anche l’impegno contro l’ondata neofascista che attraversa diversi paesi dell’Europa, Italia compresa, con il loro portato di razzismo, xenofobia, antisemitismo, omofobia e violenza.

I valori dell’antifascismo e della lotta per la pace e per una solidale politica dell’accoglienza, nelle voci dei giovanissimi Michela, Mauro e Bianca, hanno preceduto la conclusione creativa e musicale della festa: il coro dell’Anpi di Cagliari ha proposto canzoni della Resistenza e della libertà insieme agli ospiti del “Coro Red and Green Choir” di Londra, che ha eseguito brani popolari del repertorio internazionale. Una “Bella ciao” corale cantata da tutti ha concluso la manifestazione.

Nel pomeriggio concerto e le rappresentazioni teatrali dell’“Aprile Resistente”.

Marco Sini, Presidente del Comitato provinciale Anpi Cagliari


Milano, Roma, Bologna, Firenze, Udine, Bari, Cagliari. Ma non solo: centinaia di manifestazioni ed iniziative hanno punteggiato lo stivale nelle metropoli – a cominciare da Palermo, Napoli, Torino, Genova -, nelle città, nei paesi. Ecco due testimonianze locali, entrambe in provincia di Latina.

A Cisterna, come racconta Gianmarco Tora, presidente della locale sezione Anpi, “la giornata del 25 Aprile a Cisterna é cominciata con la partecipazione alla commemorazione organizzata dal Comune a cui hanno partecipato le associazioni combattentistiche e di volontariato.

Nel pomeriggio si è tenuta la Festa organizzata dall’Anpi territoriale con l’aiuto e il contributo dello Spi Cgil Aprilia-Cisterna-Cori. Cuore dell’iniziativa un dibattito dal titolo “Costituzione Italiana e trattati Europei, una convivenza difficile?”.

La tavola rotonda è stata moderata da Francesco Buonincontro e sono interventi Mario Leone, vice direttore dell’Istituto studi Altiero Spinelli, e Matteo Pepe, dottorando in Economia presso l’università Roma Tre. In serata, dopo la “cena sociale”, è arrivato il momento della musica live dove, ovviamente, molti dei brani cantati hanno avuto come tema la Resistenza. Chi voleva informarsi sulla storia del territorio ha potuto acquistare i libri della casa editrice Atlantide. Durante tutta la giornata del 25 è stato allestito un banchetto per firmare l’appello Mai piú fascismi”.

Di Aprilia ci parla Davide Casari (Anpi Aprilia e vicepresidente Comitato provinciale Anpi di Latina): “il 25 Aprile si è svolto in due momenti. La mattina è stata caratterizzata prettamente dal programma istituzionale. E, per la prima volta in oltre 70 anni, l’Anpi Aprilia è stata parte integrante del programma dei festeggiamenti istituzionali della Festa della Liberazione, di concerto con l’Amministrazione comunale. Alle 10 si è tenuto il corteo che, come ogni anno, parte da piazza Roma per raggiungere il Monumento ai Caduti in piazza della Repubblica. Questa volta però la sfilata, molto partecipata, è stata caratterizzata da uno spezzone Anpi che, oltre ad essere composito, affollato e colorato, ha intonato canti della Resistenza – tra i quali Bella ciao – salutato durante il percorso dalla popolazione che ci accompagnava cantando e ritmando con le mani.

Finita la cerimonia di deposizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti, alla presenza di tutte le Autorità civili e militari, il programma è proseguito nella Sala consiliare con la cerimonia e i discorsi del sindaco Antonio Terra e del presidente Anpi Filippo Fasano. E proprio l’intervento dell’Anpi in Aula consiliare è stato l’evento di portata storica per il territorio. Il discorso di Fasano ha toccato tutti i punti e valori della nostra organizzazione e il significato profondo della lotta di Liberazione e dell’antifascismo. Successivamente è stato proiettato un video con immagini di repertorio sulla Liberazione.

Usciti dal Palazzo comunale, ci siamo tutti uniti ad altri antifascisti che animavano la piazza ed abbiamo partecipato ad un concerto itinerante, dove i canti popolari della Resistenza sono stati accompagnati da due chitarre, un rullante e il coro di tantissime persone. La splendida mattinata si è conclusa alle 13 lasciandoci un sentimento di gioia per il successo ottenuto dalle iniziative promosse, soprattutto per il particolare aspetto del passaggio storico che ha coinvolto la nostra realtà cittadina. Anche il pomeriggio è stato di festa e ha attirato e appassionato la Comunità di Aprilia.

Si è giocata la finale del 1° Torneo della Liberazione, con la premiazione delle prime tre squadre di calcetto classificate, realizzando così un magnifico momento ludico che ci ha dato la possibilità di interessare tantissimi ragazzi del quartiere più popoloso della città con i suoi oltre 20mila abitanti.

Si è svolta inoltre un’estemporanea di arte di pittura a cura dell’associazione Arte Mediterranea di Aprilia che ha visto la realizzazione di quadri sul tema della libertà.

La serata si è conclusa con una cena multietnica ad opera dell’organizzazione Ricordi d’Aroma, una startup di donne straniere che vivono nel nostro territorio, in collaborazione con l’associazione Senzaconfine, che si occupa di migranti favorendo una integrazione tra i cittadini del quartiere e le popolazioni migranti del nostro territorio.

Ecco, l’Anpi Aprilia ha realizzato un meraviglioso 25 Aprile, condiviso e molto ricco, migliorando molto la percezione e la consapevolezza della nostra organizzazione sul territorio. Un ringraziamento al Comitato provinciale di Latina per il supporto dato alla riuscita dell’evento”.

Da Bibbiano (RE) il racconto e le foto arrivano da Giangiacomo Papotti:

“È difficile per un giovane classe 2004 immaginare come si potessero incarnare quei maledetti giorni della guerra. Come visse, ad esempio, il 17 febbraio 1945 Guerrino Neviani “Fifi”, classe 1921, lui che a 24 anni quel maledetto giorno era in Puianello di Quattro Castella e lì vi lascio la propria vita?

Forse è possibile scoprirlo grazie ai passaggi memoriali che tramite la scuola e la volontà dei reduci, e con essi tutta la comunità bibbianese, in sinergia tra loro creano opportunità per proporre competizione da una parte e consolidare il senso civico dall’altra. Ecco allora il concretizzarsi di un’idea che prende corpo e si propone come il primo concorso artistico “Poesie della Memoria”, indetta dalla Scuola Secondaria “D. Alighieri” di Bibbiano che ha visto coinvolte tutte le terze medie.

E proprio in occasione delle iniziative per la Festa della Liberazione, sabato 28 aprile 2018 nella Sala “Renzo Barazzoni” del Teatro Metropolis si è tenuta l’attesa premiazione da parte della giuria di Bibbiano, composta da Vanna Zuelli, Mirca Del Monte, Paola Farri, Alessia Pellicciari e Vittoria Grasselli. Ad aggiudicarsi la vittoria è stata la poesia “Oltre la guerra” della giovanissima Melissa Storchi, classe 2004. Eccola:

Oltre la guerra”

Hanno sognato per notti intere le barbarie della guerra, tormentati, ogni giorno dalla paura di morire./Eppure, come farfalle, hanno saputo volare./Con infinito coraggio, librando senza ali./Senza gambe hanno rincorso la libertà; senza mani hanno scritto lettere d’amore…È l’immensità del loro cuore che gli ha reso onore”.

Al secondo e terzo posto si sono classificate altre due ragazze: Francesca Milazzo e Sara Zattera. I premi sono stati consegnati dal sindaco Andrea Carletti e dal presidente della Pro Loco Stefano Fontana.

L’iniziativa faceva parte delle celebrazioni, patrocinate dal comune, promosse dalla sezione ANPI locale con il contributo di Arci, Spi Cgil, Udi, Auser, la Pro Loco, R la via della libertà e numerosi esercenti. Un percorso avviato già marzo, e che proseguirà fino a giugno, con visite al Memorial di Firenze e al Museo Cervi, un viaggio a Mauthausen (è la 23ª edizione), una biciclettata sui luoghi della memoria democratica cittadina, la proiezione di un film di Rossella Schillaci dedicato alle donne della Resistenza. Il 25 aprile la commemorazione è stata anche all’insegna dell’impegno per la legalità (per esempio, ricordando il sindacalista Nicolò Azoti, assassinato dalla mafia nel dicembre 1946). La banda musicale e i cori dei ragazzi delle scuole hanno accompagnato il corteo che ha fatto tappa ai cippi dei Caduti per la libertà di Bibbiano (don Pasquino Borghi, partigiano fucilato a Reggio Emilia il 30 gennaio ’44, Medaglia d’Oro al Valor Militare, e i fratelli Corradini giovani vittime civili di una strage nazifascista del 13 aprile ’45) e della frazione di Barco.

Tra i combattenti morti durante l’occupazione, non si dimenticano, tra gli altri, Ave Melioli, Luigi Castagnetti, tutti poco più che ventenni. Erano quasi coetanei di Guerrino Neviani “Fifi”, che dal luglio ’44 organizzò le SAP a Barco, dove si costituì un autonomo distaccamento. Dopo diverse azioni di sabotaggio, durante una marcia di trasferimento verso la montagna, all’altezza del ponte di Puianello, la sua formazione fu sorpresa dal nemico, molto bene informato. Ne seguì una violenta sparatoria nella quale, la notte del 17.2.1945, cadde Guerrino. Sarà decorato con Medaglia d‘Argento alla memoria per la sua tenacia e lo spirito combattivo”.