I giornali sono pieni di commenti su questo voto, pur così importante e quindi non li seguirò su questo terreno, perché a noi, in realtà, interessano – al momento – non tanto la futura composizione del Governo tedesco, quanto alcuni elementi più specificatamente significativi, dal nostro punto di vista. Eccoli:

a) Abbiamo la dimostrazione patente che albergano, in molti cittadini sentimenti egoistici e nazionalisti, quando non addirittura razzisti e comunque populisti. È un fenomeno notato da tempo, in vari Paesi d’Europa e in qualche modo anche nel nostro. E vediamo che anche partiti che pur sostengono posizioni moderate, perdono voti non appena dimostrano un po’ di umanità e di solidarietà. Questo significa che bisogna “indurirsi”? Al contrario: risulta evidente che si sono commessi molti errori, a fronte del grande ed inarrestabile fenomeno delle migrazioni. Quando si è fatta una politica di accoglienza, non si è spiegata con chiarezza la natura ineludibile del fenomeno e non si è discusso a sufficienza sulle modalità per affrontarlo, disperdendo le paure e contestando gli egoismi. È questo che fa pagare un prezzo, perché una politica incerta e non spiegata non riesce, non può riuscire a contenere l’istinto difensivo dei posti di lavoro, l’aspirazione alla sicurezza e così via. A questo si è aggiunta la stampa, che spesso ha lasciato avanzare l’immagine di reati odiosi commessi solo dai migranti (che certo, talvolta, colpe ne hanno, ma non di più quelle di molti nostri connazionali, che stuprano e uccidono donne, magari senza che a ciò sia attribuito lo stesso clamore).

Queste tendenze all’egoismo, al razzismo e al populismo, ci sono e vanno combattute ovunque, non tanto con la propaganda quanto con politiche sicure e percepibili, che cerchino di contemperare umanità, solidarietà e sicurezza.

b) Abbiamo parlato più volte di una virata a destra (una destra non più liberale, ma “nera o quasi”), in tutta Europa (su un quotidiano, oggi, si parla di una “onda nera”). Ora ne abbiamo una prova ulteriore. Il fatto è grave perché la xenofobia e il razzismo, sono fenomeni che vanno spesso d’accordo con l’autoritarismo, e spesso addirittura con le nuove forme di fascismo. È certo che il successo di questa “destra” in Germania, galvanizzerà anche i “nostri” egoismi e razzismi nazionali, dando ulteriore fiato non solo ai polmoni di personaggi come Salvini, ma anche ai polmoni delle tante organizzazioni che oggi definiamo sinteticamente come “galassia nera”.

Questo ci deve indurre allo scoramento? Certamente no; anzi, bisogna essere più agguerriti, più forti, più unitariamente combattivi per spiegare la realtà agli ignari, succubi di una propaganda pericolosa, e per contrastare fermamente ogni sforzo di “accreditamento” di movimenti e partiti intrinsecamente fascisti.

Bisogna spezzare questo tipo di evoluzione (anzi, di involuzione), eliminando le cause sociali degli egoismi, le paure per la sicurezza e così via. Certo, è un compito primario di chi ci governa, ma noi non possiamo estraniarci e dobbiamo richiamarci con forza, ancora una volta, alla Costituzione, che all’art. 2 richiede “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

È un impegno serio e quotidiano che dobbiamo assumere, per impedire che questo tipo di “tensioni” conduca verso nuove forme di fascismo, sempre temibili e preoccupanti.

c) Non si può non constatare, anche in questa occasione, la scomparsa o il decadimento, in tutta Europa, dei partiti socialisti e socialdemocratici. Un fenomeno grave e significativo, perché, se vengono meno questi partiti, chi porterà avanti le istanze sociali, che emergono soprattutto nei periodi di crisi, ma hanno sempre bisogno, comunque, di essere ascoltate e recepite? Se questo non avviene, non solo abbiamo minori garanzie sul piano della democrazia, ma abbiamo la prospettiva di tensioni sociali, al cui sbocco non è mai del tutto prevedibile. Non possiamo pensare di sostituirci a quei partiti, ma è nostro compito e dovere portare avanti con forza quei connotati di “socialità” di cui è impregnata la nostra Costituzione e che possono essere la nostra fondamentale àncora di salvezza contro il tentativo di far prevalere l’economia sul diritto, le ragioni del mercato su quelle del lavoro, e così via.

d) Infine, non dobbiamo essere accusati di eccedere in preoccupazioni, se diciamo che la situazione che si va diffondendo in Europa (e dunque anche in Italia) è pericolosa per la nostra stessa convivenza civile e per la democrazia. Nazionalismi, egoismi e razzismi sono sempre irti di pericoli, per le tendenze che esprimono e per le conseguenze che ne possono derivare. Noi combattiamo i neofascisti, ma dobbiamo combattere anche le nuove forme di un fascismo, che non è quello classico (mussoliniano), ma si risolve sempre in autoritarismo, limitazione della libertà, incremento delle disuguaglianze, spinta al decisionismo, del tutto contrastanti col principio di sovranità popolare espresso dall’art.1 della nostra Costituzione.

Tutto questo significa, per noi, un modo nuovo più forte, più unitario, di affrontare situazioni come quelle che ho sommariamente descritto; e impone di fare il possibile perché esse non degenerino ulteriormente.

Abbiamo già conosciuto il fascismo, abbiamo fatto l’esperienza (disastrosa) dell’uomo forte e solo al comando: non vogliamo, non possiamo ripeterla. Ma questo ci impegna a fare di più e meglio, ad estendere ed approfondire il nostro concetto di “antifascismo”, a dare un contributo per l’eliminazione delle cause, anche psicologiche, che conducono all’avanzata di una destra sempre più “nera”, a non parlare più solo di lotta contro il fascismo, ma piuttosto di lotta contro tutti i fascismi, comunque si presentino; non dimenticando l’insegnamento perfino della Corte di Cassazione italiana, che in una mirabile sentenza, ha chiarito che razzismo e fascismo sono due fenomeni estremamente vicini, quando addirittura non si identificano.

Proprio nell’occasione odierna, non dobbiamo dimenticare che se il capo della Adf, il partito tedesco di estrema destra, rifiuta di essere confuso con i nazisti, si tratta – tuttavia – della stessa persona che, di recente, nel corso di un’intervista, si è richiamato al “diritto di essere fieri dei soldati tedeschi nelle due guerre mondiali” (dunque, orgoglioso delle stragi nazifasciste degli anni 1943-44, della conduzione, da parte di ufficiali e soldati, dei campi di concentramento, con metodi “scientifici” di annientamento).

Se questa è la realtà, se il successo della Adf nelle elezioni della Germania (con un largo ingresso nel Parlamento) va ad infittire e irrobustire la già fitta schiera della destra “nera”, dei populismi e dei razzismi già esistenti in Europa, abbiamo un motivo in più per contrapporre a questa “onda nera”, la forza unitaria e compatta di chi crede nella democrazia, nella solidarietà e nei diritti umani. Costruiamola presto, in Italia e in Europa, questa diga antifascista, che impedisca l’ulteriore, pericoloso, sviluppo di questi orientamenti, movimenti e partiti che negano, appunto, tutto ciò in cui fermamente crediamo.

Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell’Anpi, da ANPINews 258 – 26 settembre/3 ottobre 2017