Dunque per l’Onorevole Giorgia Meloni il 25 aprile è “divisivo” e, visto che c’è, anche il 2 giugno, festa della Repubblica. In compenso – dice – celebriamo di più il 4 novembre, festa delle Forze Armate, con lo slogan – dice sempre – “non passa lo straniero”.

La sua, più che una dichiarazione – a ben vedere – è un’autobiografia.

Diciamolo: in parte ha ragione. Festa della Repubblica e Festa della Liberazione sono “divisive” perché dividono, cioè separano, disgiungono dal fascismo, affinché mai più questo possa ritornare o con l’antico abbigliamento (orbace, fez e manganello), o col nuovo abbigliamento (felpa, facebook e manganello).

Domanda: ma il manganello non cambia? Risposta: non cambia.

Torniamo a noi (a noi? Sic!): l’Onorevole fa finta di ignorare che il nostro Paese, che è anche il suo, si è diviso per sempre (così speriamo) da ogni tipo di fascismo, grazie alla Liberazione, alla Repubblica e alla Costituzione.

Domanda: ma di quale fascismo si parla? Potrebbe essere un fascismo sotto altra forma; che ci sarebbe di male? Risposta: tutto, perché la Costituzione vieta la ricostituzione del disciolto partito fascista “sotto qualsiasi forma”.

Motivo per cui se – putacaso – l’Onorevole in cuor suo nutrisse un nostalgico sentimento di vicinanza fascistica, sappia che si può ritenere completamente disciolta e non ricostituibile. E sappia ancora che può esprimere tale suo supposto nostalgico sentimento, presumibilmente autobiografico, proprio grazie alla Liberazione e alla Repubblica, le cui feste Ella (cioè l’Onorevole) vorrebbe cancellare. Se nel mondo dell’ucronia un domani riapparisse un regime analogo al ventennio, la medesima (l’Onorevole) potrebbe senz’altro continuare a fascisteggiare summo cum gadio, con il non irrilevante corollario che noi, invece e per esempio, non potremmo scrivere più niente su questo periodico, e con noi tutta la stampa libera e democratica.

Ma l’apologia dell’autobiografia dell’Onorevole si incarna nella frase successiva: “Non passa lo straniero”. Ah, quanta nostalgia! Bei tempi, quelli in cui non solo non passava lo straniero, ma il fascista valicava i suoi confini ed aggrediva per mare, per terra e per cielo, altri Paesi ed altri popoli! Abissinia, Libia, ed ecco l’Impero! Onore e gloria quando fu invasa la Jugoslavia, e poi l’Albania, la Grecia, e così via invadendo. D’altra parte – suvvia – gli slavi non sono forse “una razza inferiore e barbara”, come predicava nel 1920 zio Benito? E poi, ebrei e negri: “Il problema di scottante attualità è quello razziale”, confermò 18 anni dopo a Trieste.

L’Onorevole accenna al 4 novembre ma parla di oggi. Il 4 novembre fu la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale e il completamento dell’ unità nazionale, e questo è vero, e perciò va giustamente ricordato e celebrato, perché per quella ragione morirono nelle trincee più di seicentomila italiani, un’inutile strage, disse allora il Papa. Ma fu – esclamò il D’Annunzio – vittoria mutilata. E Fiume? Irredentismo, nostalgia canaglia! Ella (l’Onorevole) pensa per caso anche a Fiume? O, più realisticamente, soltanto alla penisola d’Istria?

Ma l’Onorevole non si limita alla rimembranza. Incombe il presente. “Oggi lo straniero – ha spiegato Meloni – si manifesta in molte forme: lo strapotere della burocrazia europea, della finanza speculativa, le agenzie di rating, le mafie nigeriane e cinesi, quelli che scalano aziende italiane rubando il nostro know-how”. Traduzione: basta con l’UE, basta con i migranti. Ella (l’Onorevole) si conferma autobiografica, perché lo straniero, per Ella, è sempre il nemico; metti che sia nero di carnagione (questi nigeriani, tutti delinquenti e mafiosi) o – Dio ci scampi! – islamico, o rom (ladri per razza), o ebrei (nulla contro di loro, per carità! Ma zio Benito, sempre nel 1938, affermò che “L’ebraismo è il nemico irreconciliabile”), o gay (si tratta di una patologia; vanno curati). Eccolo, lo straniero! Viene da noi, ci ruba il lavoro, le donne, i capitali, ci strappa l’identità, e poi chiede pure l’elemosina proprio davanti al bar dove ogni tardo pomeriggio vado a fare l’Happy Hour con le amiche in tubino nero e col mio dolcissimo chihuahua. Non se ne può più!

Domanda: come l’hai fatta lunga! In due parole, che ne pensi della proposta della Meloni? Risposta: Onorevole Meloni, ma mi faccia il piacere!