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Una giornata importante quella di sabato scorso, 12 gennaio, per la continuazione dell’esperienza di Riace, paese dell’accoglienza. Dopo le vicende degli ultimi mesi, sempre più forte si è fatta la convinzione di non disperdere il patrimonio di umanità, solidarietà, accoglienza e integrazione costruito in tanti anni di lavoro. Ora che le politiche del governo, con l’aggravante del decreto sicurezza, stanno mettendo a dura prova la possibilità di una buona accoglienza con la chiusura degli Sprar prima di tutto, è necessario trovare nuove forme e idee per andare avanti nel segno dell’umanità.

È quello che si propone il Comitato promotore della Fondazione “È stato il vento”, nome ispirato al ricordo della barca alla deriva portata dal vento sulle coste riacesi vent’anni fa. Alla conferenza stampa, oltre ai giornalisti, tante associazioni presenti tra cui l’Anpi, che da sempre segue e sostiene l’esperienza di Riace e, anche per questa nuova iniziativa, si è dichiarata pronta a collaborare e sostenere la Fondazione nei modi e nei tempi che verranno stabiliti. Insomma Riace, che non si è mai fermata, ha voglia di ripartire. Questo hanno affermato i soggetti promotori del comitato come Gianfranco Schiavone dell’Asgi, Associazione studi giuridici sull’immigrazione; il missionario comboniano Alex Zanotelli; Chiara Sasso della Rete dei comuni solidali; il magistrato Emilio Sirianni e il Presidente onorario del Comitato Giuseppe Lavorato, ex sindaco di Rosarno. Naturalmente in prima linea il sindaco sospeso Mimmo Lucano, con le sue parole pacate sempre piene di speranza e umanità; al contempo determinato a non arrendersi alle difficoltà in cui si trova. «È importante – ha detto Lucano – non far morire l’idea: Riace rimane la metafora della resistenza di chi non vuole riconoscersi in questa deriva di disumanità, odio e fascismo che pervade tutto il Paese».

Al momento nel borgo non ci sono più progetti, sono rimaste poche persone il cui sostegno è garantito dalla solidarietà concretizzatesi dall’estate scorsa ad oggi. L’obiettivo ambizioso della Fondazione è quello di rilanciare la Comunità sopperendo alla mancanza di contributi pubblici. Nessuno ha voluto minimizzare le difficoltà del progetto. Si devono ancora pagare tanti debiti, a partire da quelli degli anni passati, e recuperare i crediti bloccati dalla burocrazia. Riaprire le botteghe, il frantoio, la fattoria didattica e altre attività.

Non sarà facile, ma dall’entusiasmo dimostrato da tutti, Riace ancora una volta farà parlare della sua bella storia.

Mario Vallone, presidente Anpi Catanzaro