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Un colpo di scena, un via libera, e all’unanimità, niente affatto scontato l’istituzione a Genova di una commissione comunale speciale contro odio e intolleranza come quella creata in Senato su proposta dalla senatrice a vita Liliana Segre. E così il sì anche alla cittadinanza onoraria alla donna divenuta simbolo del riscatto dagli orrori della Shoah. Lo ha stabilito il 12 novembre scorso il parlamento locale, riunito a palazzo Tursi, al termine di una vicenda che molto racconta all’intero Paese.

Spiega Massimo Bisca, presidente dell’associazione provinciale dei partigiani: «Con questo atto il Consiglio ha contratto un obbligo impossibile da disattendere e ha stabilito un prima e un dopo nel dare risposta al sentire democratico della città Medaglia d’oro della Resistenza». Che qualcosa fosse cambiato nell’atteggiamento dell’Amministrazione guidata dal sindaco Marco Bucci lo si era capito già il 2 novembre. «Il Primo cittadino si è ben guardato dal mandare, come invece lo scorso anno per la commemorazione dei defunti, un rappresentante del Comune con tanto di fascia tricolore a omaggiare i repubblichini della Rsi – rivendica Bisca –. Dopo le proteste dell’Anpi, dei sindacati, delle forze politiche democratiche, le polemiche e l’indignazione corali suscitate da quella iniziativa, questa volta, seppure una corona è stata deposta, non c’era l’ombra di incaricati ufficiali».

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La cronaca dell’impegno civile antifascista ci porta al giorno successivo, 3 novembre. La città della Lanterna si prepara a una marcia silenziosa per commemorare l’anniversario dell’iniziò della deportazione degli ebrei genovesi, quando con un agguato nazifascista dentro la sinagoga, furono arrestate circa venti persone e proseguirono con altri arresti nei giorni successivi: di 261 persone avviate alla morte nei lager, solo in venti tornarono. «L’Anpi – continua Bisca – si è rivolta pubblicamente all’inquilino di palazzo Tursi con una semplice domanda: la partecipazione del Comune è frutto di un vero convincimento? Un dubbio legittimo se al contempo venivano portate corone a chi si è reso complice di quel crimine. Nel comunicato chiedevamo di dare una risposta con atti concreti, cioè con una sua presa di posizione positiva sulla richiesta avanzata in Consiglio comunale per l’istituzione di una commissione che ricalcasse esattamente quella proposta dalla senatrice a vita Liliana Segre». Aggiunge il presidente Bisca: «Inoltre abbiamo ricordato al sindaco Bucci che il prossimo 24 novembre Liliana Segre riceverà a Genova il prestigioso Premio Primo Levi».

Se infatti la proposta di conferire la cittadinanza onoraria a Segre era in cantiere, avanzata dalle opposizioni, si è ritenuto ancor più necessario fare un passo avanti. «La minoranza ha fatto propria la richiesta dell’Anpi di varare anche una commissione speciale contro l’odio e il razzismo». L’11 novembre, preparatoria alla discussione in Aula, si è riunita la commissione consiliare che è aperta alla cittadinanza e alle associazioni del territorio, e un folto gruppo di persone ha voluto presenziare e anche intervenire a favore della proposta. Una seduta a dir poco tempestosa: i consiglieri di Fratelli d’Italia hanno provato sul momento a mettere i bastoni tra le ruote, sollevando ragioni ostative a norma di regolamento, ma il dibattito era ormai di dominio cittadino.

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Un segnale importante è stato l’intervento sulla stampa locale di Seniores Costa, esponente di primissima fila di Forza Italia in città: «Nei giorni di ottobre sulla vicenda della commissione Segre in Senato, la posizione di Forza Italia a Genova era stata netta, di forte critica al gruppo parlamentare, sostenendo che su alcuni temi non ci possono essere né se né ma». Il 12 in Aula, una sorpresa niente affatto immaginabile fino alle ore precedenti: «La maggioranza di centrodestra ha accolto e votato l’odg con la proposta impegnativa ed esplicita avanzata della minoranza», dice Bisca. In altre parole, il centrodestra al governo della città ha accettato le proposte dell’opposizione conferendo la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita e soprattutto «votando sì all’istituzione della commissione Segre, prendendo addirittura un impegno vincolante votato all’unanimità». Trentanove su trentanove hanno detto sì, e un lungo scrosciante applauso ha sottolineato il pronunciamento di Palazzo Tursi.

Una vittoria della democrazia che da Genova sembra mandare un messaggio a quelle forze politiche nazionali del centrodestra che mai in passato avevano messo in discussione la loro vocazione liberale, mentre in questi ultimi mesi, a parte qualche voce fuori dal coro, sono sembrate allinearsi alle parole d’ordine di Salvini e Meloni.

Una conferma è nelle ultimissime notizie. Sempre grazie all’Anpi, che – si sa – non si accontenta degli allori quando in gioco ci sono la democrazia e la memoria delle lotte per i diritti conquistati con la Resistenza. Massimo Bisca, coordinatore dei partigiani liguri, oltre che presidente genovese, ha preso carta e penna e oggi, 18 novembre, dalle colonne del principale quotidiano locale, il Secolo XIX, scrive al presidente di Regione, Giovanni Toti, affinché in occasione del 75° della Liberazione, fra una manciata di mesi, l’aula del consiglio regionale sia intitolata al partigiano Presidente della Repubblica Sandro Pertini, nato a Savona, e di cui proprio nel 2020 ricorre il 30° della scomparsa. Questa la risposta di Toti, affidata a una immediata nota stampa: “Sarei ben lieto che l’assemblea legislativa ligure intitolasse a Sandro Pertini l’Aula consiliare”. Continua Toti: “L’attuale giunta, del resto, fin dall’inizio del suo mandato ha valorizzato la figura di Pertini […]. Pertanto aderiamo con favore all’iniziativa lanciata dall’Anpi”.

Insomma su Genova, la città dove nel 1960 con la straordinaria mobilitazione dei giovani dalle magliette a strisce insieme ai lavoratori del porto e delle fabbriche impedì il congresso dell’Msi, sembra alzarsi una brezza che ha tutti i requisiti per divenire un “vento del Nord” e fischiare forte fino alle orecchie di Salvini e Meloni.