Pier Paolo Pasolini – Foto di Deborah Beer – Archivio Cinemazero Images, Fondo Gideon Bachmann (da https://i0.wp.com/www.themammothreflex.com/wp-content/uploads/2015/10/Pasolini-davanti-alla-torre-di-Chia-Foto-di-Deborah-Beer.jpg?resize=1024%2C682&ssl=1)

La mattina del 2 novembre 1975, a Ostia, il litorale di Roma, il corpo massacrato di PPP venne ritrovato in una stradina sterrata dell’Idroscalo. A riconoscerlo fu l’amico e attore Ninetto Davoli. Per l’omicidio fu condannato Pino Pelosi, di diciassette anni, ma quella morte – i reali esecutori e i mandanti – è ancora tra i grandi misteri italiani. Nel 2016 è stata istituita una commissione parlamentare di inchiesta.

Sulla Resistenza, nel settembre 1968, Pasolini in un’intervista così disse: «Nel ’44-’45 e nel ’68, sia pure parzialmente, il popolo italiano ha saputo cosa vuol dire – magari solo a livello pragmatico – cosa siano autogestione e decentramento, e ha vissuto, con violenza, una pretesa, sia pure indefinita, di democrazia reale (…)».

La poesia La Resistenza e sua luce venne pubblicata nella raccolta La religione del mio tempo, edita da Garzanti nel 1961 e ora in P.P.Pasolini, Tutte le poesie, a cura di W.Siti, vol. I, “Meridiani” Mondadori, Milano 2003, pp. 944-947

 

Così giunsi ai giorni della Resistenza

senza saperne nulla se non lo stile:

fu stile tutta luce, memorabile coscienza

di sole. Non poté mai sfiorire,

neanche per un istante, neanche quando

l’Europa tremò nella più morta vigilia.

Fuggimmo con le masserizie su un carro

da Casarsa a un villaggio perduto

tra rogge e viti: ed era pura luce.

Mio fratello partì, in un mattino muto

di marzo, su un treno, clandestino,

la pistola in un libro: ed era pura luce.

Visse a lungo sui monti, che albeggiavano

quasi paradisiaci nel tetro azzurrino

del piano friulano: ed era pura luce.

Nella soffitta del casolare mia madre

guardava sempre perdutamente quei monti,

già conscia del destino: ed era pura luce.

Coi pochi contadini intorno

vivevo una gloriosa vita di perseguitato

dagli atroci editti: ed era pura luce.

Venne il giorno della morte

e della libertà, il mondo martoriato

si riconobbe nuovo nella luce…

Quella luce era speranza di giustizia:

non sapevo quale: la Giustizia.

La luce è sempre uguale ad altra luce.

Poi variò: da luce diventò incerta alba,

un’alba che cresceva, si allargava

sopra i campi friulani, sulle rogge.

Illuminava i braccianti che lottavano.

Così l’alba nascente fu una luce

fuori dall’eternità dello stile.

Nella storia la giustizia fu coscienza

d’una umana divisione di ricchezza,

e la speranza ebbe nuova luce.