È divenuta una tradizione di memoria resistente dedicata soprattutto alle nuove generazioni. Ogni anno i Comuni di Imola e di Riolo Terme con le Anpi locali danno appuntamento alla cittadinanza al Monumento al Partigiano per i Comuni di Imola e di Riolo Terme commemorare il Battaglione Sap Montano e in particolare il sacrificio eroico di due giovani, Rino Ruscello di 17 anni e Marino Dalmonte (Petit) di 21, entrambi Medaglia d’Oro al valor militare alla memoria.
Dopo la liberazione di Roma, nel giugno 1944, l’avanzata degli Alleati aveva subito un arresto e tutta la dorsale del Santerno era divenuto terreno ad alto rischio per la presenza continua dei nazisti e delle brigate nere. Così nell’Italia occupata, le Sap (squadre di azione patriottica) avevano il compito di difendere il territorio e gli abitanti dalle razzie nazifasciste, non far cadere il raccolto nelle mani dell’invasore, sabotare linee telefoniche e ferroviarie dei nemici, dedicarsi alla propaganda murale o a mezzo stampa; furono il collegamento tra Resistenza armata e società civile. Non vennero aiutate dai lanci alleati e le armi di cui erano dotate venivano conquistate strappandole ai nazifascisti con azioni rischiose.
Nell’imolese le Sap erano strutturate in tre battaglioni, “Pianura”, “Città” e “Montano”, i responsabili costituivano il comando Sap di zona.

Il “Montano” era l’ultimo nato, nel settembre ’44, su decisione del Comando unico Emilia Romagna, in accordo con il Cln di Imola. La nuova unità, insieme alla 36ª Brigata “Bianconcini” e i Gap (gruppi di azione patriottica), doveva operare per liberare Imola.

Rino Ruscello

Il 6 ottobre, vicino a Ca’ Bella Rosa Terme, località Cà Genasia, Rino e Marino “Petit” (già appartenenti al 7° Gap) insieme ad altri compagni del “Montano” attaccarono un carro tedesco: un soldato rimase ucciso e il carico, cibo e armi, fu preso dai partigiani. Il gruppo stava tornando alla base quando venne raggiunto da una quarantina di soldati tedeschi. I nazisti però dovettero rinunciare all’attacco per le strade rese fangose dalla pioggia autunnale.

Marino Dal Monte

La squadra partigiana ne approfittò e decise di lasciare la zona mentre i due giovani, per permetterle di sganciarsi, si fermarono a Ca’ Genasia. Durante la notte però vennero assaltati da tedeschi e fascisti.

Nonostante la disparità di forze non si arresero, i nazifascisti dettero fuoco alla cascina dopo averla crivellata di colpi, non un centimetro di muro era stato risparmiato dalle schegge delle bombe a mano e dalle pallottole dei mitra. I due giovani morirono arsi vivi, armi in pugno.

La cascina bruciata dai nazifascisti

Sabato 6 ottobre 2018, nel 73° anniversario dell’episodio, al Monumento al partigiano (via Raggio 1, Riolo Terme/incrocio con via Sabbioni, Imola), interverranno l’assessore Claudio Frati in rappresentanza del Comune di Imola; Francesca Merlini, vice sindaco di Riolo Terme; e Romano Bacchilega per l’Anpi Imola. Parteciperanno gli studenti degli istituti comprensivi dei due Comuni. Un’occasione ricordare ai ragazzi il contributo di tanti loro coetanei alla lotta per la libertà e la democrazia.