La Sezione di Forlì dell’Anpi ha organizzato la prima presentazione del volume “Resistere era un dovere”, edizioni CartaCanta, opera del proprio iscritto Carmelo Pecora. Proprio l’autore ha voluto che fosse l’Anpi forlivese a tenere a battesimo la sua ultima “fatica” letteraria. Pecora è conosciuto per altre pubblicazioni di forte impatto – dalla vicenda della Uno bianca a storie di mafia – e ha scelto di farlo in Salone Comunale, quindi rivolgendosi a tutta la cittadinanza antifascista e democratica. La presentazione è martedì 10 aprile, con la partecipazione del Sindaco di Forlì, Davide Drei, dell’Assessora alla Cultura, Elisa Giovannetti, del Presidente provinciale Anpi Miro Gori, con letture di Sabina Spazzoli e intermezzi musicali di Mirko Catozzi. Coordina la serata Lodovico Zanetti, Presidente della Sezione Anpi di Forlì.

Abbiamo parlato del libro con Carmelo Pecora, in anteprima per Patria Indipendente.

Perché un libro sui partigiani?

Raccontare attraverso la scrittura è una passione che coltivo ormai da qualche decennio, mi diverte, mi rilassa e soprattutto mi dà l’opportunità di arrivare ai ragazzi che molto spesso non conoscono la nostra recente storia. Ho sentito la necessità di narrare le vicende di alcuni partigiani, prendendo spunto da storie di gente comune mai raccontate da altri per intero ma che, allo stesso modo di quelli più “famosi”, avevano dedicato la propria giovinezza, e qualche amico anche la vita, per la libertà del nostro Paese. Una delle motivazioni che più mi ha spinto a trattare questo tema è stato quello di vedere, in questo momento storico, la rinascita, attraverso partiti e movimenti, di un pericoloso rigurgito nazi-fascista. Se, come recita il titolo del mio libro, “resistere era un dovere” è riferito al ventennio fascista, a maggior ragione, “resistere è un dovere”, riferito al giorno d’oggi diventa un imperativo assoluto per combattere, con le armi che la democrazia ci concede, ogni tentativo di revisione storica.

Come hai scelto le storie proposte nel libro?

La scelta non è stata casuale. Roberto Trinelli (nome di battaglia “Fanfulla”) nato a Castellarano (Reggio Emilia) ha combattuto sui monti reggiani con la 26^ Brigata Garibaldi partecipando a numerose azioni, la più famosa è “l’Operazione Tombola” che vide la distruzione del sito dove era custodita la cartografia tedesca. Poi, arruolatosi nella Polizia Partigiana venne trasferito in Sicilia, a Enna, mia città di nascita. Lui vive ancora lì e così ho deciso di approfondire la sua vicenda.

Carmelo Pecora, autore di “Resistere era un dovere” (da http://www.carmelopecora.it/)

E gli altri partigiani raccontati?

Otello Bandini (“Fulmine”), l’avevo conosciuto personalmente. Una bella persona con la quale, prima della sua scomparsa avvenuta qualche anno fa, facevamo lunghe chiacchierate. Mai mi sarei aspettato che tenesse un diario personale in cui raccontava la sua avvincente storia di partigiano. Cosa ancor più straordinaria, mai avrei pensato che un giorno, grazie a sua figlia Serena, io venissi in possesso di quegli scritti per renderli pubblici. Iniziò a combattere nell’8^ Brigata Garibaldi per poi spostarsi nel ravennate con la 36^ Brigata Garibaldi “Alessandro Bianconcini”. Giuliana Foschi, giovane e caparbia staffetta cervese, l’ho conosciuta tramite comuni amici. Una donna in possesso di una forza straordinaria, tanto che ha voluto raccontarmi le sue avventure solo pochi mesi dopo avere avuto il dolore più grande che una mamma possa sopportare: la scomparsa del figlio Ugo di soli 48 anni. Giuliana è componente dell’Anpi di Cervia ed è ancora combattiva, grazie a lei ho potuto mettere l’accento sul ruolo determinante che le donne hanno avuto nella Resistenza al nazi-fascismo.

Scrivere dei partigiani, conoscerli meglio, cosa ha significato?

È stato bello. Il libro non vuole essere altro che il mio modo per ringraziare le migliaia di partigiani e di staffette che in maniera determinante, ed il più delle volte con il sacrificio delle loro giovani vite, hanno reso libera questa nostra Italia. D’ora in poi il mio motto è “ricordare per non dimenticare!”.

Adalberto Erani, Direttivo Sezione Anpi Forlì