Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (da http://immagini.quotidiano.net/ ?url=http://p1014p.quotidiano.net:80/ polopoly_fs/1.2049299.1501150610!/ httpImage/image.jpg_gen/derivatives/ wide_680/image.jpg&pos=top&op=noop)

Lei è il sindaco di una città Medaglia d’Oro per la lotta di Liberazione; come valuta la presenza nel territorio da lei amministrato di organizzazioni che si richiamano a ideologie fasciste e naziste discriminatorie, omofobe, xenofobe e razziste?

Purtroppo, recentemente, si sono verificate manifestazioni di stampo fascista in diverse occasioni. Penso al Cimitero Maggiore e penso a quel che è avvenuto in Consiglio comunale. L’Anpi, attraverso la voce di Roberto Cenati, ha parlato di “un salto di qualità del neofascismo” e di “recrudescenze che preoccupano”. Ecco, condivido con voi questa analisi, questi fatti non possono essere classificati come semplici opinioni. Certe manifestazioni non vanno mai sottovalutate, perché più passa il tempo e più si rischia di perdere la memoria di quello che è stato. E allora dobbiamo essere noi a continuare a parlare di quel ventennio tremendo, a portare nelle scuole la memoria, a continuare a commemorare chi ha perso la vita per lasciare a noi la libertà. Non si deve mai abbassare la guardia, bisogna essere molto attenti ogni giorno e farsi forza, insieme.

Dove, a Milano, hanno consensi queste organizzazioni e perché?

Oggi non si possono più ricercare le ragioni del consenso a livello locale. Con la diffusione della comunicazione tramite il web, certe ideologie malate non hanno il consenso solamente dei “nostalgici”, ma stanno tornando a serpeggiare tra i più giovani, che alle volte neanche sanno cosa ha significato il fascismo per il nostro Paese. Per questo non bisogna mai smettere di praticare la memoria, anzi. Bisogna renderla più attuale, farla viaggiare sugli stessi canali su cui oggi viaggiano l’odio e la discriminazione, trovare la strada giusta per raggiungere le nuove generazioni, renderla attraente e interessante per chi chiede velocità e facilità di accesso alle informazioni.

Per contrastare la propaganda antidemocratica attraverso il web servono strumenti normativi nazionali ad hoc? In molti ritengono siano necessarie leggi adeguate ai tempi…

Ritengo necessario un aggiornamento degli strumenti normativi contro le apologie dei totalitarismi per quanto riguarda sia la prevenzione sia gli strumenti per perseguirle. La legge esistente dal punto di vista dei principi è ancora molto attuale ed efficace, ma è lacunosa per quel che riguarda le pene previste soprattutto perché non prevede – per ovvie ragioni temporali – tutto il mondo del web. Quello su cui è giusto riflettere, per poi intervenire, è se un post fascista sui social network che diventa virale sia più, meno o ugualmente pericoloso di un saluto romano. Io penso che nella società di oggi possa fare dei danni enormi e che quindi sia giusto e prioritario adeguare la normativa.

Alcuni Comuni italiani, come per esempio Chiaravalle, Sarzana, Cavarzere, Cadoghe, e due capoluoghi quali Pavia e Siena, hanno adottato in Consiglio comunale delibere o atti di indirizzo politico-amministrativo per non concedere spazi pubblici a qualsiasi organizzazione che si richiami a ideologie fasciste e naziste, xenofobe, razziste od omofobe. A Milano si potrebbe avviare un percorso di questo tipo? Potrebbe come a Siena il Sindaco di Milano farsi promotore di un’iniziativa simile da discutere con la sua Comunità, le forze politiche democratiche, le associazioni del territorio?

Sono una persona molto concreta e non mi sono mai tirato indietro quando si è trattato di intervenire, non solo politicamente, per condannare e chiedere che venissero bloccate manifestazioni anti democratiche. Ma dobbiamo anche ricordarci sempre una cosa: esiste una Costituzione, esistono delle leggi nazionali, esistono associazioni che, pur di stampo chiaramente neofascista, possono regolarmente presentarsi a delle elezioni. Un Amministratore locale può fare “gesti” politici, come più volte ho fatto, ma non può andare amministrativamente contro leggi nazionali, approvando atti che poi, nella pratica, non sarebbero tutelati dal punto di vista legale e amministrativo. Quindi sì, sicuramente c’è margine per discuterne con la comunità e le forze politiche, ma bisogna poi studiare una formula che sia realmente efficace e “a prova di ricorsi”, altrimenti tutto resterebbe solo, seppur giusta, una bella facciata.

Un presidio antifascista promosso dall’Anpi a Siena

Ricordava la commemorazione della Repubblica sociale organizzata da sigle di estrema destra lo scorso 29 aprile al Cimitero maggiore. Le forze di polizia avrebbero dovuto intervenire per impedire quel raduno non autorizzato?

Centinaia di militanti di estrema destra si sono presentati al Campo X del Cimitero Maggiore e si sono esibiti in un saluto romano collettivo. Abbiamo condannato fermamente questo gesto e come Amministrazione continueremo a far tutto quanto è in nostro potere per evitare iniziative del genere. Non è mio compito però giudicare il modo in cui le Forze dell’Ordine avrebbero dovuto o meno intervenire. Certo è invece che, nel rispetto di quel che decide la magistratura, la richiesta di archiviazione per le persone identificate quel giorno è stato un segno veramente terribile per la nostra città, che continuo a non capire.

Per il resto, mi auguro che la Milano democratica e antifascista, che ha fatto grande questa città, non smetta mai di far la sua parte, nel solco dei valori della nostra Costituzione. Io la mia la farò sempre.