Andrea Loriga [Codroangianos (SS) 1904-1945], medico ed eroe antifascista. Tanto da essere inserito meritoriamente tra “giusto tra i giusti”, cioè coloro che hanno contribuito a salvare gli ebrei, sottraendoli al genocidio nazista. Anche i “giusti” sardi hanno scritto pagine memorabili della storia contemporanea sarda e nazionale. Andrea Loriga era uno di questi. Conseguita la laurea in medicina si trasferiva nel Nord Italia per esercitare la professione medica e di ufficiale giudiziario prima nel bergamasco, a Rota Imagna e Oltre il Colle, e in seguito a Binasco, nel territorio di Milano, dove ancora oggi, pur a distanza di decenni, gli anziani ricordano l’abnegazione e la passione umana e professionale che il dottor Loriga trasmetteva ai pazienti, soprattutto a quelli meno abbienti.

Il medico sardo era uno strenuo antifascista, dote che mal si conciliava con il ferreo regime mussoliniano imperante in Italia. Il giorno dopo la caduta del fascismo, nel luglio ’43, viene accusato dal podestà di una sfilza di atti: l’aver bruciato una serie di quadri esposti in alcuni uffici comunali che raffiguravano la figura del duce; aver frantumato una grande statua di Mussolini; aver scritto sui muri del paese frasi che oltraggiavano il capo del fascismo e inneggiavano a Giacomo Matteotti. Perciò venne sospeso dal servizio medico con la privazione dello stipendio e segnalato come individuo ostile da sottoporre a sorveglianza. Tuttavia, non essendoci prove tangibili, Andrea Loriga verrà reintegrato. Intanto l’Italia è occupata, nasce la Repubblica di Salò e Binasco diventa sede della polizia tedesca e della famigerata, collaborazionista banda Muti.

Il sardo è nel CLN locale. In qualità di medico, presta la sua opera in soccorso di sbandati e partigiani feriti o malati che si nascondono nelle cascine intorno al paese. Ma i nazifascisti lo tengono d’occhio, è più volte arrestato e torturato, ma non vuole abbandonare la sua gente. Nell’autunno del 1944, il medico mette in salvo la famiglia dell’avvocato ebreo Augusto Weiller, sfollata a Binasco, aiutandola a fuggire nella vicina Svizzera. Il dottor Andrea Loriga moriva il 2 marzo 1945 per le torture inflittegli dai fascisti locali.

La storia e la vicenda umana e politica del medico sardo è stata ricostruita con prove documentali dal Centro culturale “La Tenda”. Molteplici le testimonianze di quanti lo avevano conosciuto. Gino Porri ricorda: “Era un uomo straordinario, che amava la libertà e gli uomini: perciò era antifascista convinto, perché non sopportava i soprusi e la violenza e lo dimostrava apertamente. Per questo motivo i fascisti lo hanno perseguitato e torturato più volte dopo il 25 luglio 1943. Persone come il dottor Loriga devono essere ricordate per sempre, soprattutto in tempi di confusione morale come i nostri, perché deve essere proposto ai giovani come monito ed esempio da imitare” (da Gariwo.net, La foresta dei Giusti). Il Comune di Binasco nella seduta del 31 maggio 1965 deliberava di “assegnare ai familiari dello scomparso, una Medaglia d’Oro al Valore per l’opera prestata dal dottor Loriga nella epidemia di tifo del 1942, nella assistenza delle vittime dei bombardamenti e dei mitragliamenti del 1945, a favore degli sbandati, dei braccati e dei prigionieri di guerra”. L’amministrazione comunale di Binasco nel 2016 ha dedicato una quercia e un ceppo ad Andrea Lodriga: “per additare a memoria futura e ai giovani d’oggi la sua figura esemplare”. La sezione dell’Anpi di Binasco-Lacchiarella è intestata meritoriamente ad Andrea Loriga, Martire antifascista.

Maurizio Orrù, dirigente Anppia nazionale