Manifestazione di Casapound contro l'unione europea e le politiche sull'immigrazione,oggi a Roma Nella foto Foto Ravagli
Dietro la citazione dell’inno di Mameli, fa capolino la mistica del martirio (foto Ravagli)

 

Roma. 21 maggio. Alle 10 di mattina, all’angolo tra piazza Vittorio e via Carlo Alberto, il tavolino del bar sotto i portici è pieno di bottiglie vuote, birra consumata da alcuni militanti di CasaPound. Non giovanissimi, al contrario dei ragazzi e delle ragazze in attesa di sfilare. Si scambiano il benarrivato gli esponenti delle tartarughe frecciate giunti a Roma da più regioni per partecipare al corteo e per assistere al concerto pomeridiano. Come andranno le elezioni amministrative nella Capitale, dice qualcuno, è quasi secondario dopo il risultato di Bolzano, poi lamenta che solo dal Veneto ci si sposti in forze per dare sostegno alle manifestazioni promosse in tutta Italia.

Manifestazione di Casapound contro l'unione europea e le politiche sull'immigrazione,oggi a Roma (Foto Ravagli)
Ancora la “bella morte” in primo piano. Come ai tempi della RSI
(Foto Ravagli)

La piazza è silenziosa, gli slogan cominceranno quando sarà partito il serpentone che dall’adiacente via Napoleone III, sede di CasaPound Italia, è diretto al Colosseo per poi salire al parco del Colle Oppio. L’altura del mons Esquilinus è luogo storico della destra romana, una volta c’era una delle più importanti sezioni dell’MSI, poi divenuta della Destra nazionale, ora di Fratelli d’Italia, formazione tra le “sette sfumature di destra e destra estrema” in corsa alle amministrative cittadine 2016. Niente braccia tese, niente saluti romani sotto l’occhio della polizia e dei cronisti. Molto lontani dai diecimila “dichiarati”, sono circa duemila in marcia, schierati in file da 8 persone, rigidamente controllate da un servizio d’ordine, dotato di pettorine con stemma, che rimprovera quanti non mantengano la posizione. Lo striscione più grande recita “Difendere l’Italia con lo spirito degli eroi del Piave” e ritrae un soldato con l’elmetto la cui mascella evoca Mussolini. Lo striscione d’apertura con la scritta “L’Europe s’insurge contre la fatalité”, ha l’immagine stilizzata di Dominique Venner, perché la dimostrazione è ufficialmente dedicata all’intellettuale dell’estrema destra francese suicidatosi a Notre-Dame il 21 maggio di tre anni fa. Gli slogan sono chiamati con l’altoparlante: “Autarchia /socializzazione/ CasaPound Italia per la rivoluzione”, e come allo stadio si canta “Siamo noi/ siamo noi/ scudo e spada dell’Italia siamo noi”.

Manifestazione di Casapound contro l'unione europea e le politiche sull'immigrazione,oggi a Roma Nella foto Foto Ravagli
Non poteva mancare l’ariano con la svastica (Foto Ravagli)

Nessun accenno all’Austria e all’imminente ballottaggio tra il discepolo di Haider, Hofer, e il verde Van der Bellen che in quelle ore teneva col fiato sospeso il mondo democratico. Si preferisce sgolarsi con: “Roma, Atene, Madrid e Ungheria / fermiamo l’invasione / questa è casa mia”; “Diritto alla casa, diritto al lavoro / non ce l’abbiamo noi / non ce l’avranno loro” e “Marcia in tutta Europa, la nostra idea / noi non la vogliamo l’Unione europea”. Le parole d’ordine e i segni di riconoscimento sono anche sulle magliette nere indossate, con scritto “Blocco studentesco”; “La paura appartiene alle prede, state pronti”; “Fino alla vittoria”; “Morte e nemici si guardano in faccia”; “Non ti perdere”, accanto a due ali d’aquila stilizzate.

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Nemici dell’Unione Europea, come si vede dalle bandiere

Sventolano le bandiere di CasaPound, i Tricolori, e i vessilli blu con lo stemma della Ue sbarrato (No Ue) che avevano debuttato due anni fa a Milano, quando i sovranisti avevano stretto accordi con la Lega Nord di Salvini. E in una regia così precisa della manifestazione, vien da chiedersi se quegli stendardi siano in realtà messaggi di nuovi futuri patti, inviati agli ex alleati, ora concorrenti nel primo turno a Roma.

Così, a guardare quelle ragazze e ragazzi giovanissimi vien da domandarsi chi siano quei tre signori molto anziani, uno appoggiato a un bastone, che hanno sfilato in posizione centrale. Coloro che hanno chiesto, riverenti, di esser presentati hanno dovuto attendere prima di poter stringere loro la mano. A metà del tragitto, dalla finestra di un palazzo di via Merulana (da cui era esposta una bandiera di Che Guevara) parte un lancio di uova. “Scendi porco!” si urla dalla strada. Qualcuno si avvicina ai citofoni dell’edificio, sembra fotografi i nomi.

Manifestazione di Casapound contro l'unione europea e le politiche sull'immigrazione,oggi a Roma Nella foto Foto Ravagli
Stile squadrista.. Se lo dicono loro…  (Foto Ravagli)

Arriviamo al Colosseo, il corteo prosegue fino a Colle Oppio per l’ottava edizione della Tana delle Tigri, annuale raduno di MMA (Mixed Martial Arts), RAC (Rock against communism) e miscellanee di punk, hard rock, ska e metal con le tematiche sovraniste e antiglobalizzazione tipiche della destra estrema. Oltre agli Zetazeroalfa – la band di Gianluca Iannone, fondatore e presidente di CasaPound Italia – il programma prevedeva l’esibizione dei francesi In Memoriam, degli SPQR e dei Mai Morti. Come documentato da un video del Fatto Quotidiano, non sono mancati i saluti romani. Immancabile, ma appena abbozzata, la cinghiamattanza, cioè una lotta a colpi di cinghia, il rituale di appartenenza al gruppo al quale la band di Iannone ha dedicato una canzone.

Prima del concerto, dal palco allestito a Colle Oppio era intervenuto Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia e candidato sindaco di Roma. Un saluto al fratello Davide, attualmente agli arresti domiciliari, e una dichiarazione: il movimento è «pronto alla morte per difendere l’Italia, la sua identità, i suoi confini e tutto quello che i nostri padri e i nostri nonni ci hanno consegnato fin qui». Infine un vaticinio: «Entriamo in Parlamento e nel giro di 10 anni ci riprendiamo la nostra nazione».