Laura Wronowski (da http://immagini.quotidiano.net/)

Laura Wronowski, nipote di Matteotti, che a vent’anni a Milano imbraccia il fucile e diventa partigiana; Sergio Leti, “Gin”, che nei Boschi alle spalle di Savona viene a sapere che la madre Clelia Corradini è stata fucilata dai tedeschi; Teresa Vergalli “Annuska”, che sull’appennino reggiano insegna alle altre staffette i diritti delle donne; e ancora Silvano “Pillo” Sarti che racconta la liberazione di Firenze, Carlo Trucco “Girasole” e il ricordo del comandante Felice Cascione nelle montagne imperiesi. Ma non sono i soli: e le loro storie, vissute oltre settant’anni fa, sono narrate con la voce di oggi. Perché per raccontare la Resistenza, ma soprattutto i suoi protagonisti, servono le immagini, il racconto in prima persona: per i ragazzi più invogliati a seguire un video che non un capitolo di libro, certo, ma anche per tutti, con lo smartphone, il tablet o il computer sempre sotto gli occhi; e perché la memoria va coltivata in primo luogo dando la parola a chi, quelle storie, le ha vissute.

Donatella Alfonso

Nasce da qui lo speciale “Partigiani, vite di Resistenza e libertà”, pubblicato sulla homepage di Repubblica.it, il sito di informazione più seguito in Italia, che dalla fine di febbraio e fino ai giorni del 25 aprile permette di “incontrare” virtualmente numerosi testimoni dei venti mesi della lotta partigiana in Italia. E le migliaia di condivisioni già registrate sui social network da alcune testimonianze, le decine di migliaia di visioni delle storie, confermano che l’interesse per questi portatori di memoria c’è, e che la storia può essere letta anche come una cronaca contemporanea, con i mezzi veloci dell’informazione corrente.

  (Clicca sull’immagine per aprire il video. Di seguito il link all’intervista a Marisa Ombra http://video.repubblica.it/dossier/partigiani-vite-di-resistenza-e-liberta/marisa-ombra-la-mia-guerra-partigiana-camminando-e-combattendo/271948/272450?ref=RHPF-BH-I0-C12-P9-S1.4-T1)

 

Insieme al collega Alessio Sgherza (“regista” del progetto), con la collaborazione dell’ANPI nazionale, siamo andati a cercare storie e persone, coinvolgendo le redazioni locali del quotidiano, da una parte all’altra d’Italia. E, per inciso, Repubblica è stata la prima testata giornalistica italiana ad aver dedicato ai testimoni della Resistenza uno spazio così ampio e soprattutto arricchito via via di nuovi contributi, come il web permette di fare agilmente, amplificandolo poi dalla condivisione sui social network. Abbiamo cercato, con una parte introduttiva tra cui una videomappa particolarmente utile per le scuole ma anche per tutti coloro che visivamente vogliano avere un panorama completo di date e fatti, di riprendere in breve cosa sia stata la guerra di Liberazione in Italia. Completa questa parte una videointervista con la storica Michela Ponzani, conduttrice ogni giorno de “Il tempo e la Storia” sui Rai3, che sottolinea tra l’altro due aspetti fondamentali della Resistenza: il ruolo delle donne, basilare sia che siano state combattenti che per il supporto dato ai partigiani, ma soprattutto autrici in prima persona, e quasi sempre per la prima volta, di una scelta decisiva sulla propria vita, e la presa di coscienza anche degli operai e dei contadini, per un diverso modo di intendere i rapporti tra padronato e lavoratori.

Gastone Cottino (da http://www.comune.torino.it/consiglio/servizi/img/COTTINO.JPG)

Ma il cuore dell’iniziativa di Repubblica.it sono le interviste: una quindicina quelle già realizzate, altre in lavorazione; e in qualche caso le storie sono inedite, o quasi. Non sempre azioni militari, ma anche i sentimenti, le famiglie, gli amori e, oggi, molte delusioni.

Siamo entrati nelle case dei partigiani e delle partigiane, novantenni con l’entusiasmo e la fantasia dei ragazzi nel raccontare le loro storie: abbiamo ascoltato le Quattro Giornate di Napoli ricordate dal partigiano-ragazzino Tonino Amoretti oppure, a Torino, il racconto di Gastone Cottino che dall’interno della Prefettura organizzava azioni di guerriglia, o ancora, a Milano, i momenti vissuti da Francesco Villani, “Cif”, condannato a morte e graziato da un repubblichino.

Un altro elemento da sottolineare è che nelle interviste sono presenti partigiani delle Brigate Garibaldi e di Giustizia e Libertà, esponenti cattolici e liberali: perché la lotta di Liberazione non ebbe una sola bandiera, ma quelle di tutto il CLN. Preparando il terreno a quelle intese che portarono poi a ratificare la Costituzione da parte dell’Assemblea Costituente. Così, il ricordo di ieri diventa anche un monito per l’oggi.

Donatella Alfonso, giornalista di Repubblica e scrittrice