Una manifestazione dell’organizzazione paramilitare neonazista Jobbik in Ungheria

“I combattenti della resistenza europea si sono uniti per contrastare la rinascita del nazismo e del fascismo, per vegliare sulle libertà riconquistate, per difendere i valori della Resistenza – chiedendo la punizione dei criminali di guerra – e per riaffermare i principi che furono la base delle Nazioni Unite”. Con queste parole il Senatore Arialdo Banfi descrisse la FIR, nel trentennale della sua fondazione.

Nata nel giugno 1951 a Vienna, erede della Federazione Internazionale degli ex prigionieri politici, la Federazione Internazionale dei Resistenti ha concentrato la sua attività su tre percorsi principali, ovvero la memoria, la difesa dei combattenti della Resistenza e delle vittime del nazifascismo e il proseguimento della lotta per difendere l’ideale antifascista nella vita moderna.

La Federazione ha svolto, fin dall’inizio, un ruolo fondamentale nel preservare la memoria per le generazioni del dopoguerra. La sua commissione storica ha pubblicato dieci studi internazionali sui movimenti antifascisti, dedicati alla Resistenza in vari Paesi europei, tra cui imponenti relazioni sulla liberazione di Parigi, di Praga e del Nord Italia e importanti documenti sulla Resistenza nei campi di concentramento e sterminio, così come una pregevole analisi della partecipazione internazionale alla lotta di Liberazione, con una specifica attenzione al movimento di resistenza ebraico.

L’obiettivo principale delle attività memoriali della FIR è la formazione storica delle giovani generazioni, con un focus particolare sul ruolo dei partigiani e dei combattenti della Resistenza. Quando nel dopoguerra l’attualità politica porta alla dissoluzione di quell’alleanza che sconfisse il nazifascismo, la FIR insiste nel ricordare il carattere di unità e di collaborazione che condusse alla vittoria. Scrive Cornelius Roissant, dirigente della Federazione nel pieno della Guerra Fredda e Presidente di una delle più attive associazioni tedesche delle vittime del nazismo: “La scissione della coalizione antihitleriana e le inimicizie che ne derivano non potevano dividere la FIR e non ci riusciranno”.

Accanto alle attività commemorative, il miglioramento della vita dei combattenti e dei sopravvissuti è uno dei principali compiti degli anni 50 e 60. Vengono organizzate diverse conferenze su temi medici, politici e storici, che evidenziano le conseguenze delle persecuzioni nelle carceri nazifasciste sulla salute dei sopravvissuti e dei loro famigliari, sottolineando la necessità di una compensazione adeguata.

Polonia nera oggi (da http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/ files/2013/11/fascisti-polonia.jpg)

La lotta contro la recrudescenza delle organizzazioni neofasciste e la restaurazione politica è poi il filo conduttore che lega le attività della Federazione dalle origini ai giorni nostri. La FIR ha più volte documentato la realtà dei crimini nazifascisti, per evidenziare i risultati inumani di tali politiche. In questo quadro, essa è sia fonte accademica e storica sia attore attivo, organizzando diverse conferenze internazionali, come quella “Contro la rinascita del nazismo e l’antisemitismo”, tenutasi a Firenze nel 1960, o la campagna contro l’Associazione HIAG (Associazione di supporto agli ex membri delle Waffen-SS).

Neonazisti in Germania (da http://www.focus.it/site_stored/imgs/0002/034/ nenonazitshirt_181410.630×360.jpg)

La pace, la sicurezza comune e il disarmo sono da sempre temi centrali dell’impegno della FIR, testimoniati – ad esempio – dall’incontro mondiale degli “Ex combattenti per il disarmo”, organizzato nel 1979 a Roma e dalla decisione del settembre 1987 del Segretario generale delle Nazioni Unite di nominare la FIR “Messaggero di Pace dell’ONU”.

L’Anpi è stata una delle forze motrici della Federazione e sono molti i dirigenti italiani che hanno influenzato la vita sociale e politica della FIR. Dal già citato Senatore Banfi, che fu il terzo presidente dei resistenti europei, a Giuseppe Gaddi, membro del Comitato centrale negli anni 60. Senza dimenticare Umberto Terracini, che della FIR fu Vicepresidente sin dalla sua creazione; Ferrer Visentini, ricordato come un inflessibile membro della Commissione di controllo finanziario; Renato Bertolini, responsabile della Segreteria politica per anni e, non da ultimo, Massimo Rendina, che della FIR fu il rappresentante in Italia negli anni a cavallo del nuovo secolo.

E non è certo un caso che il nuovo Statuto della FIR, adottato al XIII congresso di Berlino nel 2004, permetta la piena integrazione dei giovani antifascisti nella Federazione, così come l’ANPI fece poco dopo.

Si devono alla FIR “La fiaccola della libertà”, che ha girato l’Europa negli ultimi tre anni facendo tappa, in Italia, ad Ancona e a Casa Cervi in occasione del 25 Aprile, la “Mostra sulla Resistenza Europea”, inaugurata al Parlamento Europeo in presenza del Presidente nazionale dell’ANPI, Carlo Smuraglia, ed esposta a Rimini all’ultimo suo Congresso, e il “Treno dei 1000”, che nelle sue varie edizioni ha visto la partecipazione di una cinquantina di giovani dell’Anpi.

Le sfide del domani della FIR sono legate da una parte al progressivo esaurimento della fase storica della presenza dei testimoni diretti, sia della deportazione (politica, civile e razziale) sia della Resistenza (civile e militare), e dall’altra alla partecipazione diretta – per la prima volta dal dopoguerra – di forze di destra estrema (anche apertamente fasciste) nei Parlamenti e nelle realtà amministrative di vari Paesi europei.

Contrastare la rinascita del nazifascismo e vegliare sulle libertà riconquistate restano quindi, purtroppo, di stringente attualità.

Filippo Giuffrida Repaci, giornalista, Presidente ANPI Belgio, Vicepresidente della FIR in rappresentanza dell’ANPI