Dopo la coraggiosa presa di posizione della presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei) scende in campo Famiglia Cristiana con un titolo che lascia poco all’immaginazione: “Vade retro Salvini”, perché – si scrive – “si tratta di Vangelo”; il periodico critica il ministro, fra l’altro, per “certi toni sprezzanti e non evangelici” dopo aver citato lo stesso documento della Cei:

“Come pastori non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto”.

In attesa di una querela di Salvini – perché soltanto a Saviano? Non è giusto! – c’è da ricordare che il 27 febbraio di quest’anno, una settimana prima delle elezioni politiche, in piena campagna elettorale in piazza Duomo a Milano il futuro ministro aveva giurato su Rosario, Vangelo e Costituzione. Una pantomima grottesca da parte di una persona che da anni predica odio verso comunità e minoranze varie, un atteggiamento che mal si amalgama con i più elementari precetti cristiani e cattolici. La Cei ne ha tratto le logiche conseguenze e Famiglia Cristiana ne ha parlato.

Nelle stesse ore in cui si consumava il “Vade retro” e la conseguente polemica, il Presidente Mattarella ricordava l’80° del “Manifesto della razza” con parole inequivocabilmente attuali: “Le leggi razziste portarono alla feroce persecuzione degli ebrei, presupposto dell’Olocausto”, “Allo stesso ci si accanì contro rom e sinti, e anche quelle mostruose discriminazioni sfociarono nello sterminio, il porrajmos, degli zingari”.

Torniamo a Famiglia Cristiana: Salvini ha risposto in difesa criticando la copertina del periodico come “di pessimo gusto” – da quale pulpito! – e sostenendo di avere la piena solidarietà di tanti cattolici. Non c’è da dubitarne dato il vento di intolleranza e di xenofobia che sta sferzando il nostro Paese e tanta parte dell’Europa. Per parte nostra non si può che suggerire al ministro dell’Interno una immediata e approfondita visita oculistica, facendo proprie le parole di Luca: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”. Forse, più che di una trave, si tratta di un intero colonnato.