Francisco Goya, “Il sonno della ragione genera mostri”

È riemerso dal vomito della storia il vero pregiudizio antisemita, quello della discriminazione antiebraica, della supposizione di un’inferiorità antropologica di un popolo. Mi riferisco a due episodi.

Il primo, noto, riguarda l’On. Massimo Corsaro, deputato di area fittiana, eletto però in Fratelli d’Italia e già in passato esponente di un certo rilievo di Alleanza Nazionale.

Costui ha scritto su Facebook, a proposito dell’On. Fiano, queste parole: «Che poi, le sopracciglia le porta così per coprire i segni della circoncisione…». Dopo le ovvie polemiche scaturite da un oltraggio così grave, volgare e smaccatamente razzista, si è “difeso” negando in primis qualsiasi sua propensione antisemita.

L’On. Massimo Corsaro

È la solita, vecchia storia di quello che dice: “Io razzista? Neanche per idea! È lui che è negro!”. Ha aggiunto poi “Ho piuttosto inteso, con un linguaggio forte come, purtroppo o per fortuna, si usa sui «social», ed usando una sua fotografia, dargli del «testa di cazzo»”. Questo si era capito subito, ma il fatto che l’On. (seppure sfugga cosa vi sia di onorevole nei suoi comportamenti) abbia reiterato l’affronto ripropone in termini sempre più tragici il problema del precipizio in cui sta rovinando il modo di fare politica nel nostro Paese. All’insulto più triviale (il refrain del “Vaffa” è oramai di diversi anni fa ed oggi sembra acqua fresca) si aggiunge la carica razziale e discriminatoria.

Per dirla alla Amatore Sciesa, tiremm innanz.

La seconda notizia è in apparenza minore, ed è apparsa sulla versione online del Secolo XIX del 12 luglio. Tale Roberto Jonghi Lavarini è un dirigente di Fratelli d’Italia, già militante di Msi, An e Fiamma. Oggi – si legge sul suo sito – “è vice presidente di Aristocrazia Europea, e promotore della associazione culturale Grande Milano. Cristiano fedele alla Tradizione, è Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Volontario del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di Malta”. Insomma, un curriculum che parla da solo. Costui avrebbe inviato una mail con una sorta di comunicato stampa e col seguente oggetto: “NO alla legge antifascista del sinistro giudeo Fiano”. Ecco, il giudeo, per di più sinistro! La parola “giudeo” è oggi alquanto desueta; si usa correttamente dal punto di vista storiografico per indicare il territorio dove vivevano gli ebrei al tempo dell’impero romano; ma si usa anche (e – ahinoi! non è affatto desueta) negli ambienti dell’estrema destra razzista, dove sovente sostituisce il termine “ebreo” con una venatura aggiuntiva di disprezzo e di odio razziale. Sul vocabolario Garzanti online, a proposito della sua accezione spregiativa, si può leggere fra l’altro: “secondo un’antica tradizione antisemitica, persona avara, usuraio; anche, con riferimento all’atteggiamento dei giudei nei confronti della condanna a morte del Cristo, persona infida, traditore”.

Il tal Roberto Jonghi Lavarini

Nel caso dell’affermazione del tal Roberto Jonghi Lavarini, l’accezione spregiativa è dichiarata, tant’è che Fiano non solo è “giudeo” ma è anche “sinistro”, un banale giochetto lessicale per indicare da un lato il significato di minaccioso, nefasto, cattivo, maligno, inquietante, torvo, e dall’altro il suo essere una persona politicamente di sinistra. Dunque, “sinistro giudeo”, restyling del classico “perfido giudeo”; e il cerchio si chiude nel vortice del razzismo antisemita.

In entrambi i casi – l’On. Corsaro e il tal Roberto Jonghi Lavarini – il giudizio non è più o non è in primo luogo sul disegno di legge, ma sulla persona di Fiano e sulla sua natura – l’essere ebreo – che in questa misura spiega in sostanza la malvagità delle sue azioni e quindi del Ddl, per di più antifascista, di cui è colpevolmente artefice.

Uno dei più famosi dipinti di Goya s’intitola, com’è noto, “Il sonno della ragione genera mostri”. No, oggi in corridoio non c’è la mucca. In corridoio c’è il mostro, e sta cercando di entrare in salotto. Chi fa spallucce è correo. Chi minimizza è complice.