Mura, bagnata dal torrente Tovere, provincia di Brescia, meno di 800 abitanti. Esito delle recentissime elezioni amministrative: Lista civica “Mura bene comune” 306 voti, pari all’88.18%, eletti 7 consiglieri e il sindaco Nicola Angiola Flocchini; Lista civica – P.S.N. 41 voti, pari all’11.815, eletti tre consiglieri.

Bene – si dirà – e la notizia dov’è? Presto detto: la notizia è che P.S.N. sta per Partito Socialista Nazionale, il cui simbolo è un fascio littorio sormontato da un’ascia. Per memoria, nel 1991 il fascista Giorgio Pisanò fonda il Movimento Fascismo e Libertà – Partito Socialista Nazionale (MFL-PSN), che ha un simbolo identico. Insomma, se non è zuppa, è pan bagnato.

A sinistra il simbolo del Movimento Fascismo e Libertà, a destra quello del Psn che si è presentato nel comune di Mura

Si tratta di un caso simile – sia pure in formato bonsai data la dimensione minuscola del comune di Mura – a quello rivelato da Paolo Berizzi su Repubblica e avvenuto a Sermide e Felonica (provincia di Mantova), dove la “Lista dei Fasci italiani del lavoro” – con il fascio littorio come simbolo – ha ottenuto il 10,41% (334 voti), eleggendo così in Consiglio comunale la candidata sindaco ventenne Fiamma Negrini.

Propaganda elettorale a Sermide e Felonica

Per la circostanza la Presidente della Camera Laura Boldrini ha inviato al Ministro dell’Interno Marco Minniti una missiva in cui si legge fra l’altro: “L’ammissione di una lista che si richiama direttamente a nomi e immagini del partito fascista desta forti perplessità sul piano giuridico in quanto – come rilevato, fra gli altri, dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) – sembra contrastare con le norme costituzionali e legislative che vietano la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista”. La Presidente ricorda poi che le Istruzioni per la presentazione e l’ammissione delle candidature stabiliscono che le commissioni elettorali circondariali devono ricusare “i contrassegni in cui siano contenute espressioni, immagini o raffigurazioni che facciano riferimento a ideologie autoritarie (per esempio, le parole “fascismo”, “nazismo”, “nazionalsocialismo” e simili”.

Una reazione c’è stata: lo scioglimento della sottocommissione elettorale circondariale competente per il Comune di Sermide-Felonica. Ma la stalla è stata chiusa quando i buoi sono scappati, perché gli eletti della lista neofascista rimangono tali. Vedremo cosa succederà in merito al comune di Mura.

Ma non è tutto: Alle ultime amministrative, a Lucca la lista di CasaPound ottiene quasi l’8% dei consensi e diviene il terzo partito. Il “candidato sindaco” – tale Fabio Barsanti – intervistato il 10 giugno su DìTv Canale 89 afferma testualmente: “Noi ci definiamo fascisti”. Eppure nella legge Scelba si afferma che “si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque (…) rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.

Immediata la presa di posizione dell’ANPI nazionale: “Com’è possibile e tollerabile che si sia ammesso tutto ciò? Pretendiamo risposte chiare. Si tratta di segnali allarmanti che confermano il proliferare e il crescere di liste, organizzazioni e movimenti che si ispirano al fascismo ma anche l’inconsistenza della risposta delle Istituzioni democratiche. Il prefetto di Mantova ha di fatto sciolto la sottocommissione elettorale circondariale che era competente per il Comune di Sermide-Felonica. Bene. Ma ci pare un provvedimento del tutto insufficiente e tardivo, perché gli eletti della lista neofascista rimangono tali. Occorre una vigilanza serrata da parte degli organi preposti, prevenzione, un impegno concreto da parte dei partiti; l’impressione che si ha è che il fenomeno del fascismo risorgente sia considerato un problema secondario, se non inesistente.

Chiediamo con forza al Governo, e in particolare al Ministero dell’Interno, interventi immediati e risolutivi e alla Magistratura che operi per il pieno e rigoroso rispetto delle leggi vigenti. Chiediamo inoltre al Parlamento che si sblocchino i progetti di legge in materia con le opportune integrazioni, in particolare rispetto alla massiccia presenza del neofascismo nel web: su Facebook ben 500 pagine si richiamano esplicitamente al fascismo e al razzismo con frequenti apprezzamenti”.

Non rimane che concludere citando Cicerone: quo usque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?