Il 4 dicembre 2016 una consultazione popolare molto partecipata e preceduta da una campagna elettorale altrettanto animata respinse, a larga maggioranza, la riforma della Costituzione promossa dal governo allora in carica. Come si ricorderà, l’Anpi condusse, all’epoca, una convinta (e convincente) campagna contro un progetto nel quale ravvisava un vero e proprio stravolgimento dei contenuti e dei princìpi informatori della Costituzione del 1948.

Malgrado la martellante campagna condotta dai sostenitori della riforma, lo spiegamento di un imponente apparato mediatico e le incertezze sul grado di coinvolgimento del corpo elettorale, il risultato finale mise allora in luce alcuni elementi di fatto che, pur prontamente rimossi dal dibattito politico, offrono ancora oggi alcuni spunti importanti di riflessione: in primo luogo, la partecipazione al voto di una elevata percentuale di elettrici ed elettori dimostrò come la disaffezione dei cittadini nei confronti della politica non costituisse affatto una tendenza irreversibile, e come, al contrario, l’elettorato non intendesse rinunciare a esercitare il diritto di pronunciarsi su questioni delle quali riconosceva la rilevanza; in secondo luogo,  l’ampio pronunciamento a favore del mantenimento del testo costituzionale varato dall’Assemblea Costituente (e integrato dalle non poche modificazioni introdotte successivamente), pur differentemente motivato e fortemente influenzato da fattori strettamente politici, confermò la persistenza di un diffuso sentimento di attaccamento alla Costituzione repubblicana, tanto più significativo e importante in una fase particolarmente complessa e delicata, contrassegnata da fenomeni contraddittori e comunque dalla radicalizzazione di tendenze sovraniste e populiste, all’ombra delle quali già stava rialzando la testa il neo fascismo.

Proprio la difficile contingenza politica maturata negli oltre due anni trascorsi dal referendum conferisce un particolare significato, politico ed etico, all’impegno assunto dall’Anpi già nel corso della campagna referendaria del 2016, di concentrare la propria attenzione, una volta bocciato il progetto di riforma costituzionale Renzi-Boschi, sul tema della piena attuazione e applicazione della Costituzione repubblicana, nel 70° anniversario dell’entrata in vigore.

Carlo Smuraglia, Presidente emerito dell’Anpi

La pubblicazione del volume La Costituzione 70 anni dopo, curato dal Presidente emerito dell’Anpi Carlo Smuraglia, costituisce un primo adempimento di questo impegno: nella prima parte del volume sono raccolti gli atti di sei seminari, tenuti tra il 2017 e il 2018 in varie città d’Italia, con la partecipazione di autorevoli studiosi e dedicati ciascuno a uno specifico profilo della problematica relativa alla mancata o parziale attuazione della Costituzione: avviato il 22 giugno 2017 a Bologna, con un incontro dedicato ai princìpi e valori fondamentali della Costituzione, il ciclo è proseguito con il seminario pisano del 6 novembre dello stesso anno, dedicato al tema della libertà e dell’eguaglianza; con quello di Macerata, del 17 novembre, dedicato all’ambiente e al patrimonio artistico e culturale; con quello di Torino, sul lavoro; con quello di Roma, del 20 dicembre, su doveri e solidarietà, per concludersi a Milano, il 9 gennaio 2018, con un incontro dedicato a legalità ed etica.

Ovviamente, la riflessione intrapresa con i seminari non aveva l’ambizione di esaurire il tema complessivo dell’attuazione della Costituzione: gli argomenti prescelti possono essere considerati alla stregua di un sondaggio condotto su una parte significativa di un territorio ancora largamente da esplorare, considerato che, fuor di metafora, altre parti della legge fondamentale restano ancora del tutto o parzialmente inattuate.

Ciò premesso, è auspicabile che i diversi contributi pubblicati nel volume possano assolvere alla funzione di sollecitare un’ulteriore riflessione non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche in seno alle istituzioni e tra i cittadini, a partire dell’elemento comune ai diversi incontri, dei quali ha costituito il filo conduttore, quello dell’attualità della Costituzione: una Costituzione che a fronte di trasformazioni economiche, sociali e tecnologiche sempre più accelerate in contesti sempre più globalizzati, mantiene intatto il suo valore di fondo, di progetto di emancipazione umana e sociale, fondato su principi, valori e prescrizioni la cui realizzazione può consentire di dare un solido fondamento all’azione di contrasto dei processi degenerativi che ad oggi alterano il buon funzionamento delle istituzioni e minacciano la stessa convivenza civile e produrre continui avanzamenti sul piano della qualità della vita democratica, della riduzione delle diseguaglianze, della sostenibilità della crescita, della partecipazione democratica e del benessere materiale e morale dei cittadini.

Partendo da queste premesse, la seconda parte del volume è il risultato del lavoro collegiale di rielaborazione e di riflessione sull’esito dei sei incontri condotto da un gruppo di lavoro coordinato dal curatore, e finalizzato non solo a fare emergere gli elementi più significativi della discussione, insieme ai punti di convergenza e ai problemi tuttora aperti, ma anche a tracciare, a partire dal dibattito svoltosi nei seminari, delle possibili linee di indirizzo lungo le quali prospettare alcune possibili modalità di attuazione della Costituzione: i capitoli dedicati ai temi discussi nei seminari sono introdotti e conclusi da Carlo Smuraglia con una serie di indicazioni di taglio aperto e problematico, rivolte più a suscitare interrogativi che a fornire ricette valide una volta per tutte,  coerentemente con l’impostazione di un lavoro che si propone non di chiudere ma di aprire una discussione e un confronto.

Il professor Gaetano Silvestri (da https://livesicilia.it/2013/09/19/nuovo-presidente-della-consulta-e-il-pattese-gaetano-silvestri_374976/)

Conclude il volume la lectio magistralis tenuta a Bologna il 10 dicembre 2018 dal professor Gaetano Silvestri, presidente della Corte costituzionale dal 2013 al 2014 e oggi alla guida della Scuola superiore della magistratura, in occasione del 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: la lezione, dedicata al rapporto della Dichiarazione con la Costituzione della Repubblica italiana, ha rappresentato un contributo rilevantissimo alla messa a fuoco dei diversi temi già svolti nell’ambito dei seminari, soffermandosi su questioni di grande attualità e richiamando l’attenzione sulla collocazione centrale della Costituzione italiana nell’ambito del processo di elaborazione di un catalogo dei diritti fondamentali e inviolabili, a opera di carte, documenti e dichiarazioni internazionali,  sovranazionali e nazionali elaborate a partire dalla seconda metà degli anni ’40 del secolo passato e accomunate dalla volontà di impedire il ripetersi degli orrori della guerra e il risorgere delle dittature che quella catastrofe avevano scatenato.