L’hanno definita la “Pasionaria”. E l’ultranovantenne partigiana Tina Costa, componente del Comitato nazionale Anpi, ha confermato il carattere imponente e battagliero il 3 luglio scorso, nella serata di consegna del Premio 2018 di “Articolo 21 liberi di…”, promosso dall’Associazione insieme alla Fsni, la Federazione nazionale della stampa italiana, l’Ordine dei giornalisti, l’Usigrai e la Casagit. Un riconoscimento attribuito ogni anno a personalità del giornalismo, della cultura e della società civile impegnate «per la libertà di parola, di pensiero, per la giustizia e la legalità», ha illustrato a un pubblico delle grandi occasioni il direttore di Articolo 21, Stefano Corradino.

A ricevere la prestigiosa targa anche Aboubakar Soumahoro, italoivoriano sindacalista Usb che si batte per i diritti dei braccianti; il conduttore televisivo Diego Bianchi (Zoro), il direttore di La7, Andrea Salerno; i giornalisti Mariangela Gritta Grainer, già presidente dell’Associazione Ilaria Alpi, e Nello Scavo di Avvenire; lo scrittore Roberto Saviano (impossibilitato a partecipare alla serata, ha inviato un messaggio); l’attore, scrittore e regista Giulio Cavalli che, al pari dell’autore di Gomorra e del presidente di Articolo 21, Paolo Borrometi, vive sotto scorta per aver messo in scena uno spettacolo teatrale su riti e conviti mafiosi.

Come ogni edizione, è stata una festa e al contempo una manifestazione “di schiena dritta” l’iniziativa tenuta quest’anno alla Casa internazionale delle donne, nel quartiere Trastevere, a Roma. Luogo anch’esso premiato, perché «il simbolo dell’autodeterminazione delle donne oltre che laboratorio di esperienza e accoglienza, una realtà unica nel nostro Paese, rischia di chiudere», ha spiegato Corradino.

Dopo l’intervento di apertura, affidato al presidente Fnsi, Beppe Giulietti, Corradino ha invitato a salire sul palco proprio Tina Costa e, come in ogni premiazione che si rispetti, le ha consegnato la targa leggendo la motivazione: “Ha cominciato fin da bambina a ribellarsi al fascismo e da staffetta partigiana e donna libera ha trascorso la sua vita all’insegna della Resistenza, contro i vecchi e i nuovi fascismi e ogni forma di intolleranza, prevaricazione e discriminazione”. Poi accanto a Elisa Marincola, portavoce nazionale di Articolo 21, ha preso la parola Vincenzo Vita, presidente della fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. «Oggi più che mai è necessario salvaguardare la nostra memoria, la memoria attiva – ha detto Vita – ed è un onore consegnare questo premio a Tina Costa perché non rappresenta il passato, ma un ammonimento dell’oggi a resistere. E grazie a Tina e alle persone come lei, ce la faremo».

La grinta di Tina si è rivelata in un breve ma intenso discorso. «Essere qui mi dà la forza per non arrendermi – ha detto – però dobbiamo farlo tutti insieme, perché compete a ciascuno di noi e non a qualche altro». Poi tra gli applausi ha proseguito: «Io continuerò a essere ribelle fino all’ultimo istante della mia vita. Continuerò ad andare nelle scuole e a chi mi chiede chi sono i partigiani, come ha fatto un ragazzino immigrato di una 4ª elementare, rispondo: “tutti coloro che si battono contro le ingiustizie, per la libertà, la democrazia e soprattutto per la pace”. Per la pace dobbiamo unirci, oltre ogni credo politico o religioso, perché solo con la pace si risolvono i problemi, anche se sono tantissimi». Costa ha poi ricordato la partecipazione al Gay Pride di Roma «perché se non si fa del male, ogni cittadino è libero di scegliere di vivere come vuole» e infine, ringraziando per il premio, ha concluso: «Operando tutti insieme, possiamo rendere bellissimo il nostro Paese».

Insomma, se domani è un altro giorno, sarà come oggi e come ieri, di lotta.

Per chi non l’avesse visto ecco il video della premiazione di Tina pubblicato su Youtube.