Un comizio nazista

“Sangue e suolo”. Con questa e altre espressioni CasaPound lancia la sua manifestazione del 29 maggio a Roma.

“Sangue e suolo” è tipica del nazionalsocialismo, di Hitler, Goebbels e compagnia criminale cantante. E proprio su quel concetto secondo i fascisti del terzo millennio si fonderebbe il tricolore. Il loro tricolore semmai, quello dei loro padri. Immaginario e abusivo.

Che nasce dal sangue come strumento di potere e prevaricazione. Quello che usciva dalle carni torturate e ammazzate degli oppositori. Da quelle degli ebrei, omosessuali, rom e sinti internati nei campi di concentramento.

Col sangue erano scritte le leggi razziste del 1938 inventate dal regime di Mussolini, sostenute e poi attuate dai vari Almirante, Bottai, e affini tutti galantuomini naturalmente presenti nel pantheon ideale di CasaPound.

“Sangue e suolo” con cui questi signori sfruttano povertà e disagi di parte del Paese per farsi i fatti fascisti propri. Luca Marsella si agita nel dire che loro non sono un corpo estraneo al Paese, ma parte integrante dello stesso.

Ferita aperta, evidentemente, ma tutta autoprocurata. Perché il Paese, o meglio la sua nutritissima maggioranza, non è un cranio vuoto nel quale fare arrembaggio. Metodi, slogan, programmi sono inchiodati nella memoria. E non si può fare altro, dunque, che tenerli fuori dal consesso civile e democratico. In nome, davvero, della libertà.