(Imagoeconomica)

Come era immaginabile, è giunto il sostegno a Forza Nuova dai cugini di CasaPound. Un sostegno pieno di ansia per la larghissima ondata di indignazione contro l’aggressione fascista alla sede nazionale della Cgil guidata dai gerarchi di Forza Nuova Fiore e Castellino. “Stiamo assistendo a una deriva autoritaria e a un imbarbarimento della politica in Italia come mai prima d’ora.

E l’ipotesi di sciogliere Forza nuova con un decreto del governo, senza che ci sia stata prima una sentenza, lo rivela inequivocabilmente” scrive CasaPound in una nota, omettendo naturalmente la seconda parte dell’art. 3 della legge Scelba che prevede lo scioglimento delle organizzazioni fasciste anche con decreto governativo in casi straordinari (e i fatti del 9 ottobre rientrano abbastanza inconfutabilmente in questa categoria) e comunque vi è la possibilità di provvedimenti immediati tipo la sospensione delle attività.

Lo scempio neofascista alla sede nazionale Cgil

Qualcosa senz’altro dovrà accadere, finalmente, ci sono pressioni doverose da più parti e non si tratterà, come proseguono i tremanti casapoundini di “reprimere il dissenso, criminalizzare un intero mondo” ma di mettere fuori dalla porta del mondo gli inquilini col vizio del crimine. Ma la vera chicca è che staremmo assistendo alla “morte dello stato di diritto”, un vertiginoso, al limite del ridicolo, ribaltamento della realtà. Perché la morte dello Stato di diritto non si realizza con gli assalti violenti, la prevaricazione, le intimidazioni, e tutta la nota cornice di evidente matrice fascista, ma con il loro contrasto.

I cugini di Forza Nuova insomma non sono riusciti a trattenere la favoletta della persecuzione delle pecorelle nere.

Purtroppo per loro si tratta di cronaca e di ben altri animali con una nota tradizione di esistenza in piena contrapposizione con la democrazia, con la convivenza civile, con leggi dello Stato, in primis la Costituzione.

A una delle manifestazioni di FN

La nota di CasaPound si conclude così: “E potrebbe essere solo l’‘antipasto’ di una cena che prima o poi sarà indigesta per tutti, a seconda di chi siederà a palazzo Chigi”. Ma per ora la cena della legalità è indigesta solo per loro.