“Il 28 maggio saremo in piazza e non accetteremo divieti. Non ce ne frega nulla delle letterine dell’ANPI e di chi gli va dietro al Prefetto, al Questore, al Sindaco. Dobbiamo dare una vera dimostrazione di forza”. Con queste parole pronunciate in un video realizzato sulla terrazza della sede nazionale abusiva di CasaPound a Roma, Luca Marsella ha presentato la manifestazione, con corteo, che si svolgerà nella capitale. E così per l’ennesima volta, la città Medaglia d’Oro della Resistenza, la Costituzione della Repubblica, le vittime della criminalità di Benito Mussolini, rischiano di subire l’offesa dell’esistenza libera e attiva di un’organizzazione che si richiama in carne, ossa e “idee” al fascismo. E col 28 maggio si compie un ulteriore passo violentemente nostalgico, una vera e propria sfida alle Istituzioni: nessuno si permetta di fermarci.

“Le parole di Marsella sono gravissime – commenta il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo – e confermano il collocamento di CasaPound fuori da ogni contesto civile e costituzionale. Non è più possibile attendere: rinnovo con forza, a nome dell’Anpi, la richiesta di scioglimento di CasaPound e di tutte le organizzazioni fasciste”.

Al momento, l’appello alle autorità competenti per vietare la manifestazione promosso dall’Anpi provinciale con i familiari dei Caduti di Piazza della Loggia, delle Famiglie Italiane Martiri, degli ex deportati, degli internati militari nei campi di concentramento, dei perseguitati politici italiani antifascisti, dei partiti democratici, dei sindacati dei lavoratori, delle organizzazioni studentesche, è stato sostenuto dagli europarlamentari del Pd, dall’on. Nicola Fratoianni di Si che ha annunciato una interrogazione parlamentare, dall’on. Andrea De Maria, segretario di Presidenza della Camera e deputato Pd, dal coordinatore nazionale di Articolo 1, Arturo Scotto. Il segretario del Pd Enrico Letta ha gridato un NO alla manifestazione. La novità operativa, la riporta il quotidiano la Repubblica, è che il sindaco di Roma ha dichiarato che nella riunione del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico convocato oggi in Prefettura “cercherà di fare tutto il possibile per non autorizzare la dimostrazione delle tartarughe frecciate”.

Staremo a vedere. Certo è che il nodo decisivo della questione, ossia lo scioglimento delle organizzazioni fasciste, è ancora incredibilmente fuori dall’agenda del governo. Il presidente del Consiglio, all’indomani dell’aggressione alla sede nazionale della CGIL a Roma, annunciò la costituzione di una commissione di esperti in merito, ma non si sa neanche se si sia mai insediata.

Dunque CasaPound e la sua lunga, adamantina, concretissima commistione identitaria col fascismo, invitiamo a leggere l’inchiesta pubblicata recentemente proprio sulle nostre pagine, dunque la marcia verso la sede della Cgil nazionale Roma guidata dai due leader nazionale di Forza Nuova, con l’esito squadristico noto a tutti, dunque le minacce a Paolo Berizzi, unico giornalista in Europa sotto scorta per minacce di provenienti appunto fascista, dunque a ancora Dora, LealtàAzione, Azione frontale, movimento autodefinitosi “movimento politico rivoluzionario fascista” possono ancora aspettare.

Nella speranza che nel frattempo non ci scappi qualcosa di irrimediabile.


La manifestazione di CasaPound è stata vietata. “A Roma, Medaglia d’oro per la Resistenza, i fascisti non marciano”, leggi sul sito dell’Anpi nazionale il comunicato congiunto dell’associazionismo antifascista, partigiano, democratico, degli ex deportati, dei partiti, dei sindacati, delle organizzazioni studentesche della capitale, diffuso alla notizia del divieto