La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (Paolo Cerroni per Imagoeconomica)

Giorgia Meloni ha toccato malissimo, a dir poco, una vicenda che tocca la sensibilità di tutto il Paese. Sarebbero bastate parole di circostanza ma rispettose della storia e della memoria intere. Niente. Non ce l’ha fatta, riesce solo a balbettarlo l’antifascismo o peggio a ometterlo terribilmente.

Quei 335 uomini uccisi alle Fosse Ardeatine furono inseriti nelle liste nazifasciste per il massacro perché partigiani, antifascisti, ebrei. Una verità storica fondamentale ed elementare ma ignorabile per l’altezza governativa. E allora come non riportare le cose a quanto accadde, come ha fatto il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, come non lanciare una iniziativa di memoria attiva sui social networks.

E ad andare a riguardare volti e nomi e storie delle vittime viene un devastante groppo in gola. Molti giovanissimi, molti torturati fino alla fine.

Si erano opposti naturalmente alla furia criminale, non si poteva stare a guardare e subire. Non “solo italiani”, ma resistenti o colpevoli di appartenere a una “razza”.

#tuttalamemoriasulleFosseArdeatine, volti, nomi e storie dei 335, pubblicati ogni giorno, fino al 25 aprile, sulle pagine Fb, Twitter, Instagram dell’Anpi nazionale è una campagna informativa indignata, ma specialmente costruttiva. Nessuno calpesti, nessuno dimentichi.