In questi mesi abbiamo assistito ad una forte ripresa dell’esibizione dei peggiori istinti di violenza, effettiva e verbale.

Ci sono fatti che ci hanno particolarmente colpiti, come lo stupro di gruppo avvenuto a Rimini; e ci sono stati commenti sulla rete, a quel fatto e ad altri, che ci hanno atterrito per la loro intrinseca gravità e per ciò che si nasconde (neppure troppo) nella viscere di questo Paese.

C’è chi ha colto l’occasione per giustificare lo stupro e la violenza contro le donne, magari unendoci un pizzico di razzismo e di un maschilismo feroce.

E c’è chi ha colto l’occasione per realizzare un altro dei tanti attacchi che non pochi riserbano alla Presidente della Camera, Laura Boldrini. La quale, evidentemente, rappresenta per alcuni una presenza forte, capace di suscitare e rivelare i più bassi istinti. Ma il peggio è che, alle forsennate dichiarazioni di un vergognoso e scandaloso soggetto (le parole sono forti ma non ne trovo altre che esprimano la mia indignazione), hanno finito per accompagnarsi, in altra forma, attacchi “politici”, meno scandalosi forse, ma sempre ispirati da una precisa volontà di colpire una figura di donna e di esponente istituzionale e politica, che se avessero un barlume di sensibilità, dovrebbero apprezzare e ammirare.

Questa volta, alcuni esponenti della destra, che in passato hanno, più o meno insinuato che Laura Boldrini parla troppo, si sono scatenati per un suo presunto silenzio a fronte della vicenda di Rimini. Non riescono a comprendere che la Presidente Boldrini, non può ripetere ogni volta le parole che esprimono la sua battaglia di una vita, a difesa delle donne e contro ogni forma di violenza. Il suo pensiero è chiarissimo a tutti, da molto tempo; e forse è proprio per questo che nei suoi confronti si manifestano forme incredibili di odio e di violenza morale.

Se è pur evidente una qualche differenza tra chi si augura che l’On. Boldrini diventi oggetto di stupro e chi la attacca e la insulta per aver taciuto, magari insinuando che il “silenzio” sarebbe dovuto all’ipotesi che gli stupratori fossero nord africani (dunque per definizione migranti e violenti), è anche vero che la maggior differenza sta solo nella forma. Anche in questo caso sono costretto a chiedermi, almeno davanti alle peggiori esternazioni, se davvero la forma non riveli – spesso – anche la sostanza.

Laura Boldrini non ha bisogno della nostra solidarietà. Sa che ci siamo, sul fronte della difesa dei diritti delle donne e sul fronte del rifiuto, in ogni caso, della violenza fisica e/o verbale. E tanto basta; deve essere certa che ci troverà sempre, nella sua battaglia, impegnati fino in fondo a promuovere una “civiltà” diversa, che abbia come presupposti irrinunciabili la libertà e l’uguaglianza e contrapponga una ferma opposizione ad ogni forma di violenza. Quella battaglia è anche la nostra, e non da oggi; perché è nel nostro DNA l’impegno per la pace, per la solidarietà, per l’uguaglianza, per il rispetto e la valorizzazione della persona.

Per questo, posso assicurarle, troverà sempre – nel suo percorso di impegno civile – l’intera ANPI, non solo come solidale, ma anche come compagna di strada e di lotta.

Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell’Anpi, da ANPInews n. 255, 5-12 settembre 2017