È il 2017, nel ribollente calderone dell’alt-right americana, nasce Rise Above Movement (RAM, “ariete”). È uno dei tanti gruppi del suprematismo bianco statunitense, RAM però ha una caratteristica particolare: centro della propria azione politica sono gli sport da combattimento, le arti marziali miste. I fondatori sono Benjamin Daley e Robert Rundo. È quest’ultimo l’esperto di combattimento, oltre che il più attivo sui social media.

Il New York Review dedica un approfondimento sulla carriera da suprematista di Robert Rundo, nella foto mentre aggredisce un manifestante antirazzista.

Ed è proprio a partire dal 2017 che Rundo viene accusato dalla giustizia USA di violenze a sfondo razziale e politico, arrestato e rilasciato, poi di nuovo incriminato. In questo breve lasso di tempo riesce però a espatriare. Prima è in Centro America, poi in varie nazioni d’Europa nel 2018. In quella occasione passa anche dall’Italia, poi si ferma in Serbia, da dove viene espulso nel 2021. Infine è arrestato in Romania a marzo 2023 ed estradato verso il suo Paese nell’agosto successivo. Assieme al cofondatore di RAM e altri membri rischia almeno 5 anni di galera.

Durante il nomadismo obbligato Robert Rundo però semina. È così che nascono gli Active Club, i “club attivi” che replicano l’idea di Rise Above Movement. Sono presenti almeno una trentina di Active Club negli Stati Uniti, ma non mancano in varie parti d’Europa, dalla Francia alla Svezia, dall’Olanda ai Paesi dell’ex blocco sovietico.

Un momento dell’arresto di Robert Rundo, da aktual24.ro

Ed è notizia recente che in almeno uno degli Active Club statunitensi vi siano membri dell’esercito.

Non è chiaro quali contatti Rundo abbia avuto in Italia, anche perché ovviamente non ha usato il suo vero nome. Certo è che curasse un podcast con Denis Kapustin (noto anche come Denis Nikitin), un neonazista russo-tedesco che ha creato White Rex, una linea di abbigliamento per il mondo delle arti marziali miste che  a sua volta ha documentati collegamenti con numerose realtà dell’estrema destra europea, inclusa l’italiana CasaPound. Del resto le arti marziali miste sono diffuse, anche in forma strutturata, in vari gruppi neofascisti e neonazisti.

Uno dei simboli proposti per club attivo Ordine Attivo Terzista

Negli ultimi giorni di agosto è stato annunciato quello che di fatto è il primo Active club in Italia, il club attivo Ordine Attivo Terzista.
Nasce come costola del gruppo White Lives Matter Italia – anch’esso di derivazione suprematista statunitense – e parte da un campo promosso appunto da questo gruppo tenutosi sui Colli Laziali nel giugno 2023.
Per il lancio del Club Attivo Terzista hanno pubblicato un video le cui immagini mostrano innanzitutto un gruppo di nove militanti e un falò fatto con bandiere di CGIL, CISL e UIL date alle fiamme assieme a una copia di Maus di Art Spiegelman, il primo fumetto insignito del premio Pulitzer e che racconta gli orrori della Shoah attraverso le memorie del padre dell’autore. Le bandiere ovviamente non bruciano, essendo ignifughe, ma il messaggio comunque è chiaro. Poi sono mostrati varie clip di allenamenti di boxe nelle quale si misurano buona parte dei partecipanti. I volti dei militanti sono schermati da sfumature o da teschi – in particolare quello usato come emblema da una divisione delle SS – e sul sole campeggia lo Schwarze Sonne della mistica nazista.

Alcuni fermo-immagine del video di presentazione

Il tutto è sottolineato da una versione remixata di Erika, una marcia popolarissima ai tempi del Terzo Reich, usata sia nell’esercito sia ai raduni politici del nazionalsocialismo, oltre che da una canzone degli Hobbit, storico gruppo di area.

Il gruppo si propone come momento di incontro fra appartenenti a neonazismo e neofascismo, al di là della eventuale militanza in gruppi specifici e garantisce anonimato anche negli incontri in presenza.

Come evidente dal video, i partecipanti sono tutti uomini giovani e giovanissimi. Nella discussione su Telegram che serviva a organizzare un secondo incontro sempre per questa estate – si ipotizzava una località fuori Verona – aveva espresso interesse anche una giovane, ma le è stato fatto capire che non si trattava di una cosa da donne. Il promotore di tutto questo è il gestore di una serie di canali Telegram fascisti che si fa chiamare “Imperator”.

Mentre Robert Rundo e i suoi sodali attendono il processo, che si terrà a dicembre, alcuni emuli stanno portando avanti lo stesso modello organizzativo. Sono gruppi numericamente limitati, che però hanno l’obiettivo di passare dall’attivismo online a quello sui territori, costituendosi attorno a sport di combattimento e attività che i fondatori di RAM usavano esplicitamente a scopo di portare la violenza nelle strade contro manifestanti a loro sgraditi.