A conclusione di un anno o all’inizio di uno nuovo, la quasi totalità degli italiani esegue regolarmente un’azione molto semplice: appendere un nuovo calendario. A casa, sul luogo di lavoro, a scuola. Ovunque. A Cuneo questo rito di passaggio ha avuto la possibilità di una scelta in più: l’Almanacco della Resistenza 2022. Almanacco e non calendario, perché se l’enumerazione giornaliera è quella tradizionale, la cadenza mensile è segnata da dodici argomenti sviluppati con un breve commento e accompagnato ognuno da una fotografia d’epoca, temi che toccano soggetti diversi e sollecitano riflessioni differenti.

A titolo d’esempio: il mese di marzo è dedicato agli scioperi del 1944, settembre racconta delle primissime formazioni partigiane che, nel 1943, salirono sulle montagne, mentre novembre approfondisce il grande e imprescindibile ruolo delle figure femminili, operando con e senza armi,  nella Resistenza. Un’altra sostanziale differenza tra l’almanacco antifascista e il calendario è che, invece di una elencazione di santi, giorno dopo giorno si avvicendano i nomi e i ricordi di quanti sono caduti per la libertà in provincia di Cuneo.

(Imagoeconomica)

Una maniera per sottolineare le tante “Resistenze”, i tanti modi di declinare l’opposizione al nazifascismo, una via che, in quei giorni difficili, migliaia di italiani scelsero, pur rischiando la propria incolumità. Sulla copertina, insieme a una bella foto del giorno della Liberazione, una riflessione  del presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo.

Foto di Roberto Carena su Facebook

Un impegno, questo dell’Almanacco, iniziato a gennaio dello scorso anno, in pieno confinamento, con riunioni online, e che ha visto a fine ottobre la presentazione ufficiale in teatro con la soddisfazione di una sala da oltre trecento posti colma. Tra i tanti presenti spiccava anche una nutrita partecipazione delle istituzioni: sono stati, infatti, ben 35 i sindaci seduti in platea con le loro fasce tricolori. Un compito che si conclude oggi, esattamente un anno dopo con la consegna a tutte le scuole superiori (l’85% di quelle della zona) e medie inferiori (il 79%) che ne avevano fatto richiesta, di una copia per ogni aula, ufficio o laboratorio. Contemporaneamente, com’è naturale, si è affiancata la diffusione della pubblicazione sul territorio tra soci e non, grazie a gazebo e banchetti. Un buon successo, in termini di numeri e risonanza.

(Imagoeconomica)

Ma il nostro impegno non si esaurisce oggi: il progetto prevede un totale di cinque edizioni (fino al 2026), con iniziative di vario tipo legate all’opera, ma ha come obiettivo una meta molto più ambiziosa: già dalla prossima edizione, quella del 2023, cercherà la collaborazione dei ragazzi degli istituti scolastici superiori del territorio. I vari aspetti della costruzione dell’almanacco che partono dal progetto grafico, attraversando la ricerca e l’elaborazione di dati e testi, passando per la coordinazione e la trasformazione in forma elettronica delle banche dati ancora su carta, fino al “via si stampi” con la presenza in tipografia: auspichiamo che possa essere tutto fatto dai ragazzi, con i soci Anpi promotori nel ruolo di semplici supervisori.

Un modo esemplare di attuare quel protocollo Anpi-Miur del luglio 2014, rinnovato e perfezionato nel settembre 2020 con un incipit importante: “Offrire alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado un sostegno alla formazione storica, dalla documentazione alla ricerca, per lo sviluppo di un modello di cittadinanza attiva”. Una collaborazione, quella con le scuole, vitale per il mantenimento della memoria e l’avvicinamento dei giovani alla Costituzione e alla Resistenza, fondamento della Carta. L’augurio è che altre delegazioni provinciali si attivino su progetti simili, con la certezza che, volendolo, troveranno nella consorella Cuneo tutte le indicazioni e le soluzioni emerse da questa esperienza, in un atteggiamento di cooperazione che, parafrasando un celebre detto, si traduce in: “la somma della collaborazione tra più parti è sicuramente maggiore della somma aritmetica delle stesse”. Un’attività che mira a coinvolgere la popolazione e, contestualmente, a dare maggiore risalto a quella memoria attiva che si traduce nello spirito che anima i tesserati Anpi del basso Piemonte.

Luciano Bellunato, Anpi Alba-Bra