Ha continuato a operare per una battaglia di civiltà e memoria l’Anpi Valle d’Aosta, nonostante il momento critico dettato dalla pandemia, perché territori che hanno pagato un prezzo altissimo alla lotta di Liberazione non potevano accettare nel loro pantheon il capo del fascismo. Con la decisione votata ieri in Consiglio comunale, Quart si aggiunge alle Amministrazioni valdostane che hanno deliberato la revoca. Qualche mese fa lo aveva fatto Saint-Vincent e ora quasi la coralità dei 74 Comuni della Regione ha annullato il riconoscimento.
Come moltissime altre località italiane anche Quart nel 1924 aveva concesso la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini in un’operazione orchestrata dall’alto, dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giacomo Acerbo, cioè da colui che l’anno precedente aveva ideato la legge elettorale per consegnare il parlamento nelle mani del duce. “Quest’atto, sollecitato da Anpi Valle d’Aosta – ha spiegato il sindaco Fabrizio Bertholin – vuole essere un gesto simbolico, soprattutto perché il riconoscimento, in chiave di lettura odierna, risulta del tutto anacronistico e oltraggioso verso il nostro Comune”.
Nell’agosto 23 agosto 1944 per rappresaglia alla cattura di due militari del posto di guardia di Nus e il ferimento di altri due da parte dei partigiani della 13ª banda Emile Chanoux, la frazione di Trois-Villes fu data alle fiamme dai nazi-fascisti facendosi scudo della popolazione civile sequestrata dai villaggi sottostanti, rastrellarono e uccisero: furono quattro i partigiani a morire. “Mi auguro – ha detto il primo cittadino – che le nuove generazioni, conoscendo il passato, possano trarne insegnamenti per un futuro democratico, avendo un senso critico sugli eventi”.
Una buona notizia per l’antifascismo alla vigilia del 25 aprile e grande è la soddisfazione dell’Anpi: «Con tutto il Comitato regionale Valle d’Aosta siamo lieti della deliberazione di Quart – commenta il presidente dei partigiani valdostani Nedo Vinzio –. Molti cittadini non sapevano neppure dell’onorificenza concessa e la cancellazione a Quart e altrove è frutto di ricerche negli archivi comunali. La deliberazione – aggiunge Vinzio – è un importante riconoscimento della storia, di quando è accaduto e di affermazione dei valori democratici sanciti nella Costituzione».
Non potevano mancare tuttavia, neppure questa volta, le accuse di voler cancellare la storia con un semplice colpo di spugna. Dura la replica del presidente regionale Anpi, Nedo Vinzio: «Ciò che assumono i Consigli comunali revocando la cittadinanza a Mussolini non è un affronto alla storia, che certo non si cancella. Si ricordi che a quel tempo il podestà era si nomina ministeriale. Il provvedimento di revoca adottato in una democratica assemblea municipale – conclude il presidente Anpi Valle d’Aosta – è piuttosto la dissociazione dalla decisione unilaterale di un burocrate in camicia nera, come lo erano tanti altri all’epoca».
Pubblicato venerdì 9 Aprile 2021
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