
Si è da poco conclusa presso il Tribunale di Roma la causa per la richiesta di risarcimento allo Stato italiano da parte degli eredi di una delle vittime dell’eccidio di Calvi dell’Umbria. Nella piazza del paese, il 13 aprile del 1944, i nazisti, su delazione fascista, fucilarono 16 uomini, il più giovane aveva 16 anni. In quanto presidente della sezione Anpi “Marisa Musu” di Calvi dell’Umbria, ho avuto modo di intervistare l’avvocato Emidio Gubbiotti, legale degli eredi di una delle vittime dell’eccidio nazi-fascista, sul significato della sentenza e sulle sue conseguenze.

Avvocato Gubbiotti, quale è stata la sentenza?
La sentenza di primo grado ha accolto la richiesta di risarcimento, confermando che i fatti posti a fondamento della domanda erano corrispondenti ai parametri selettivi posti dal decreto legge 36/2022.
È stato possibile, dopo 81 anni, procedere per i crimini nazisti?
Si, perché negli anni ‘60 venne siglato un accordo in questo senso tra Italia e Germania. Poi il governo Draghi ha provveduto, appunto nel 2022, alla Istituzione del Fondo per il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra il 1° settembre 1939 e l’8 maggio 1945 e a stanziare una somma iniziale di 20 milioni di euro come base di accantonamento. E somme inferiori fino al 2026. Non sappiamo quali siano le intenzioni del governo Meloni, evidentemente poco sensibile alla materia.

I crimini di guerra, così come quelli contro l’umanità, sono imperscrittibili, ma come avete potuto, dopo 81 anni, ricostruire gli avvenimenti e le responsabilità di quell’eccidio?
Già al momento dell’avvio del contenzioso, erano trascorsi troppi anni per una ricostruzione che potesse basarsi esclusivamente sulle testimonianze e, in ogni caso, ciò sarebbe stato non sufficiente. Abbiamo fatto quindi una ricerca di archivio nelle sedi istituzionali, uno studio della documentazione esistente, su certificati e attestati, leggendo anche i contenuti del cosiddetto Armadio della Vergogna. Un armadio scoperto nel 1994, in uno sgabuzzino di Palazzo Cesi-Gaddi, a Roma, contenente fascicoli sulle stragi naziste in Italia, stilati dallo Special Operations Executive britannico. Tra questi c’era anche quello sull’eccidio di Calvi dell’Umbria.

Lo Stato italiano dovrà ora risarcire gli eredi della vittima?
La sentenza di primo grado stabilisce esattamente questo, approcciando alla quantificazione secondo un criterio equitativo, come da me richiesto.

Molte delle vittime dell’eccidio di Calvi dell’Umbria avevano il medesimo cognome. Lei, avvocato, sta rappresentando più eredi di quella famiglia?
In questo momento, credo sia più opportuno concentrare la comunicazione sulla vicenda in generale e sui giusti principi sanciti nel provvedimento del Tribunale romano, evitando di fare riferimenti specifici. Posso dire che mi auguro che la linea tracciata nel caso che ho seguito possa essere percorsa da tutti quelli che ne abbiano diritto.
Qual è stato il senso del suo impegno e quali le considerazioni al termine della prima fase del processo? È indubbio che la notizia dell’esito abbia rinforzato in tutti noi la convinzione che “se si resiste, non ci si arrende”.
Non ci si può avvicinare a una vicenda così complessa e così connotata da risvolti storici, politici ed etici, senza la necessaria consapevolezza. Credo che ciascuno di noi, per quanto possibile e nel perimetro delle proprie attitudini e competenze, debba valorizzare il culto della memoria e della giustizia. Mi piacerebbe che in Italia, nel solco tracciato dal governo Draghi, si possano concretizzare rapidamente i principi sanciti in questa e in altre simili sentenze. Evitando inutili e deleterie dilazioni.
Benedetta Buccellato, presidente della sezione Anpi “Marisa Musu” di Calvi dell’Umbria, attrice
Pubblicato domenica 21 Settembre 2025
Stampato il 21/09/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/strage-nazifascista-di-calvi-dellumbria-parla-il-legale-dei-familiari-di-una-delle-vittime-ecco-perche-saranno-risarciti-dopo-81-anni/