(Imagoeconomica, Marco Cremonesi)

Dire ANPI è dire Antifascismo, Resistenza, Democrazia, Costituzione, Europa, Pace. Quasi in sequenza, secondo le circostanze della storia, eppure così intrecciati. Non una sommatoria di temi, ma come un poliedro, facce diverse di un’unica condizione: la condizione umana nella sua dignità, nei valori universali che la definiscono.

Questi anni del nuovo secolo, questi mesi di un fatidico 2024, percorso da elezioni politiche globali, pongono sfide radicali. Il 900 ha avuto le sue, queste non sono da meno.

Non solo perché oggi le democrazie sono fragili, minacciate, le autarchie allungano il passo nei vari continenti, la terra è ferita come mai nella storia, la dignità della persona travolta dalle disuguaglianze, mentre i conflitti si moltiplicano sulle teste, sui corpi, sulle vite dei popoli, sui civili disarmati e il potere economico, finanziario, politico, degli armamenti è senza controllo e concentrato nelle mani di pochi, senza giustizia né compassione, e il diritto internazionale è messo all’angolo. La sfida è radicale perché chiama in causa contemporaneamente l’etica, la politica, le istituzioni, la coscienza dei singoli, le responsabilità personali e sociali.

Qui e ora, sul piano locale e su quello mondiale.

La portata delle sfide è tale che genera insieme smarrimento, sfiducia, indifferenza, rabbia, ma anche riscossa, resistenza, partecipazione.

È al bivio tra rassegnazione e speranza che si colloca l’ANPI, l’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia.

Tra politica e società civile, tra istituzioni e cittadini, consapevole che la difesa della democrazia è un tutt’uno con la sua promozione, che sono soprattutto i cittadini il presidio della democrazia. Dai secoli lontani ad oggi, sono i popoli che hanno spinto la storia.

Anche le dittature sono nate con il consenso, o nell’indifferenza dei più.

Ecco perché l’ANPI e la memoria antifascista sono la stessa cosa, e non c’è memoria che non sia contemporanea, che non illumini il presente.

Capire il buio della storia, il buio dell’oggi, e accendere la luce. Questo è il ruolo dell’ANPI. E tenerla sempre accesa, con la coerenza delle scelte, dei comportamenti, delle iniziative.

Da Navalny a Gaza, dall’Ucraina al Myanmar, dall’Africa all’America Latina e all’Asia, nel mondo stanno crollando le strutture economiche, sociali, politiche del passato, mentre stenta a crescere un nuovo ordine globale. Quello democratico, uscito dalla seconda guerra mondiale, sembra svanire. La rivoluzione della conoscenza apre nuove frontiere, prefigura nuove consapevolezze umane, offre inediti rischi e possibilità.

C’è bisogno di una bussola, ANPI se ne intende, di bussole. Nei passaggi cruciali della storia, quando la disumanità e l’orrore sembrano vincenti, ANPI sa come prendere per i capelli i valori umani e salvarli sul baratro. Sa come portare l’umanità al potere, come ci ha insegnato Carla Nespolo.

La presidente nazionale Anpi Carla Nespolo, scomparsa nell’ottobre 2020

Vedere lucidamente le ombre della storia, credere nella possibilità della dignità umana, della democrazia, della pace per il presente e per il futuro è il messaggio costante del Presidente Sergio Mattarella, la bussola della Repubblica.

Carica di anni e di storia, ANPI non si lasci appesantire da schemi tramontati, ideologie finite, tatticismi inutili.

(Imagoeconomica, Clemente Marmorino)

Lavori sull’essenziale, comunichi visioni e passioni, susciti le energie migliori del nostro Paese, organizzate e non, costruisca ponti, reti, sinergie. Con autorevolezza, con apertura.

Tre obiettivi, oggi, sono davanti a noi, fondamentali: l’equilibrio costituzionale, l’Unione Europea come pilastro politico nel mondo, urgenti cammini di pace, di cessate il fuoco, di aiuti umanitari, di tavoli internazionali per il dialogo e la negoziazione.

Si concentri, l’ANPI, sulla visione e sulle scelte. Ascolti, promuova unità, susciti creatività.

Mentre infuriano i conflitti, si possono aprire cammini di politica per la costruzione della pace.

La prossima settimana sarò sul confine tra Thailandia e Myanmar, a Mae Sot e Chiang Mai. Per conoscere, per condividere, per sostenere. Il popolo birmano sta resistendo, libera territori, costruisce embrioni di amministrazione civile, una nuova generazione sogna e vuole con determinazione il Myanmar democratico. Vivono il sogno della democrazia nelle loro vite, a prezzo altissimo. Con scarse armi, con l’approccio non violento. Tengono accesa la luce anche per noi.

Tre anni fa, nel febbraio 2021, il colpo di Stato in Myanmar. La ragazza fa il gesto delle tre dita, divenuto simbolo della lotta contro la dittatura militare

Vi racconterò.

Le donne, ovunque, cambiano la storia. Perché un gruppo di donne autorevoli, nel mondo, non va a Gaza, in Ucraina, nelle capitali del mondo per pretendere il cessate il fuoco e l’avvio di dialoghi di pace?

Un’ANPI più leggera, più agile, può sognare e realizzare l’impossibile.

Un’ANPI che dal nord al sud parla la stessa lingua, scalda con lo stesso cuore, unisce età e generazioni.

Con una giovane antifascista, la vicepresidente nazionale Anpi e presidente dell’Istituto Cervi, Albertina Soliani

Un’ANPI per l’Europa e per il mondo, per l’unità delle forze democratiche. Esattamente come ottant’anni fa, quando nasceva a Roma.

La terza generazione, dopo quella dei partigiani, e quella degli anziani non partigiani, oggi necessaria come ieri, al bivio della crisi globale nella storia ci deve essere, deve assumere responsabilità.

“Uno si distrae al bivio” è il titolo della raccolta di poesie del grande Rocco Scotellaro.

Il trattore e il mappamondo di casa Cervi

Di fronte al mappamondo, sul loro trattore, i Cervi non si sono distratti. E hanno vinto, per tutti noi, mentre vivevano e morivano nell’ora più buia della storia.

Albertina Soliani, vicepresidente nazionale Anpi, presidente Istituto Cervi