Un quattordicenne nel numero scorso si interrogava sulle ragioni della decadenza del Paese, dopo la parentesi felice della Liberazione. E si apre una discussione: risponde la staffetta partigiana, vicepresidente dell’Anpi nazionale, Marisa Ombra, mentre sulla pagina Facebook dell’Anpi molti commentano. Ecco un resoconto
Da https://www.foxlife.it/2018/03/15/frasi-festa-papa/
Sul numero precedente di questo periodico è stata pubblicata la lettera di Ivan, un ragazzo di 14 anni che si interroga sulle ragioni per cui, dai tempi dall’“Italia felice”, “siamo arrivati a oggi che tutti, se si parlano, è solo per litigare, che i politici non vedono le cose che ci mancano davvero, che quello stare insieme di ieri, oggi te lo devi andare a leggere e basta”. Ecco la risposta di Marisa Ombra, 93 anni, partigiana, vice presidente nazionale Anpi, e una selezione dei post pubblicati sulla pagina Facebbok dell’Anpi nazionale. Ndr
Si può aggiustare il mondo
Marisa Ombra
Mio caro Ivan, se mi permetto di risponderti con tanta confidenza, è perché quando entrai nella Resistenza, avevo poco più della tua età (18 anni) e non sai quanto mi senta vicino a te, soprattutto per gli interrogativi che ti poni. E che, sono certa, tutti gli ex partigiani e molti non partigiani ma semplici antifascisti e democratici, si pongono oggi.
Faccio ricorso alla mia memoria (ho 93 anni, per fortuna ancora abbastanza “lucida”), la tua idea di “un’Italia felice” non è troppo vera, questo Paese è molto complicato, per molte ragioni, e in realtà ha vissuto molti conflitti. La mia prima delusione l’ho avuta nel 1946. Referendum monarchia/repubblica. I contadini che ci avevano accolti, mettendo a rischio le proprie case, il bestiame, loro stessi e le famiglie, avendo figli sparsi nel mondo a combattere guerre fasciste, avevano votato Monarchia. L’antica cultura, le credenze, il costume, avevano avuto la meglio. Il re era sicurezza, la repubblica era anarchia. Poi, venne la guerra fredda: Yalta, la spartizione tra occidente e quasi tutto il resto del mondo occidentale.
Gli anni che nella mia mente sono rimasti i più contrastati, sono gli anni 70. Hanno visto conquiste come il divorzio, la riforma del diritto di famiglia, l’aborto, le pari opportunità, lo Statuto dei lavoratori e tante battaglie di civiltà. Ma, contemporaneamente, c’erano le Brigate rosse. Il delitto Moro, lo rivediamo in questi giorni.
Ricordo gli anni peggiori (gli 80 e 90), quelli che hanno stravolto questo Paese, nel senso che tutto era diventato lecito, il linguaggio come i comportamenti, “liberi tutti” (ti ricorda qualcosa il bunga bunga? – forse non eri ancora nato). Siamo scivolati, un passo dietro l’altro, fino a questo orribile punto.
La competenza, il sapere, la conoscenza, pare che non abbiano più corso. Tuttavia, non credo che le bugie abbiano vinto. Fino a quando ci saranno ragazzi come te, capaci di interrogarsi sul “mondo rotto”, vuol dire che sapranno aggiustarlo: come l’abbiamo aggiustato noi; cresciuti nelle scuole fasciste eppure capaci di rivoltarci, al momento giusto. Grazie Ivan. Grazie per la fiducia che mi restituisci. Marisa
Marisa Ombra, partigiana, vicepresidente nazionale Anpi
Commenti sulla pagina Facebook dell’Anpi alla lettera di Ivan
Alfiero Trinca Ho parlato con molti Partigiani, nessuno, dico nessuno, mi ha detto che questa è l’Italia che sognavano e per cui hanno lottato.
Federico Capello Mio padre già anni fa mi disse che aveva combattuto per qualcosa che non esisteva più.
Tiberio Gracco È un’Italia dove c’è molto più benessere economico di prima, ma questo è arrivato non in modo graduale e condiviso, ma in modo rapido e violento, pilotato da competizione e arrivismo, senza giustizia. E cosi adesso siamo dominati da invidia rabbia e gelosia, e la coesione sociale si è persa. E sembra sempre peggio. Non vedo cosa potrebbe far migliorare la coesione sociale oggi.
Danila Querio La STORIA dei nostri PADRI ci ha resi LIBERI. Ora tocca a noi a credere nel FUTURO dei nostri FIGLI. Grazie
Irina D’Ishern È il nostro mondo che si è rotto…
Patrizia Manni Tutto non è perduto se esiste un giovane come questo. Grazie Ivan.
Danila Querio Noi siamo il FUTURO. I nostri figli sono il FUTURO. E grazie ai 73 Anni passati. Noi dobbiamo CAPIRE E DECIDERE.
Giuseppe Mazzeo Quando in ragazzo di quattordici anni fa delle considerazioni così, credo che alle spalle abbia una famiglia che ha fatto con lui “un buon lavoro”. Ecco la responsabilità di noi adulti, fare in modo che i nostri figli crescano da cittadini responsabili.
Sara Ferrucci Giuseppe mi hai tolto le parole di bocca. Mentre leggevo ho pensato che i suoi genitori devono essere orgogliosi di Ivan, ho pensato che questo suo sentire gli farà sentire le ferite che bruciano ma gli impedirà di far finire il mondo ad un video game. Spero tanto che qualcuno abbia voglia di ascoltarlo perché le sue parole andranno più lontano delle mie, dati i quasi 30 anni di “vantaggio”.
Luisa Rossetto Molta tristezza per come va avanti ’sto mondo
Danila Querio Grazie ANPI. GRAZIE.
Ruggero Chesta Caro Ivan, i miei genitori e tutti i miei famigliari, con ruoli diversi, si sono impegnati nella lotta partigiana. Abbiamo avuto anche un caduto, che si è fatto uccidere piuttosto che rivelare i nomi dei suoi compagni, tanto eroicamente da essergli intitolata una strada. Aveva 19 anni. Ora tu chiedi cosa possa essere successo dopo. Io ti dico che i miei genitori mi hanno sempre coltivato giorno dopo giorno nei valori della Resistenza e questo io continuo a fare con i miei figli. Forse, e questo è colpa nostra, abbagliati dal benessere non abbiamo insistito abbastanza in quei valori e abbiamo perso i valori di dignità umana e sensibilità. Tu, ponendo questa domanda, dimostri una grande sensibilità, va a tuo merito, probabilmente anche i tuoi genitori ti hanno dato questo. Ciao, continua così a porti sempre domande e sarai un buon cittadino.
Gabriella Currado Caro Ivan, ho più di 60 anni, uno zio morto partigiano, eppure non so cosa risponderti! Sono smarrita anch’io come te e mi faccio le stesse domande che ti fai tu! Però tu sei giovane, sei intelligente e sensibile, non scoraggiarti mai!
Alicealice Ab Ivan chiede d’essere partigiani sempre e di aiutarlo a trovare le parole, da dire ai suoi compagni, per spiegare che il fascismo non é morto con la lotta partigiana (purtroppo), che il fascismo è nella violenza quotidiana contro i migranti, contro chi non ha casa o cibo, contro i più deboli, i diversi; il fascismo è nell’indifferenza di chi si volta dall’altra parte. Ivan ci chiede di attualizzare la lotta partigiana prima che sia troppo tardi…
Pubblicato venerdì 18 Maggio 2018
Stampato il 11/12/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cittadinanza-attiva/caro-ivan-non-tutto-e-perduto/
Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Nell’imminenza del 25 aprile, ho raccolto per le lettrici e i lettori di Patria quattro mie poesie partigiane. Quattro storie di coraggio, sguardi, sacrifici, quattro storie d’amore, il più autentico: quello che ricomincia sempre. Nella coscienza dei posteri, nell’entusiasmo giovane di chi sa credere e sognare, nella vita che chiama alla responsabilità e alla cura […]
Ogni conflitto bellico porta un carico di morte con ricadute drammatiche dall’onda lunghissima anche sulle comunità locali di provenienza dei militari. La Grande Guerra e una storia vera finora sconosciuta, riemersa grazie allo studioso Girolamo Prandini. Accadde ben prima dei fatti che ispirarono il film di Spielberg: racconta il sacrificio di una famiglia di Roccafranca, nel Bresciano, territorio dove la stragrande maggioranza dei richiamati e dei Caduti sono stati poveri contadini “sotto padrone”
Le manovre politiche nella Regione governata dalla destra per cambiare la destinazione d’uso delle antiche “palafitte per la pesca”. L’obiettivo, contestano comitati cittadini, associazioni ambientaliste e per la tutela del patrimonio storico-culturale, Anpi locali, è permettere la trasformazione in ristoranti, aggirando le direttive europee. Le tipiche “le macchine di legno” nei ricordi dei vecchi pescatori
Dedicato a studenti e associazioni giovanili della Regione, che potranno scegliere di realizzare un elaborato tra prose, poesie, grafici, disegni, pitture, corti cinematografici, spot, canzoni. C’è tempo fino al 24 febbraio 2024. L’iniziativa è promossa da Cgil Campania, Anpi, Libera, Istituto Campano per la Storia della Resistenza, Arci, Legambiente, la rivista Infinitimondi e il Centro di Promozione Culturale Insieme. La premiazione il 25 aprile. Nell’articolo il bando
Calvino ha scritto: “l’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui”. Si chiama Gaza, credo. È il luogo del dolore
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