La Francia abbraccia con calore Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace promotore di un modello di accoglienza ai migranti che ha ridato vita al suo villaggio, ma è stato condannato in primo grado a 13 anni e due mesi per i reati di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le reazioni di solidarietà a Mimmo Lucano in Francia si moltiplicano. Così, il 7 dicembre il piccolo Comune di Chazemais, nel cuore del Paese, ha conferito all’unanimità la cittadinanza onoraria a Domenico Lucano e nei prossimi giorni proposte analoghe verranno presentate in altri Consigli comunali.

Nella deliberazione del Municipio di Chazemais si legge: “Davanti alla crescita dell’odio razzista e xenofobo in Italia, in Francia e in un buon numero di Paesi europei, è imperativo che chi, in qualità di amministratore pubblico, ha difeso i più elementari diritti umani e trasformato un villaggio moribondo in un luogo di vita, continui a essere riconosciuto per la sua azione e il suo coraggio invece di essere trasformato in delinquente per soddisfare l’estrema destra”.

Nel frattempo si programmano altre iniziative a sostegno dell’ex sindaco di Riace, dopo la grande serata di solidarietà svoltasi a Parigi lo scorso 17 novembre. E in calendario ci sono altri incontri e l’imminente pubblicazione di un libro: “Terre d’humanité/un choeur d’artistes pour Mimmo Lucano” (Terra d’umanità/un coro di artisti per Mimmo Lucano), con prefazione di Edwy Plenel, giornalista co-fondatore e presidente di Mediapart e il contributo di un gran numero di autori e artisti di diverse nazionalità, tra i quali si conta, per esempio, Erri De Luca.

Alla serata del 17 novembre, organizzata alla Bourse du travail (l’equivalente delle nostre Camere del Lavoro) di Parigi da un collettivo di cittadini e organizzazioni francesi raggruppati sotto la sigla “Collectif de soutien à Mimmo Lucano”, hanno aderito tante associazioni e personalità politiche d’Oltralpe impegnate nell’accoglienza dei migranti. Tra i presenti anche Cédric Herrou, simbolo dell’aiuto ai migranti nella valle della Roia, stretta tra l’Italia e la Francia.

Come ha scritto il giornalista Gaël De Santis, iscritto all’Anpi Parigi, sull’Humanité il giorno dopo la serata “quando si esprime solidarietà a un italiano si canta “Bella ciao”. Così, diverse centinaia di persone si sono ritrovate mercoledì alla Bourse du Travail di Parigi, luogo che aveva accolto le riunioni della Nuit Debout (il movimento nato nel 2016 per protestare  contro la proposta di riforma del lavoro avanzata dall’allora governo socialista, ndr), a intonare, a inizio e fine serata, questo canto della Resistenza transalpina”. De Santis racconta anche come Lucano abbia fatto rinascere il suo villaggio.

Il giornalista scrive che l’emozione è palpabile in sala quando l’ex sindaco ricorda l’arrivo di un’imbarcazione sulla costa ionica alla fine degli anni 90 e, insieme al vescovo, si adopera per accogliere un gruppo di kurdi: “Erano 200 persone e il mio villaggio aveva soltanto 500 abitanti”. Così si accorda con gli emigrati italiani partiti da Riace verso il nord o per l’America Latina in cerca di lavoro, “perché mettano a disposizione dei nuovi arrivati le loro case vuote. Il villaggio si ripopola”.

Scrive ancora De Santis: “Nel 2004 viene eletto sindaco. Usa i 35 euro di sovvenzione destinati alle città che accolgono i migranti, sia per loro, sia per sviluppare i servizi pubblici e lo sviluppo economico, in una terra di mafia”. Dal canto suo Olivier Favier, giornalista e traduttore moderatore alla serata, sottolinea che la storia di Riace è quella di un “circolo virtuoso”, esattamente l’opposto di quella di “Moria, Lesbos”, quei luoghi dove si parcheggiano i migranti senza offrir loro un futuro”.

Nel corso della serata “intervengono anche degli italiani, come Pietro Bartolo, il medico che aiutava gli esuli a Lampedusa, oggi deputato europeo”.

In un video proposto sull’Humanité a complemento dell’articolo dell’incontro (qui il link) c’è anche un’intervista in italiano a Mimmo Lucano, girata a margine della serata, in cui si chiede quali siano le cose più importanti realizzate a Riace. Ecco la risposta: “Un messaggio di umanità al mondo. Un luogo limite, un luogo estremo, di condizioni sociali precarie, di condizionamenti delle mafie, di difficoltà anche economiche, è un luogo che sembra negare qualsiasi speranza per un futuro per i giovani del luogo, ma, davanti a una storia spontanea, all’ arrivo di tanti rifugiati, ritrova probabilmente l’antica identità: lasciare lo spazio alla sensibilità umana, al riconoscere nello straniero se stessi”.

E dice ancora Lucano: “Si stava perdendo la comunità e non era una condizione solo del comune di Riace, ma di tantissimi comuni calabresi, nei quali non c’è più nessuno. Quell’arrivo ha segnato una svolta decisiva. Poi è venuto il tentativo di costruire una piccola comunità globale: la multiculturalità, la multietnicità, le condizioni che riguardano la convivenza degli esseri umani possono diventare delle condizioni normali”.

Anpi Parigi