Il prefetto Lamberto Giannini, capo della polizia, è intervenuto al Viminale all’iniziativa di presentazione della Sezione Anpi “Maurizio Giglio”

È nata circa un mese fa, dopo un percorso lungo quasi un anno, la sezione Anpi che al ministero dell’Interno è intitolata a Maurizio Giglio, 24enne poliziotto catturato e torturato dalla banda Koch, e trucidato alle Fosse Ardeatine. Oggi la presentazione ufficiale al Viminale alla presenza del capo della Polizia, il prefetto Lamberto Giannini che, durante l’iniziativa “Una memoria da costruire: i partigiani, i deportati e i Giusti della polizia nella Resistenza al nazifascismo”, rivolgendosi agli agenti iscritti all’Anpi ha voluto sottolineare il “grande debito di giustizia verso tanti colleghi della Polizia che si sono sacrificati durante il periodo del nazifascismo”.

Al ministero dell’Interno per l’iniziativa di presentazione della Sezione Anpi

Il capo della polizia ha aggiunto, tra l’altro: “L’impegno dell’Amministrazione è grande in tal senso. Per esempio, recentemente siamo stati a Udine ad apporre alcune pietre d’inciampo per poliziotti deportati per aver nascosto famiglie di cittadini di religione ebraica e collaborato con la Resistenza. Noi dobbiamo recuperare e rivendicare con forza questo patrimonio di memoria. La memoria è importante, soprattutto per le nuove generazioni”.

Il capo della polizia Giannini, e il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo

Il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, intervenendo al Viminale al “battesimo” della Sezione, ha rammentato: “Oggi, ma non da oggi, riconosciamo il sacrificio di centinaia di agenti di Pubblica Sicurezza che scelsero la parte giusta della storia e molti dei quali persero la vita per quella scelta. Sono stati già ricordati tanti di questi nomi che per brevità non ripeto, rappresentandoli tutti in uno solo, al quale abbiamo dedicato la denominazione della Sezione ANPI Polizia: Maurizio Giglio, trucidato alle Ardeatine dopo giorni e giorni di efferate torture. La vostra professione – ha aggiunto il presisidente nazionale Anpi  – è sormontata da un irremovibile patto di lealtà e fedeltà alla Costituzione. Nella misura in cui la vostra professione contribuisce, in modo determinante, a tutelare la sicurezza dei cittadini nella libertà e nella giustizia sociale, essa si propone come un argine alla violenza e come un sostegno alla legalità democratica. Mi riferisco al contrasto a ogni forma di squadrismo che, a più di cento anni di distanza dalle sue prime manifestazioni, è tutt’altro che scomparso. Penso, uno fra mille esempi, all’assalto alla sede nazionale della CGIL del 9 ottobre 2021. E non dimentico l’enorme prezzo di sangue che hanno pagato gli uomini e le donne della Pubblica Sicurezza per la violenza politica nel dopoguerra”.

Gianfranco Pagliarulo al centro, accanto al capo della polizia, prefetto Giannini e a sinistra Cosmo Bianchini, vicecommissario in pensione, tra i fondatori del sindacato di Polizia della CGIL, e attuale vicepresidente provinciale dell’ANPI di Rieti

Ha continuato Pagliarulo: “Non voglio dimenticare nessuno dei tanti servitori dello Stato assassinati dai fascisti né dimentico i morti uccisi dai terroristi, come gli agenti di scorta di Aldo Moro. E ancora tanti altri, ma l’elenco è così lungo, troppo lungo. Voglio cogliere l’occasione, qui e ora, per ricordarli tutti, tutti coloro che, in ultima analisi, si sono sacrificati per difendere noi, la società, la repubblica democratica. Ma assieme – ha proseguito Pagliarulo –non posso dimenticare altri fatti, penso a Genova e al G8 nel 2001, che hanno posto a tema la necessità di un processo continuo di democratizzazione di tutte le forze dell’ordine, perché è sempre presente in tante istituzioni un tarlo antidemocratico che va contrastato e sconfitto. Voi per primi non dovete mai abbassare la guardia davanti ai segnali di degenerazione che dovessero manifestarsi. Infatti l’anno successivo la grande manifestazione del Social Forum di Firenze si svolse senza alcun incidente, con un comportamento impeccabile delle forze dell’ordine. 2001 e 2002 sono gli esempi contrapposti di come la sicurezza possa essere violata o garantita”.

Molteplici gli interventi di benvenuto alla nuova sezione da parte di esponenti della polizia di Stato

Il presidente nazionale Anpi ha inoltre messo l’accento sul ruolo importante della Sezione: “Dar vita alla Sezione ANPI Maurizio Giglio degli appartenenti alla Polizia di Stato è, non lo nascondo, un elemento di grande pregio per la nostra associazione, perché ci fa innervare in un nodo fondamentale delle istituzioni profondamente rinnovate dopo la Liberazione e con la Costituzione. Penso perciò che noi, che voi stessi potrete svolgere, in quanto sezione dell’ANPI, un ruolo importante nel processo di democratizzazione continua del Corpo, un processo che, a ben vedere, riguarda l’intera struttura dello Stato e della società italiana. La democrazia non è mai un dato assoluto, conquistato una volta per tutte. È un orizzonte a cui ti avvicini sempre più, migliorandoti con l’esperienza e con la vita vissuta. L’obiettivo è far sì che lo Stato italiano sia compiutamente e pienamente antifascista, così come prescritto dalla Costituzione. E mai come in questo momento il Paese ha bisogno di democrazia e di antifascismo”.

Sono almeno una trentina gli agenti di polizia iscritti alla sezione  “Maurizio Giglio”. A sostenerne la nascita sono stati proprio rappresentati della polizia, a cominciare dal vicecommissario Cosmo Bianchini, oggi in pensione, tra i fondatori del sindacato di Polizia della CGIL, e oggi vicepresidente provinciale dell’ANPI di Rieti.

A guidare la nuova sezione “Maurizio Giglio” sono il presidente Vittorio Berti, i vicepresidenti Elisabetta Branchesi, Mirko Carletti e Fabio Falcone, il segretario Gianfranco Pacciani e il responsabile amministrativo, Fabrizio Granati

Al gruppo di donne e uomini pronti a portare avanti un nuovo cammino antifascista nella provincia di Roma, con la specificità di essere lavoratrici e lavoratori in divisa e l’impegno di continuare sulla strada tracciata dai partigiani per l’applicazione dei princìpi costituzionali, un mese fa, in occasione della presentazione alla Casa della Memoria, il 20 dicembre scorso, si era rivolto il presidente dell’ANPI provinciale di Roma, Fabrizio De Sanctis, richiamando l’attenzione sulla natura antifascista della Costituzione e delle istituzioni.

De Sanctis aveva evidenziato come il disagio presente nel Paese sia frutto di politiche sociali ed economiche che producono disuguaglianze e precarietà, alle quali occorre dare delle risposte politiche e non meramente securitarie come spesso accade. Dando il benvenuto ai nuovi entrati nell’Associazione, il presidente dell’ANPI provinciale capitolina aveva rimarcato l’importanza della lotta al neofascismo che troppo spesso si presenta in forma violenta e aggressiva assumendo forme eversive come dimostrato dall’assalto alle sedi sindacali e da molti altri episodi di vandalismo.