Dal 2015 al 2019 un gruppo di associazioni padovane ha cercato di ripercorrere la storia e gli eventi degli anni della prima guerra mondiale uscendo dalla retorica sul completamento del Risorgimento e sulla conclusione del processo unitario del nostro Paese. Associazione per la pace, Anpi, Spi-Cgil, Unione degli universitari, Rete degli studenti medi, Acs, Centro studi Ettore Luccini e Donne in nero, hanno lavorato insieme per il dramma immane che ha scosso l’Italia e l’Europa in quegli anni e che ha avuto conseguenze umane, sociali e politiche.
Per sensibilizzare sull’argomento, il network associazionistico della città veneta ha organizzato presentazioni di libri e visioni di film, sia d’epoca che prodotti in anni più recenti, organizzato incontri con storici professionisti delle questioni trattate. Non solo: oltre a nutrire il dibattito culturale, la rete che vede Anpi tra i promotori, ha istituito un ciclo di escursioni. Il progetto, dal titolo Itinerari di guerra alla ricerca della pace, è stato un percorso alla scoperta di quei luoghi del Triveneto protagonisti delle vicende belliche.
Le passeggiate montane tra i sentieri sono servite a vedere e conoscere i luoghi delle battaglie e le trincee dove i nostri soldati hanno vissuto per anni. Luoghi poi abbandonati dai combattenti a seguito della firma dei trattati di pace che da una parte hanno sancito la fine del conflitto, ma dall’altra, per molti versi, hanno posto le basi per lo scoppio del secondo conflitto mondiale e contribuito allo sviluppo di realtà problematiche e conflittuali ancora esistenti in Europa e in Medioriente.
L’iniziativa è servita, inoltre, a entrare in contatto con le vicende umane di quanti vennero fucilati per decimazione con giustizia sommaria: morti innocenti il cui nome è caduto nell’oblio della damnatio memoriae ma che ora, fortunatamente, lo studio della storia permette di riabilitare, ridando loro dignità, analogamente a quanto già fatto da Francia e Gran Bretagna.
Nell’ambito di Itinerari di guerra alla ricerca della pace, va dato merito quindi al Comune di Padova per la sensibilità dimostrata accogliendo la richiesta delle associazioni di ricordare questi soldati. È un tardivo riconoscimento, certo, ma lo dobbiamo ai compatrioti uccisi talora senza neppure capire perché li si condannava a morte o addirittura perché combattevano.
Venerdì 16 luglio 2021, nel 104° anniversario della decimazione della brigata “Catanzaro” avvenuta a Santa Maria La Longa, in provincia di Udine, in via Oberdan a Padova è stata inaugurata una lapide a ricordo di quei militari. Hanno parlato l’assessora alla pace, Francesca Benciolin e, in rappresentanza della Rete degli studenti medi, Ettore Vianello, i quali, insieme alla presidente del comitato provinciale Anpi, Floriana Rizzetto, hanno scoperto la targa commemorativa.
Alla cerimonia hanno preso parte anche Marco Mondini, docente di storia contemporanea all’università di Padova e autore del libro Il capo, sul generale Luigi Cadorna, il prefetto Raffaele Grassi, il questore Isabella Fusiello, per l’Esercito il colonnello Luca Franchini, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Luigi Manzini, rappresentanti delle associazioni, il presidente di Assoarma e il delegato del rettore dell’università padovana, professor Filippo Focardi che hanno sottolineato, con la loro adesione e presenza, il valore civile e morale della cooperazione.
Floriana Rizzetto, presidente del comitato provinciale Anpi di Padova e componente del comitato nazionale dell’associazione dei partigiani
Pubblicato lunedì 19 Luglio 2021
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