Mentre risaliamo il Mortigliengo l’autoradio ci angoscia con la cronaca delle terribili scosse di terremoto che sconvolgono il presente e il futuro di quella comunità sparsa sull’Appennino centrale che rappresenta una parte rilevante dell’identità italiana.
Era il giorno seguente un Natale che ancora una volta non era stato festeggiato: la guerra non era più un evento lontano, sui fronti, ma per la prima volta si intrufolava senza chiedere permesso nelle case, nelle cucine, nei letti della popolazione ridotta alla fame e stremata da vent’anni di regime fascista.
Quel Santo Stefano dal cielo nevicò la solidarietà, e con essa la speranza e la certezza che tutto quell’orrore folle era destinato in breve tempo a lasciare il posto ad un mondo migliore. Così quelle donne e quegli uomini, che dalla magra terra avevano avuto poco, se non castagne, funghi e foglie per materassi che oggi diremmo ecologici, alla notizia che sarebbe arrivata la salvezza dal cielo, si mobilitarono in un batter d’occhio: in due o tre giorni tagliarono gli alberi per preparare la radura dove far atterrare i paracadute che venivano lanciati degli aerei, portarono le lenzuola che, stese sul prato, lo rendevano facilmente visibile agli aviatori, fecero venire i carrettieri per portare subito al sicuro i preziosi bidoni. Una grande storia di partecipazione comunitaria, eredità rinnovata di quelle storiche Società operaie di Mutuo soccorso le cui antiche bandiere ornano solennemente i locali del Municipio.
Alcune immagini degli oratori (cliccaci sopra per ingrandire)
Il Sindaco Michele Role Mucet e il vice Sindaco Massimo Foglizzo fanno gli onori di casa attorniati dai loro Consiglieri e Assessori, ringraziando per la folta presenza di Sindaci e di rappresentanze dell’ANPI giunte da ogni parte del Biellese e della Valsesia. In un gazebo sul lato della piazza è possibile acquistare il libro edito dal Comune che racconta la storia del monumento dai primi bozzetti all’opera compiuta.
Di fronte al palco una decina di sedie ospitano alcuni partigiani, per tutti citiamo la Staffetta Vanda Canna di Borgosesia, che dell’episodio fu testimone e protagonista.
Prende poi la parola il Maggiore Benjamin Moody, Addetto militare dell’ambasciata inglese, che ci sottolinea come abbia ben presente i dolori e gli orrori della guerra sulla popolazione, perché ha partecipato recentemente alle spedizioni in Iraq e Afghanistan. E’ grazie alla simultanea traduzione di Erica Santoro che comprendiamo l’emozione che ci vuole trasmettere quando parla dei bambini vittime: so bene cosa vuol dire, ho tre figli anch’io che oggi sono qui con noi in tempo di pace.
Il Presidente provinciale dell’ANPI Biella, Gianni Chiorino, porta il saluto dell’Associazione e, tra l’altro, ci fa riflettere sull’episodio di intolleranza e razzismo avvenuto recentemente a Gorino nel Ferrarese, in cui l’arrivo di 12 donne e 8 bimbi migranti ha sollevato nella popolazione locale un’insurrezione per cacciarli. Si domanda a quanto possa giungere il degrado morale del paese e invita i presenti a prendere posizione contro questi fenomeni di inciviltà.
Franco Bianchini ci racconta della genesi del monumento e la scelta di affidarne la realizzazione all’artista Paolo Pisano, che ci racconta della collaborazione fra Partigiani e Alleati, di quel cielo azzurro, come oggi, e di quella terra rossa di morte che chiede aiuto.
La Banda Musicale “P. Generali” di Masserano e il Coro “Amici del canto” di Cossato intonano Canti della Resistenza, l’Inno Inglese e quello Europeo, cantato in italiano, e infine l’Inno di Mameli. Penultimo atto dell’intensa mattinata è la benedizione impartita ai presenti da parte del Parroco.
Luciano Guala, dell’ ANPI di Biella
Pubblicato venerdì 18 Novembre 2016
Stampato il 06/06/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/cronache-antifasciste/il-cielo-sopra-soprana/