fosse ardeatine x copertinaIl 16 febbraio 2016 è stata mantenuta una promessa: la Camera dei Deputati, su sollecitazione della Presidentessa Laura Boldrini, che più volte si era espressa in tal senso e personalmente impegnata perché ciò avvenisse[1], ha desegretato 13.000 carte riguardanti i lavori della “Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti” (2003-2006). E non solo: ne ha messo online l’inventario, sul sito del proprio Archivio Storico[2], creando la possibilità di richiedere direttamente la consultazione di tale documentazione e così riceverne copia digitale. In sintesi, un insieme di trasparenza amministrativa, facilitazione mediatica a favore della ricostruzione storiografica (o giornalistica, o personale perché possibile per ogni cittadino) e concretezza nel lavoro di memoria, che è innanzitutto storia basata su fonti trattate in maniera scientifica.

 

Un momento dell’assemblea alla Camera del 16 aprile 2015 con i partigiani. In quella circostanza la presidente della Camera Laura Boldrini affermo: “Oggi, voi partigiani, siete qui non come ospiti ma come padroni di casa” (da http://images2.corriereobjects.it/methode_image/2015/04/16/Politica/Foto%20Gallery/a99a2a91b3e418b12fd572e5536c3fee.jpg)
Un momento dell’assemblea alla Camera del 16 aprile 2015 con i partigiani. In quella circostanza la presidente della Camera Laura Boldrini affermò: “Oggi, voi partigiani, siete qui non come ospiti ma come padroni di casa” (da http://images2.corriereobjects.it/methode_image/2015/04/16/Politica/Foto%20Gallery/a99a2a91b3e418b12fd572e5536c3fee.jpg)

La “messa online”, nuovo traguardo nel quotidiano percorso di democratizzazione dell’informazione e della conoscenza, è un risultato importante. Le carte ora a disposizione provengono dalla documentazione che la Commissione ha acquisito negli anni dei suoi lavori; non sono – è bene precisarlo – i fascicoli dell’archivio di Palazzo Cesi, sede della Procura Generale Militare, illegalmente occultati nel 1960 e recuperati nel 1994. Se si fosse trattato di tali fascicoli, oltre alla disponibilità informatica di essi, non ci sarebbe stato nulla di nuovo, in quanto tale materiale è consultabile presso l’archivio della Camera dal 2006. Si tratta, invece, della documentazione proveniente da cinque enti diversi – Ministero degli Affari Esteri, Ministero della Difesa, Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare (SISMI), Tribunale Ordinario di Roma, Consiglio della Magistratura Militare – che i membri della Commissione ritennero di dover interpellare; dunque, di documentazione archivistica che venne considerata – presumibilmente a ragione – rilevante ai fini di conoscere le cause e i responsabili dell’occultamento dei fascicoli relativi a stragi ed eccidi compiuti, in Italia e all’estero, da nazisti e italiani fascisti. Tali fonti, che fino ad oggi risultavano catalogate come “riservate” o “segrete” all’interno del corposo inventario pubblicato dalla Camera dei Deputati nel 2007[3], sono state quasi interamente[4] rese disponibili, e comprendono materiale diverso che andrà analizzato insieme al resto delle carte disponibili da tempo, ma finora non studiate nella loro interezza.

kappler_bisOltre ai fascicoli personali dei vari procuratori militari – a partire da quello di Enrico Santacroce, firmatario dell’illecito provvedimento di archiviazione “provvisoria” nel gennaio 1960 – coinvolti a vario titolo nell’occultamento delle carte, la documentazione, che copre un arco temporale che va dal 1945 al 1995, ci restituisce informazioni sulla fuga di Kappler e la detenzione di Reder, gli eccidi delle Fosse Ardeatine e di Boves, Cefalonia, Niccioleta-Castelnuovo Val di Cecina (PI) e altri, il lager della Risiera di San Sabba. Ci sono, poi, materiali su Matthias Defregger, responsabile della strage di Filetto (CH), e nel dopoguerra vescovo della diocesi di Monaco; notizie provenienti dalla delegazione italiana presso la NATO, dettagli sulla questione dei risarcimenti tedeschi all’Italia ma anche sulla fornitura di armi da parte del nostro Paese alla Germania, quando si trattò di riarmare l’esercito della Repubblica Federale; ancora, appunti sulla visita di Adenauer a Roma nel 1951 – poco prima della scarcerazione di Albert Kesselring, che sarebbe diventato consulente dello statista tedesco – e, dieci anni dopo, di Fanfani a Bonn, e a questa seconda relazione è allegato un “appunto caso Kappler” del dicembre 1958. La sola presenza di queste carte nel materiale utilizzato dalla Commissione è significativa, in quanto rende evidente la possibilità di una connessione tra questi aspetti della storia europea durante la Guerra Fredda e l’occultamento dei fascicoli. Ancora, tra le carte desegretate sono comprese relazioni sull’«atteggiamento» di vari Stati esteri – Usa, Gran Bretagna, Germania, Francia e altri Paesi europei – dinanzi ai temi trattati, e molto materiale sui criminali italiani sia nella fase bellica 1940-43 sia in quella relativa alla Repubblica di Salò. Infine – ma questa prima e sintetica lista potrebbe continuare – ci sono gli elenchi: dei criminali italiani, dei criminali tedeschi, dei militari – alti ufficiali presumibilmente coinvolti in crimini di guerra – e dei magistrati – durante la guerra in servizio in territori di occupazione – tedeschi al servizio prima del Reich e poi della RFT, senza che il passaggio dal nazismo alla democrazia avesse comportato alcun problema al loro curriculum.

La desegretazione è un risultato raggiunto, che l’ANPI e l’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI) possono rivendicare anche come proprio, dato l’impegno che, da anni, queste istituzioni, e così i singoli studiosi che a vario titolo con esse collaborano, profondono sulle difficili questioni connesse alle stragi naziste e fasciste, dalla ricostruzione di queste ultime alla complessa tematica della mancata, tardiva, parziale giustizia di transizione. Uno dei risultati di questo lavoro è l’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia, un prodotto, a breve disponibile online, voluto da ANPI e INSMLI e nato dalla collaborazione dei ministeri degli Esteri italiano e tedesco, convinti che la ricostruzione scientifica del periodo più difficile nelle relazioni tra i due Paesi sia la base migliore per affrontare insieme il presente e il futuro europeo.

La disponibilità dei documenti è una promessa mantenuta e un risultato raggiunto. Ciò che se ne ricaverà lo dirà solo lo studio sistematico delle carte. Quindi, siamo dinanzi a un nuovo punto di partenza, perché ora è necessario lavorare, studiare quei documenti, riorganizzare e integrare il discorso storiografico e politico sull’intera vicenda, che è storia della guerra e del dopoguerra, d’Italia e d’Europa. Tutto questo, nella speranza di avere le forze e i mezzi, anche materiali, per continuare a studiare.

Isabella Insolvibile, membro del Comitato scientifico dell’INSMLI, borsista dell’Istituto Storico Germanico

Note:

[1] http://www.patriaindipendente.it/persone-e-luoghi/servizi/armadio-della-vergogna-ancora-troppe-ambiguita/

[2] https://archivio.camera.it/desecretazione-atti/commissione-parlamentare-inchiesta-sui-crimini-nazifascisti-leg-XIV/list

[3] Indice generale dei documenti acquisiti dalla Commissione, pubblicato nel quarto volume dell’opera che raccoglie i resoconti delle sedute: Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti (istituita con legge 15 maggio 2003, n. 107). Resoconti stenografici delle sedute della commissione e di audizioni svolte in missione, relazioni, indici ed elenchi, Roma, Camera dei deputati, 2007.

[4] A una prima e veloce consultazione dell’inventario, risultano essere stati sottoposti a parziale (e non totale) scioglimento della riserva alcune carte provenienti dal SISMI e acquisite dalla Commissione nel febbraio e nell’aprile 2006 (num. inventario: 109). Sono, invece, ancora catalogati come “Riservati” i due esposti di Giovanni Orlando, sindaco del Comune di Borgo Ticino (Notizie inerenti ai tragici fatti accaduti nel proprio paese, num. inv. 1/1) e 2/1 Vincenzo Cerceo, ufficiale della Guardia di Finanza in congedo (Notizie inerenti alla provvisoria archiviazione del 1960, num. inv. 1/2).