L’appello nazionale Mai più fascismi – in un Paese in cui le divisioni (non sui principi ma sul “principare”), i personalismi e le sfuriate mediatiche vanno per la maggiore – resta una preziosa notizia di dialogo e lavoro comune sui valori che fondano la nostra Repubblica. E, nell’intendimento dei promotori – 23 tra associazioni, sindacati e partiti – può ancora costituire un motore di “risveglio civile” per chi, nel mondo politico e istituzionale, procede da tempo su sentieri dove l’avvertimento serio e cosciente della sfiducia e dello smarrimento delle cittadine e dei cittadini è, per lo più, drammaticamente inconsistente.

In questi mesi di intenso lavoro, dalla costruzione di strategie condivise alla messa in campo di luminosi e straordinari percorsi operativi (la raccolta firme in tutta Italia e la manifestazione nazionale del 24 febbraio a Roma) si sono poste le basi per un impegno permanente che vigili attivamente sul rispetto e la piena attuazione del dettato antifascista e antirazzista della Costituzione. Di più, si sono poste le basi per riportare nel dibattito pubblico – che appare sempre più chiuso e difficilmente “normalizzabile” – la voce di quel Paese che ha ancora voglia (seppure al limite della pazienza) di contare e contribuire allo sviluppo di una civiltà democratica piena.

Il 2 giugno sarà una tappa decisiva. Nella manifestazione nazionale che si terrà a Bologna (il programma è in via di definizione) il Coordinamento Mai più fascismi comunicherà l’esito della raccolta firme. La data è fortemente simbolica: il giorno del referendum che rese il Paese una Repubblica. La Repubblica. La sua proclamazione fu il momento in cui il sacrificio dei combattenti per la libertà vide finalmente solide prospettive di utilità e un risplendere di volti, coraggio e sano patriottismo. Ecco, il Coordinamento Mai più fascismi, la sua origine, sono strettamente e sentimentalmente legati a quella esperienza, alla sua attualissima funzione politica. Una politica nobile, estranea e ostile al giro di valzer di approssimazioni, alfabeti violenti, appetiti di potere. Appuntamento, dunque, al tempo migliore, che non sfinisce il tempo in cose e corse ombelicali, in passioni stolte, in crolli di radici e stile. Appuntamento ad un antifascismo largo, sulla bocca civile di tutti, forte del suo carattere unitario e senza movimenti strani per la testa.