Col 28 ottobre 2015 (data dell’approvazione del documento base per il Congresso), è cominciata, per l’ANPI, la campagna congressuale. Congressi di tutte le Sezioni (oltre 1000) sparse per l’Italia e di oltre 100 Comitati provinciali, ugualmente distribuiti su tutto il territorio. Alcuni mesi, fino al 12 maggio, quando è iniziato il Congresso nazionale, a Rimini, di discussione ampia, approfondita, partecipata (circa 25-30.000 presenze), in cui sono state manifestate le opinioni più svariate sui temi del momento, del presente e del futuro.
Si è discusso anche dei referendum sulle riforme costituzionali e la legge elettorale e sulla posizione assunta dall’ANPI, col Comitato nazionale del 21 gennaio 2016. Tutto ciò in modo sereno, fraterno e con risultati inequivocabili, poiché sul tema sono stati presentati documenti a favore del “NO” e documenti a favore del “SI” (o della neutralità); alla fine sono risultati 2521 voti favorevoli per la decisione del Comitato Nazionale, contro 25 contrari e un certo numero (modesto) di astenuti. Poi, la parola è passata al Congresso nazionale: 4 giorni di appassionata discussione (94 interventi, oltre al lavoro, anche notturno, delle Commissioni, politica ed elettorale). Alla fine, sono stati posti in votazione, insieme, il documento base e la relazione generale per il Congresso, svolta dal Presidente; ed anche in questo caso, i risultati sono stai inequivocabili: 347 si e tre astensioni.
Un Congresso, dunque, sostanzialmente unitario, così come unitaria è stata la reazione dei congressisti alla relazione generale del Presidente (secondo chi li ha cronometrati, 8 minuti di applausi, con l’insistente richiesta di continuare nel ruolo di Presidente nazionale). Altrettanto unitaria la votazione del Comitato nazionale, che – appena eletto – si è riunito, nella stessa sede congressuale, per eleggere il Presidente, facendo registrare l’unanimità. Insisto sull’aggettivo “unitario”, perché anche quest’ultima parte rileva, essendo pacificamente schierato per il NO il Presidente, ed essendo la sua relazione fondata sull’impegno di tutta l’ANPI per la campagna referendaria, la raccolta delle firme, etc.
Unità non significa unanimismo, in un’Associazione che si definisce, da sempre, pluralista: significa semplicemente che ci sono state anche opinioni dissenzienti; come è normale, si sono liberamente manifestate e poi c’è stato un voto, anzi più voti, senza rotture, né lesioni all’unità, che per l’ANPI è sempre stata fondamentale.
È accaduto, però, che dopo il Congresso, una parte della stampa – che non era stata presente, né durante il Congresso, né alla tavola rotonda sui giovani (interessantissima e con la partecipazione di esperti), né durante lo svolgimento delle sessioni pubbliche, che non si era neppure accorta della rielezione (e in quel modo) del Presidente, tant’è che un quotidiano ha continuato a definirlo, nei giorni successivi, come “ex Presidente”; quella stampa – voglio dire – si è accorta improvvisamente dell’ANPI, per le “divisioni”, le “lacerazioni”, “le rotture”, ingigantendole, dedicando articoli e commenti ai (pochi) dissidenti e suscitando nell’ignaro lettore l’idea che il Congresso fosse stato un disastro, culminato con una frattura insanabile dell’Associazione.
Fin qui, potrebbe bastare un commento ironico, semplicemente limitandosi a richiamare i numeri, che parlano da soli, più di ogni ragionamento. Ma il fatto è che si è subito andati oltre, occupandosi (finalmente) dell’ANPI, ma nel modo peggiore, presentandola per ciò che essa non è, non è mai stata e mai sarà, operando distinzioni anomale tra “partigiani veri” e “partigiani falsi o inesistenti”, ponendosi interrogativi stravaganti su ciò che è oggi l’ANPI e che cosa ne accadrà in futuro. E’ stato così raggiunto (e superato) il ridicolo, tant’è che un ignaro lettore, caduto nella trappola della disinformazione, ha formulato, per scritto, la proposta di trasformare l’ANPI in una Fondazione, chissà perché e per quali ipotetiche ragioni.
Vale la pena, allora, di ricapitolare la situazione, ricostruendo anche un pochino di storia e restituendo all’ANPI ciò che anche illustri commentatori non sono riusciti a vedere.
L’ANPI è nata nel 1945, come Associazione dei combattenti per la libertà (partigiani, combattenti nei Corpo italiano di liberazione e tutti coloro che avessero assunto impegni o subìto persecuzioni, deportazioni o altro, per ragioni politiche, nel periodo dal 1943 al 1945). Statutariamente quindi, l’ANPI era aperta solo a coloro che avevano combattuto il fascismo, in guerra o in guerriglia o ne avessero subìto la violenza. Per molti anni, così, l’ANPI è stata l’Associazione di quei combattenti (mai considerati come “reduci”), impegnati a sostenere e coltivare la memoria, ma anche a difendere la Costituzione, “nello spirito che ne ha dettato gli articoli”. Non sono mancate occasioni di impegno più squisitamente “politico”, nel senso aristotelico del termine, dalla lotta contro la “legge truffa” nel 1953, alla discesa nelle piazze contro il Governo Tambroni, appoggiato dai fascisti, nel 1960 ed alla difesa della Costituzione contro gli attacchi, aperti o sotterranei che iniziarono già poco dopo la sua entrata in vigore.
Nel 2006, in un importante Congresso, l’ANPI fece i conti col passato e col presente, ma soprattutto col futuro, decidendo di modificare lo Statuto, nel senso di consentire l’ammissione anche agli “antifascisti” che si impegnassero a perseguire e rispettare le finalità dello Statuto. Un’operazione compiuta non solo e non tanto per evitare di chiudersi in un recinto sempre più ristretto, man mano che fossero scomparsi i “combattenti per la libertà”, quanto e soprattutto per assicurare la continuità della sua tradizione, rinnovando – nel contempo – quanto apparisse necessario in relazione ai mutamenti dei tempi e delle situazioni. Fu una ventata di aria nuova, che non fece mai registrare contrapposizioni tra partigiani e antifascisti, ma consentì invece di realizzare una sorta di fusione, attorno agli ideali di sempre, statutariamente consacrati. Una ventata che portò nell’ANPI soggetti nuovi e idee nuove, ma nel solco imprescindibile della continuità. Nel tempo, sono arrivate più donne, più giovani, più appartenenti alle generazioni intermedie, sempre nel contesto del rispetto dovuto all’esperienza ed all’autorevolezza dei “vecchi partigiani”.
Naturalmente c’è stata qualche complicazione, qualcuno che – deluso dalla politica-partitica – ha cercato nell’ANPI ciò che l’ANPI non poteva dare, e qualcuno che ha pensato che, per aggiornarsi ed adeguarsi ai tempi, fosse opportuno anche mutare addirittura i modi di essere e di partecipare. Tutto questo, però, è stato superato nel generale contesto dell’amore per l’unità e dell’affetto per l’Associazione. Tant’è che, in questi anni, non ci sono stati momenti “caldi”, e quelli in cui le divergenze di opinioni sono sembrate travalicare i confini del lecito – anche in un’Associazione pluralista ed unitaria al tempo stesso – hanno trovato una soluzione prima sul piano politico che su quello disciplinare. Tutto ciò è stato definito già nel precedente Congresso (marzo 2011), il cui documento conclusivo ha indicato, in questi anni la strada, mettendo al primo posto l’antifascismo e la difesa della Costituzione (dando al concetto di “difesa” un significato anche attivo e propulsivo), la difesa dei diritti (anche quelli “umani”), collocando poi su tutto, quel ruolo di “coscienza critica” del Paese, che è stato determinante per tutta l’attività dell’Associazione. Un ruolo che si è sostanziato nell’esercitare la critica, in piena autonomia e indipendenza da qualsiasi partito, nei confronti di quei comportamenti, quelle situazioni e quegli atti che si ponessero in controtendenza rispetto all’obiettivo di realizzare uno Stato “pienamente antifascista”, di incrementare e favorire con ogni mezzo la partecipazione dei cittadini, di cogliere – della Costituzione – soprattutto i valori che emergono da tutto il contesto, sia dalla prima che dalla seconda parte della Carta.
In questo modo, l’ANPI si è presentata al suo 16° Congresso, elaborando una piattaforma che amplifica gli stessi obiettivi del 2011, adeguandoli alla complessità della situazione internazionale e di quella interna, concentrando più che mai l’attenzione sulla necessità di operare perché si realizzi appieno quella “democrazia” per cui si batterono i combattenti per la libertà e attorno alla quale è costruito l’intero tessuto della Carta costituzionale. Basterebbe uno sguardo alla relazione generale per il Congresso, per rilevare che i temi ritenuti prevalenti sono molti, da quelli “tradizionali” dell’antifascismo e della memoria, all’impegno contro ogni forma di “stravolgimento” della Costituzione e all’estrema attenzione al problema dei migranti, dell’accoglienza e dell’inclusione, e così via.
Tutto questo sempre sul presupposto e sullo sfondo della “memoria attiva” e non limitata al semplice (pur doveroso) ricordo. Con l’attenzione costante ai problemi dei giovani, della formazione e della crescita di un popolo fatto di cittadine e cittadini consapevoli e partecipi.
A leggere quella Relazione e ciò che scrive certa stampa, sembra di mettere al confronto due realtà, anzi, addirittura due mondi. Il nostro è quello dei valori, della partecipazione, dell’impegno civile, sociale e politico ed è certamente fondato sull’effettività dei diritti, ma anche sulla consapevolezza dei doveri e soprattutto di quelli di “solidarietà politica, economica e sociale” di cui parla l’art. 2 della Costituzione.
Se sul referendum, una minoranza ha espresso opinioni diverse, (lo dico col massimo rispetto, ma registrando un dato di fatto consacrato dai numeri), su tutto il resto siamo stati e siamo assolutamente concordi.
Tutti gli emendamenti, gli ordini del giorno, i documenti, approvati nel Congresso, vanno nella direzione non di ridurre il nostro lavoro, ma di ampliarlo e di irrobustire il nostro impegno, sempre nel contesto del nostro Statuto e dei documenti fondamentali approvati dai Congressi (quello del 2006, quello del 2011 e quello del 2016).
Perché dovremmo contrapporre partigiani e antifascisti, anziani e giovani, uomini e donne, se siamo perfettamente concordi sui fondamenti, sulla esigenza di assicurare, sempre e comunque, la continuità rispetto ai nostri valori, le nostre tradizioni, il nostro modo di essere? Perché dovremmo chiudere un’Associazione di 124.000 iscritti, ramificata in tutta Italia e in cui convivono pacificamente donne e uomini, giovani e meno giovani ed anche idee, in alcuni casi diverse, per trasformarla in una Fondazione? Non siamo un Istituto storico, né pretendiamo di esserlo anche se cerchiamo di dare il nostro contributo alla storia, come abbiamo fatto col lavoro, le ricerche, i convegni, le pubblicazioni sulle stragi naziste e fasciste, sulle donne, sul vero volto della Resistenza, sul suo carattere nazionale, sul delicato problema dei Confini orientali e così via. Non siamo – e non vogliamo essere – “soltanto” una sorta di circolo culturale.
Sappiamo che è più facile avanzare qualche proposta o qualche critica piuttosto che approfondire; ed è certo che è più facile, rispetto all’attento esame della realtà, cercare di costruirsene una, a proprio piacimento; ma se qualcuno fosse disposto a compiere un piccolo sforzo, vorrei pregarlo di dare uno sguardo alle pagine allegate alla relazione generale del Congresso, che danno conto del lavoro e delle iniziative più importanti che abbiamo realizzato dal 2011 al 2016. So che non si può contare sul “ravvedimento operoso”, ma forse qualche esitazione, in futuro, nel definire un quadro così lontano dalla realtà della nostra Associazione, potrebbe perfino concretarsi.
So anche che i “critici” non demordono e dunque continuano a porre la stessa domanda: cosa e come farà l’ANPI quando non ci saranno più partigiani?
Ci ritengono, evidentemente, sprovveduti e ingenui, perché non si rendono conto che questa domanda ce la siamo posta noi stessi fin dal 2006 e con questi anni di lavoro abbiamo già cercato di dare risposte più che esaustive.
Non abbiamo solo accolto gli “antifascisti” ma li abbiamo anche “educati” alla memoria, alle tradizioni, al modo di essere della nostra Associazione. Abbiamo puntato molto sulla formazione, con tantissime iniziative ed anche con l’esperienza concreta. Perfino la newsletter, con le annotazioni del Presidente, ha cercato di adempiere alla finalità di ribadire e diffondere valori, tradizioni, orientamenti, facendone partecipi tutti coloro che via via sono entrati nell’ANPI. E i risultati si sono visti; anche in occasione del recente Congresso, col rinnovo di molte cariche provinciali e di sezione con l’avvento ai ruoli direttivi di intere nuove generazioni. Abbiamo tratto dalla convivenza antifascisti-partigiani gli insegnamenti di questi ultimi, la loro esperienza, cercando di non farne disperdere neppure una briciola. A questa scuola si è formata anche la classe dirigente più giovane, donne e uomini. Ed è questa che porterà avanti l’Associazione, anche in futuro, nel nome dei valori di sempre.
E proprio per questo che numerose volte ho ripetuto che non mi piaceva l’espressione “passaggio del testimone”, che dava il senso di uno che finisce il suo pezzo di corsa, si ferma, scompare, mentre un altro subentra. La parola d’ordine è stata per me un’altra: continuità. Non ci sarà, dunque, alcun momento di frattura perché la “convivenza” è in atto da molti anni e proprio essa ha funzionato da scuola e da sperimentazione.
Ecco perché il futuro non ci preoccupa: perché abbiamo studiato per tempo e da tempo come affrontarlo e ci siamo adeguatamente preparati.
Può anche darsi che qualcuno non sia riuscito a capire, ma credo che siano stati pochi, molto pochi, e saranno ancora pochi a creare difficoltà. L’insieme è saldo e forte, si rammaricherà ogni volta che verrà meno un altro partigiano ma avrà la consapevolezza che il vuoto sarà stato già riempito, anche se resterà sempre il dolore, il ricordo, il rimpianto.
Stiano dunque tranquilli, i malpensanti: siamo pronti ad ogni passaggio, perché l’abbiamo previsto ed affrontato per tempo.
E’ per questo che resteremo l’ANPI di sempre, quella che fu eletta Ente Morale nel 1945, per meriti che non dimentichiamo, di cui meniamo vanto, che consideriamo ormai “nostri”. Non con la presunzione di essere noi i “nuovi” partigiani, ma con la convinzione di essere i successori universali di quelli di un tempo, in posizione tutt’altro che statica ed ereditaria perché ci consideriamo tenuti e siamo decisi a portare avanti la loro bandiera perché essa è, al tempo stesso, la nostra.
In conclusione, l’ANPI continuerà ad essere quella che è uscita da questo Congresso, pluralista, fortemente unita, fondata sul senso di appartenenza e su quelli che sono stati, da sempre, i nostri valori e, che sono poi quelli della Costituzione e della Resistenza; e sarebbe davvero bene che lo fossero per tutti, politici e non, perché se così fosse ne guadagnerebbe il Paese e ci sarebbe da essere meno preoccupati per il nostro futuro.
In allegato, per opportuna conoscenza del lettore, il resoconto conclusivo dell’attività compiuta nel quinquennio 2011-16, cui ho fatto cenno nel testo.
Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell’ANPI
MANIFESTAZIONI E INIZIATIVE
DATA | TEMA |
18/02/2012 | Parma – “Primo Corso di Formazione politico-culturale” |
05/05/2012 | Bruxelles – “Il treno dei Mille” – I giovani europei si incontrano per un viaggio ad Auschwitz e Birkenau |
14/06/2012 | Marzabotto – 3ª Festa nazionale ANPI – “Il Presidente nazionale ANPI incontra i giovani” |
09/11/2012 | Palermo – Facoltà di Lettere – “Il Presidente nazionale ANPI incontra i giovani” |
10/06/2013 | Torino – “Meridionali e Resistenza” |
04/10/2013 | Ventotene (LT) -“Ventotene: Antifascismo al futuro” (giovani) |
29/04/2014 | Roma, Teatro Eliseo – “È una questione di democrazia” |
06/06/2014 | Roma – Celebrazioni per il 70° anniversario della fondazione dell’ANPI |
08/07/2014 | Bruxelles, Parlamento europeo -” Inaugurazione della mostra sulla Resistenza europea.” e consegna della tessera ANPI al Presidente Shultz |
21/02/2015 | Torino – “Legge elettorale e riforma del Senato: era (ed è) una questione di democrazia” |
16/04/2015 | Roma, Camera dei Deputati – “Il 70° con i partigiani” |
Giugno 2015 | “Guerra alla Resistenza” Progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ad integrazione dell’Atlante delle Stragi |
15/06/2015 | Carpi (MO) – 4ª Festa nazionale ANPI – “Il Presidente nazionale ANPI incontra i giovani” |
15/09/2015 | Roma, Camera dei Deputati – Ricordo di Arrigo Boldrini a cento anni dalla nascita |
23/09/2015 | La Maddalena (SS) – “Garibaldeide” ANPI e Fondazione Giuseppe Di Vittorio (giovani) |
06/04/2016 | Roma – Presentazione “Atlante delle stragi nazifasciste in Italia” a cura di ANPI-INSMLI |
22/04/2016 | Torino, Moschea di San Salvario – “Consegna della Costituzione tradotta in arabo” (ANPI, Comune di Torino, Consiglio Regionale) |
CONVEGNI
DATA | TEMA |
04/10/2011 | Milano – “Le donne nel Risorgimento e nella Resistenza” |
14/01/2012 | Napoli – “Le quattro giornate” (partecipazione) |
04/05/2012 | Roma – “Semplicemente Libere” |
23/05/2012 | Bolzano – “Autonomia, democrazia e lavoro – Idee forti per l’Europa” |
26/10/2012 | Milano – “Per un’Europa unita Antifascista e Sociale” |
21/11/2012 | Roma – “L’unità d’Italia alla prova della Resistenza” |
04/12/2012 | Cagliari – “I diritti fondamentali della Costituzione italiana” |
29/01/2013 | Roma – “Le stragi, tra memoria, responsabilità e riparazione” (Tavola rotonda) |
16/03/2013 | Milano – “Donne e Resistenza – la violenza e il coraggio” |
22/02/2014 | Crespellano (BO) – “Nel centenario della nascita di Giuseppe Dossetti – Costituzione: valori da custodire e attuare” |
24/09/2014 | Udine – “Convegno nazionale sulla Repubblica della Carnia” promosso da Università di Udine (partecipazione) |
11/10/2014 | Roma – “Ricominciare. Donne che ricostruiscono” |
11/11/2014 | Roma “Gli avvocati nella Resistenza, figure, esperienze, testimonianze” promosso da Consiglio Nazionale Forense (partecipazione) |
25/11/2014 | Roma – Il Tribunale Speciale e la difesa dello Stato” promosso da Corte Suprema di Cassazione (partecipazione) |
22/01/2015 | Napoli – “Il Contributo del Mezzogiorno alla liberazione d’Italia” |
21/03/2015 | Savona – “Gli scioperi per il lavoro e la libertà del marzo 1944” |
28/03/2015 | Milano – ” Milano Capitale della Resistenza” promosso da ANPI e Fondazione Di Vittorio |
06/10/2015 | La Maddalena (SS) “I fatti del 13 settembre 1943” |
14/11/2015 | Torino – “Noi Compagne di combattimento” – Gruppi di Difesa della Donna |
SEMINARI
DATA | TEMA |
12/05/2012 | Gattatico (RE) – “Neofascismo e neonazismo” con Istituto Alcide Cervi |
25/07/2012 | Gattatico (RE) – “Lancio della Campagna di contrasto al Fascismo” con Istituto Alcide Cervi (documento ) |
18/01/2013 | Bari – “Costituzione, Antifascismo, Diritti” |
19/12/2013 | Milano – “Verso un Atlante delle Stragi“ |
15/03/2014 | Milano – “In quei giorni del marzo 1944, un milione di lavoratori incrociò le braccia” promosso da ANPI e Fondazione Di Vittorio |
31/03/2014 | Roma – “Strumenti di contrasto al neofascismo” Promosso da ANPI e Istituto Alcide Cervi |
15/06/2015 | Roma – “L’Atlante delle Stragi – stato delle ricerche” |
09/01/2016 | Gattatico (RE) – “Per uno stato pienamente antifascista” con Istituto Alcide Cervi |
16/01/2016 | Milano – “La drammatica vicenda dei confini orientali” |
DOCUMENTI PROTOCOLLI D’INTESA
24/07/2014 | MIUR |
23/09/2015 | AUSER |
05/11/2015 | INSMLI |
14/12/2015 | ARCI |
PUBBLICAZIONI
Le stragi nazifasciste, 1943-45, Memoria, Responsabilità, Riparazione – a cura di ANPI | Ed. Caracci – 2013 |
Il Comandante Bulow – a cura di Edmondo Montali, ANPI e Fondazione di Vittorio | Ed. Ediesse – 2015 |
Io sono l’ultimo – a cura di ANPI: Giacomo Papi, Stefano Faure, Andrea Liparoto | Ed. Einaudi – 2012 |
La repubblica partigiana della Carnia (con Università di Udine) – a cura di A. Buvoli ed altri | Ed. Il Mulino – 2013 |
Per un’Italia unita nel nome della Resistenza – con il Presidente della Repubblica, Milano, Teatro alla Scala, 24 aprile 2010 | Ed. In proprio – 2010 |
Corso di Formazione Politico-Culturale | Ed. In proprio – 2012 |
La nostra vita, la nostra storia – dal 25 Luglio 1943 al 25 Aprile 1945 – Fascicolo Speciale di ” Patria Indipendente” per il 70° della Liberazione | Ed. In proprio 2014 |
La Costituzione – Fascicolo Speciale di ” Patria Indipendente” | Ed. In proprio 2015 |
Semi di Costituzione, la bella storia delle Repubbliche partigiane – Fascicolo Speciale di ” Patria Indipendente” – | Ed. In proprio 2014 |
La Costituzione Italiana, con introduzione “Dai valori della Costituzione alla cittadinanza attiva” di Carlo Smuraglia | Ed. In proprio 2015 |
Risorgimento, Resistenza, Costituzione – raccolta scritti di Umberto Carpi | Ed. In proprio 2014 |
La partecipazione del Mezzogiorno alla Liberazione d’Italia, 1943-45 – a cura di ANPI: | Ed. Le Monier 2015 |
1943 – Strategie Militari Collaborazionismi, Resistenza (con Università di Padova) a cura di Monica Fioravanzo e Carlo Fumian | Ed. VIELLA – 2015 |
Pubblicato mercoledì 1 Giugno 2016
Stampato il 13/10/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/idee/editoriali/unita-appartenenza-pluralismo-lanpi-di-oggi/