L’Assemblea Costituente in plenaria (Archivio storico Camera dei deputati)

25 giugno 1946, prima seduta dell’Assemblea Costituente. Momento solenne: dopo la tragedia della dittatura, il Parlamento ritrova la sua funzione. Finalmente seduti sugli scranni ci sono rappresentati dei partiti – ed è giusto evidenziarlo – rappresentanti il popolo. Scelti in libertà. Libertà, parola voluta, vissuta e scritta nel testo fondamentale della Repubblica, nata con un referendum. Libertà è scritta tredici volte nella Costituzione: nei Principi fondamentali (art. 3); nella Prima parte (art. 10, 11, 13, 14, 15, 21, 33, 35, 36, 41); nella Seconda parte (art. 68 e art. 111). E declinata altre undici volte (dall’art. 16 al 120, passando per l’art 21). Poche, tante? Non conta. Conta il significato che la parola libertà ha dentro l’idea di società e di futuro che la Costituzione indica.

I lavori della Costituente

La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare. Piero Calamandrei esortava a considerare un bene ciò che si ha, cioè di godere di ciò che si ha proprio per non soffrirne la mancanza, cioè quando è tardi. Il giurista indicava una prospettiva che non è solo una bella e incisiva affermazione, ma il significato stesso della parola impegno. Se riuscissimo a legare i termini “libertà” e “impegno”, avremmo già dato forma e sostanza all’utilizzo, a volte improprio e individualistico, che si associa alla parola libertà.

Giorgio La Pira (wikipedia)

La cifra dell’impegno la propone Giorgio La Pira: La libertà, infatti, deve servire per elezione al bene supremo e personale di ciascuno ed a quello comune, solidale e fraterno di tutti. La libertà è, perciò, fondamento di responsabilità. Ciò che ci distingue in quanto esseri umani è la capacità di scegliere, cioè l’essenza che sta dentro alla parola libertà.

La responsabilità di scegliere è ciò che ci differenzia dalle bestie, oltre l’istinto quindi, per affrontare meglio il destino di uomini. Non a caso possiamo dire, nella nostra Carta della convivenza civile che si chiama Costituzione della Repubblica Italiana, la parola libertà non è un preambolo, non è un emendamento, ma è trattata in modo specifico e dettagliato in tutta la Prima parte. Dunque, la nostra libertà è scritta nei Diritti e Doveri dei cittadini. Ecco perché libertà è impegno, ecco perché libertà è la capacità di scegliere non solo per sé, ma anche in senso collettivo. Lo sviluppo concettuale che attiene alla parola libertà può dirsi ispirato al criterio della socialità progressiva.

Da Il Messaggero del 26 giugno 1946 (Biblioteca del Senato)

Nel disegnare l’architettura della legge fondamentale dello Stato, i costituenti pensarono di partire dalla posizione del singolo, inteso non in maniera individualistica ma come persona umana che, progressivamente, viene in contatto con altre persone formando assieme a esse associazioni stabili, basate su valori condivisi, sempre più ampie e aventi valenza politica sempre maggiore. Di conseguenza, secondo il modello della socialità progressiva, i primi rapporti che vengono presi in considerazione sono quelli del cittadino in quanto tale.

Meuccio Ruini (wikipedia)

Meuccio Ruini, presidente della Commissione dei Settantacinque, nel presentare il progetto di Costituzione all’Assemblea costituente, nel merito dei “Rapporti Civili” afferma: Il cittadino è veduto nella sua individualità, pur nel quadro della società di cui fa parte; successivamente in merito ai “Rapporti Etico-Sociali”, aggiunge: Si considerano i primi e più elementari rapporti del cittadino con la comunità; sui “Rapporti Economici” sostiene che: Si considera la sfera del cittadino nell’ambito economico inteso come sfera di realizzazione sia dell’individualità, sia della collettività; in ultimo, sui “Rapporti Politici”, ricorda che: Si considera la sfera del cittadino in riferimento al suo rapporto col mondo della politica, intesa come partecipazione al fine di rendere effettiva la sovranità. Potenza della sintesi.

1946, alla prima sottocommissione della Costituente si discutono i principi generali dei diritti e dei doveri dl cittadino. Nella foto da sinistra, Nilde Iotti e Palmiro Togliatti, Leonetto Amadei e Lelio Basso, Giuseppe Dossetti

I parametri della libertà, seguendo il ragionamento della responsabilità, stanno proprio nelle parole specifiche che Meuccio Ruini ha usato: “cittadino”, “individualità”, “società”, “rapporti”, “comunità”, “realizzazione”, “partecipazione” e “sovranità”. Questo perché le soluzioni facili non sono della democrazia e nemmeno le semplificazioni. Sostenere che si può convivere in una società in cui è lecito avere idee, aspirazioni e prospettive diverse, è il modo più concreto per spiegare che cosa è la libertà, ma soprattutto suggerirne la sua applicazione. Ecco perché la nostra libertà ci chiede impegno anche nel contrasto al fascismo di ieri e di oggi. Perché la libertà conquistata per tutti è una naturale inclinazione alla costruzione del progresso sociale e dignità umana, per tutti, per il futuro.

(Imagoeconomica)

La nostra libertà ci chiede, anzi ci esorta a conoscere, capire e scegliere cioè ad avere la responsabilità di praticare la libertà da cittadini, perché, è bene ricordarlo, ai sudditi era chiesto di credere, obbedire e combattere. L’impegno che ci chiede la libertà è continuare a essere civili anche quando le condizioni non sono facili o, addirittura, avverse. Siamo liberi per conquista, non per concessione. Perché ogni conquista contiene e prevede un impegno. Meritiamolo.

Paolo Papotti, componente del comitato nazionale Anpi, responsabile Formazione