Il presidente emerito dell’Anpi, Carlo Smuraglia, al seminario “Costituzione: una bussola per la democrazia”, organizzato dall’Associazione con il patrocinio del Comune di Pescia

«Cos’è per lei la libertà?», così chiede una giovane studentessa al professor Carlo Smuraglia, presidente emerito dell’Anpi, senza una particolare attenzione del resto della platea. Il novantacinquenne, di una lucidità impressionante, non si tira indietro e le risponde che la libertà, per quanto fondamentale, è un privilegio per pochi in questo mondo. Così descrive l’ideale al quale ha consacrato tutta la sua vita, prima con la lotta per raggiungerlo, da partigiano, e poi con quella per difenderlo, con la carriera politica e giuridica, fino al recente impegno nella campagna referendaria del 2016.

Lo stemma del Comune di Pescia

Questo ed altri momenti hanno reso il seminario “Costituzione: una bussola per la democrazia”, organizzato dall’Anpi con il patrocinio del Comune di Pescia, nel pistoiese, e tenutosi dal 10 al 13 settembre nei locali dell’Istituto Tecnico Agrario Anzilotti, estremamente stimolante e interessante per noi ragazzi provenienti da diverse scuole superiori della zona. Durante il suo intervento Smuraglia ha ricordato quanto ancora oggi la nostra Costituzione, tra le più avanzate al mondo, sia soggetta a pericolosi attentati, regalando anche un racconto della sua personale esperienza di partigiano. Tutti i posti disponibili sono occupati: anche diversi adulti hanno assistito da interessati ascoltatori alle relazioni degli autorevoli oratori.

Sempre il primo giorno è intervenuto il Professor Giovanni Orlandini, docente universitario di diritto del lavoro, che ha esposto la storia e l’attuale situazione dell’occupazione in Italia.

Domenico Gallo (da http://webcomunicazioni.it/data/images/domenico-gallo.jpg)

Domenico Gallo, magistrato della corte di Cassazione, il giorno successivo ha trattato il controverso tema del rapporto tra giustizia e legalità. Le leggi razziali, ha detto Gallo, sono un esempio della visione passata del rapporto tra giustizia e legalità: se una legge è stesa nel rispetto delle procedure, può essere valida. Nonostante le leggi razziali sembrino tristi realtà lontane, solo qualche anno fa disposizioni simili erano state proposte, e fortunatamente poi rifiutate. Dovremmo riflettere tutti sull’importanza della giustizia e su come un “uso” errato della legge sia sempre dietro l’angolo e talvolta la storia non sembra insegnare. Gallo, inoltre, ha sottolineato come il principio di legalità debba realizzarsi in una società fondata sull’uguaglianza di tutti i cittadini e molte domande si sono focalizzate su razzismo e le modalità per contrastarlo.

Tomaso Montanari (da http://temi.repubblica.it/micromega-online/montanari-%E2%80%9Cdeluso-dal-m5s-ma-il-pd-non-ha-nulla-di-sinistra%E2%80%9D/)

Tomaso Montanari, docente universitario di storia dell’arte è intervenuto il 12 settembre. Ci ha invece spiegato e commentato l’articolo 9, in cui si parla della cultura, strumento di realizzazione della democrazia. I Costituenti hanno ritenuto di inserire questo tema tra i principi fondamentali della nostra Costituzione: la cultura è il mezzo che ci permette di discernere il vero dal falso, di immaginare un mondo diverso e quindi di andare contro il proprio tempo. La comunità deve tutelarla e custodirla, mostrandosi aperta e dinamica. Deve renderla accessibile e diffonderla a tutti (attraverso la scuola, gli enti sociali ecc.). Il confronto con il professore ha fornito molti spunti di riflessione a noi ragazzi e ha fatto emergere profondi temi di attualità, come il grande successo che riscuotono opere d’arte famose e il mancato interesse per altre ugualmente importanti non apprezzate e spesso sconosciute: è nostro compito valorizzare e far conoscere tutto il nostro patrimonio storico e artistico.

Giovanni Tarli Barbieri (da https://i.ytimg.com/vi/LdTNvHXJU4U/maxresdefault.jpg)

L’ultima giornata è stata dedicata alla scuola. Giovanni Tarli Barbieri, docente universitario di diritto costituzionale, con singolare foga ha spiegato come la stessa democrazia poggi sulla scuola, essenziale mezzo di informazione e acquisizione del pensiero critico. La conclusione della mattinata è stata affidata a Francesco Gesualdi, allievo della scuola di Barbiana, il famoso esperimento educativo di Don Milani. Una scuola degli ultimi, atipica, dove non si acquisivano meccanicamente nozioni, ma si studiava per imparare ad agire da esseri pensanti, a “divenir del mondo esperti”: organizzata per consentire a ciascuno di sapere ciò di cui aveva diritto, come asserisce la Costituzione.

Francesco Gesualdi (da https://www.avvenire.it/c/2016/ PublishingImages/ Riutilizzabili/Gesualdi-Francesco.jpg)

Per quanto Barbiana fosse isolata e distante da tutto, lì «il concetto di diritto era chiaro come la luce», dice Gesualdi. Pian piano ci descrive una scuola volta ad erogare due principi vitali: libertà e dignità. Una persona è libera solo se consapevole e non ciecamente succube di qualcuno, capace di giudicare tutto da solo. «Ogni minima cosa, ogni singola proposta deve passare attraverso il vaglio del cervello», e a tutti deve essere concesso di imparare a riflettere. La scuola di Barbiana non era imperniata sulla meritocrazia, non si operavano selezioni: si procedeva insieme, in un peculiare sistema dove gli studenti erano maestri gli uni degli altri e lì metteva radice la solidarietà. La testimonianza mette a nudo il pauroso abisso tra quella scuola e le nostre; abisso che denota, forse, un certo fallimento del sistema scolastico. Le nostre reazioni sono numerose ed accese: l’edilizia scolastica non funziona, studiamo in posti fatiscenti; siamo svuotati dello scopo principe della scuola, il voto è l’unica cosa che conta. Così ogni relatore è riuscito a coinvolgerci, stimolando le nostre riflessioni su tanti temi in cui ci imbattiamo quotidianamente: la corrispondenza tra legalità e giustizia, la scuola come base della Repubblica, il servizio pubblico intellettuale – quasi un ospedale della mente. Diffuso è stato l’apprezzamento da parte dei giovani e degli adulti, e grande il sollievo di avere una chiara ed approfondita visione di che cosa voglia dire educazione civica, materia ormai del tutto assente nelle scuole. Eppure educare ad essere cittadini consapevoli ed attivi dovrebbe costituire il primo obiettivo della scuola e della società in cui viviamo.

È doveroso, vista l’ottima riuscita del seminario, ringraziare i coordinatori Laura Papini e Lorenzo Guadagnucci, giornalista e scrittore, Aldo Bartoli, coordinatore provinciale dell’Anpi, Sergio Tintori, presidente della sezione pesciatina.

Cloe Buralli, Maria Chiara Menicucci, Annalisa Mincione, Giovanni Parrillo