Si è svolta il 6 maggio, l’iniziativa che ha concluso la prima parte dell’attività svolta congiuntamente da ANPI e MIUR, secondo il Protocollo d’intesa. Il titolo era significativo: “Lezioni di Resistenza, dalla Liberazione alla democrazia: il valore della cittadinanza attiva”.

La Presidente della Camera Laura Boldrini
La Presidente della Camera Laura Boldrini

A Montecitorio la Sala della Regina era stracolma, per la presenza di ragazze e ragazzi venuti da tutte le parti d’Italia (dalle dieci città in cui si era tenuto il complesso di “lezioni” di cui al titolo), oltre ad alcune scolaresche romane ed un certo numero di invitati.

Ci sono stati discorsi della Presidente della Camera, Laura Boldrini, del Presidente nazionale dell’ANPI e della Ministra Giannini; sono anche intervenuti tre giovani studenti e studentesse, di varie scuole, da Milano a Palermo.

La manifestazione si è svolta in un’atmosfera di grande attenzione e di grande calore. All’uscita della sala è stata distribuita, ad ognuno dei partecipanti una copia della Costituzione italiana, edita dall’ANPI, che contiene una breve introduzione del Presidente Smuraglia.

La Ministra Stefania Giannini
La Ministra Stefania Giannini

Alla fine, un incontro tra i relatori e il “pubblico”, molto informale e festoso. Una bella manifestazione, in una cornice di particolare significato.

Di particolare interesse è stato il discorso di Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell’ANPI, dedicato fra l’altro al tema della cittadinanza attiva e della partecipazione

“Cittadinanza attiva – ha detto fra l’altro – è l’esatto contrario dell’indifferenza, della rinuncia ad esercitare i propri diritti. Il cittadino vero conosce i valori costituzionali, nati dalla Resistenza, rispetta le leggi, anche quelle non scritte che però appartengono al senso comune ed obbedisce al dovere inderogabile, come dice l’art. 2 della Costituzione, di solidarietà politica, economica e sociale. La nostra aspirazione più grande è che voi, con l’aiuto della scuola, possiate divenire dei cittadini, nel più ampio senso della parola e – meglio ancora – dei cittadini “attivi”. Lo siete già quando partecipate, non solo ascoltando, ma riflettendo ed elaborando alle nostre cosiddette lezioni o quando lavorate insieme per costruire progetti o realizzare opere per i nostri concorsi. Ma la vita vi offrirà occasioni più difficili e importanti; ed allora dovrete fare le vostre scelte, assumere le vostre decisioni, prendere – come si dice – in mano il vostro destino.

IMG_0503È a questo punto che emerge una parola di valore inestimabile: partecipazione, che significa sentirsi parte di una collettività, e con essa cercare di realizzare – prima ancora che l’interesse proprio – il bene comune, superando individualismi ed egoismi.

Già 431 anni prima di Cristo, Pericle – rivolgendosi agli Ateniesi – diceva “un uomo che non si interessa allo Stato, noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile”.

I partigiani, contrapponendosi all’esercito più forte del mondo, rifiutarono la passività e l’indifferenza e vollero essere “utili”, cioè partecipare al riscatto del Paese. Lo stesso ci aspettiamo da voi: in un mondo piene di guerre e di violenza, bisogna prendere posizione a favore della pace. In un Paese in cui si diffonde la corruzione, bisogna prendere posizione, anche nella vita quotidiana, per la correttezza e il rispetto delle leggi. Questo è il significato della cittadinanza “attiva”, questo è il senso della partecipazione.

Siamo in una fase di assenteismo anche dal voto e di distacco anche dalla politica e rispetto alle istituzioni. Non è questo – ha concluso – il Paese a cui pensavano i partigiani e gli stessi Costituenti; ma dobbiamo realizzare quel sogno. E dunque, bisogna farsi parte attiva, avere il coraggio delle scelte, raccogliere l’insegnamento e l’azione dei tanti che si sacrificarono per la nostra libertà e per l’avvento della democrazia”.