Si mobiliterà il 5 luglio, con una doppia iniziativa l’Anpi in Friuli Venezia Giulia con il sostegno dell’Anpi nazionale e regionale. I partigiani di Trieste, con l’adesione di quelli di Pordenone, in presidio, a partire dalle ore 18, al valico di Rabuiese, a Muggia. Un mobilitazione promossa insieme al Consiglio sindacale interregionale Friuli-Venezia Giulia-Slovenia (Cgil, Cisl e Uil e i corrispettivi sindacati sloveni), ai partiti di centro sinistra e all’associazionismo antifascista dei due Paesi “per riaffermare i valori dell’Europa, della libera circolazione, la pacifica convivenza dei popoli”.

Una protesta democratica nel giorno dell’arrivo di Salvini nel capoluogo per la firma di un accordo con l’Ungheria di Orban sul porto di Trieste e di due protocolli su “legalità e rimpatri”. Una risposta agli annunci del ministro dell’Interno e del presidente di Regione, Massimiliano Fedriga, di chiudere la rotta balcanica ai migranti, che peraltro sembrerebbero scegliere altre vie.

“Se le criticità non dovessero essere superate in breve tempo, il Friuli Venezia Giulia valuterà se richiedere al governo la sospensione di Schengen”, ha tuonato qualche tempo fa, il numero uno dell’esecutivo locale, annunciando anche di voler costruire un muro da 243 chilometri per tutelare il confine est. E mercoledì scorso un vertice al Viminale ha stabilito “lo stop agli arrivi con aumento di uomini e mezzi e drastica diminuzione degli immigrati in accoglienza”  si legge nel comunicato del dicastero.

«Il valico di Rabuiese è un luogo simbolico – spiega il presidente dell’Anpi triestina, Fabio Vallon –. Lì 12 anni fa abbiamo salutato la fine dell’innaturale confine che divideva Trieste dal suo retroterra, si riunivano nuovamente gli italiani, gli sloveni e i croati che da sempre vivono in queste terre. Riproporre oggi muri e fili spinato – continua il presidente provinciale dei partigiani – oltre a sancire nei fatti la sconfitta delle politiche repressive nei confronti dei richiedenti asilo messe in pratica dal governo giallo verde, vuol dire far ritornare agli anni più bui del secolo scorso genti che vogliono vivere in pace». Fu a Rabuiese infatti, che nel dicembre del 2007 si ritrovarono centinaia di autorità europee con il presidente della Commissione europea Manuel Barroso a salutare l’ingresso della Slovenia nell’area Schengen.

Gorizia, il punto di confine

Poi alle ore 20 sarà la volta di Gorizia, in piazza Transalpina. Un altro luogo emblematico: dove il presidente della Commissione europea Romano Prodi nella notte del 30 aprile 2004 si incontrò con il primo ministro sloveno.

“Per un No corale e transfrontaliero ai muri, passati, presenti e futuri – illustrano dalla città alle pendici delle Alpi Giulie i promotori, un ampio arco di associazioni, tra cui l’Anpi, partiti e sindacati di entrambi i Paesi –. Un No alle barriere che rinchiudono innanzitutto chi le erige; un No ai progetti che contraddicono con violenza quella stessa idea di Europa grazie alla quale è caduto il confine tra Gorizia e Nova Gorica e azzerano le prospettive sulle quali le comunità locali lavorano da ben prima che la Slovenia entrasse nell’Unione Europea”.

“Condivido totalmente e esprimo il mio pieno appoggio alle manifestazioni unitarie – dichiara la presidente nazionale dei partigiani, Carla Nespolo – a cui parteciperanno l’Anpi di Trieste e di Gorizia, al valico di Rabuiese presso Trieste e alla linea di confine di Gorizia, contro la dichiarata volontà di chiudere i confini e sospendere gli accordi di Schengen prospettata da Salvini e Fedriga. Tornare a parlare di muri e barriere su di un territorio che più di ogni altro ha sofferto terribili lacerazioni e inenarrabili drammi è incomprensibile e sbagliato. Lo è ancora di più alla luce del dichiarato intento di credere di risolvere così il problema dei richiedenti asilo. L’Europa che vogliamo non è quella del filo spinato, ma quella dei ponti e della vicinanza. Così si fa davvero l’interesse nazionale, che è quello della libera circolazione e della pacifica convivenza dei popoli delle terre di confine”.