Il Sacrario di Borgo San Dalmazzo ripulito e restaurato ora riluce nel cielo delle valli alpine

In questi giorni bui, a Borgo San Dalmazzo e nelle valli del cuneese si sogna ancora.

Siamo una piccola sezione che si chiama “Borgo San Dalmazzo e Valli”.

La nostra città è insignita di Medaglia d’Oro al Valore Civile. Nell’immediato secondo dopoguerra, il CNL fece richiesta al Comune di un pezzo di terra all’interno del  cimitero urbano, per erigervi un Sacrario dedicato ai Caduti della Resistenza. L’istanza fu accolta con una delibera a votazione unanime, ed emessa dal sindaco Perona esattamente il 27 gennaio 1946.

Penso fosse il mese di marzo, quando si fecero gli scavi e furono impiegati pale e picconi con una collaborazione tra tutti i partigiani di allora.

Il tempo aveva molto infierito sul Sacrario di Borgo San Dalmazzo

Anno Covid. Il direttivo Anpi Borgo e Valli si riunisce per decidere le iniziative del 25 aprile e le varie attività. Le misure anticontagio non permettono assembramenti, dunque solo una piccola manifestazione potrà ricordare i tanti nostri Caduti.

Ma forse, oggi come ieri, quel luogo sacro della memoria civile può essere un simbolo di ripresa. La sezione decide così di effettuare una manutenzione straordinaria e di riscrivere le lapidi: un lavoro difficile e lungo.

Le infiltrazioni avevano ridotto il Monumento in condizioni molto gravi.

Le infiltrazioni rischiavano di compromettere per sempre il luogo della memoria resistente di Borgo San Dalmazzo e delle Valli del cunnese

E il bianco dell’opera era ormai divenuto nero. La ditta Bottero di Andonno ci propose un prezzo abbordabile per riparare fughe e spaccature. Per la parte esterna ci venne consigliata la ditta Cuneo Marmi di Cuneo, che ci offrì la prima lavatura.

Maddalena Forneris, davanti al Sacrario come è oggi, durante l’intervista di un’emittente televisiva locale. Potete prenderne visione più in basso nell’articolo

Cominciammo a vedere i risultati: era molto emozionante scoprire quante persone, quanti nomi erano incisi sulle lapidi, nomi da molto tempo non ricordati. Rendendoci conto che quelle lastre narrano ciò che il mondo non vuole più sapere: le vite di giovani immolatisi per i valori di libertà e democrazia.

Raccontare le vite di tutti è difficile, ma le loro famiglie con il Sacrario, con quell’ultimo gesto, avevano offerto la foto ricordo più bella.

Si chiede l’autorizzazione al Comune e si cominciano i lavori: in quel momento pensavamo di non farcela con i soli contributi delle tessere, una novantina, niente male tuttavia per una piccola località. Ebbene ci siamo riusciti. Grazie anche a quanti hanno regalato impegno e tempo prezioso per far rivivere il Sacrario partigiano.

Maddalena Forneris, presidente sezione Anpi di Borgo San Dalmazzo (CN), autrice di “Non deve più succedere” e coordinatrice del volume “Desideri di pace”. Fotografie e documenti da lei raccolti sul formidabile partigianato locale sono stati catalogati dal prof. Walter Cesana per il volume “Patrioti del Saven”


Ed ecco il servizio giornalistico che l’emittente televisiva Telegranda ha dedicato al restauro del Sacrario.

https://www.facebook.com/telegranda.televisione/videos/776686786451894/?v=776686786451894

A Borgo la memoria attiva è di casa

Domenica 6 settembre 2020 in tantissimi i borgarini e gli abitanti delle valli che hanno partecipato alla tradizionale marcia al colle di Ciriegia per commemorare gli avvenimenti che accaddero in quei luoghi tra il 9 e il 13 settembre 1943. Le foto dell’evento sono state scattate dal sindaco di Borgo San Dalmazzo, Gian Paolo Beretta.

Questi i fatti ricordati. L’armistizio firmato dall’Italia è stato annunciato solo la sera precedente. La mattina successiva la gente di Borgo San Dalmazzo si sveglia e si trova davanti a una marea umana, persone che hanno valicato a piedi le Alpi, marciando senza sosta: militari della IV armata in ripiegamento dalla Francia a cui si sono uniti circa ottocento ebrei originari da tutta Europa, riusciti a fuggire dal confino coatto di Saint-Martin-Vésubie. Al seguito delle truppe italiane sono arrivati in valle Gesso, attraverso il colle di Finestra e il colle di Ciriegia, nella speranza di sottrarsi alla ferocia assassina nazifascista.

Un altro momento della marcia

Stremati dalla fatica, vi  sono anche bambini di pochi mesi e anziani, li regge in piedi solo la fiducia nella possibile salvezza. La popolazione di Borgo San Dalmazzo e della adiacenti valli si prodiga, li nasconde nelle baite e nelle cascine. Un grande aiuto arriva anche dai sacerdoti don Raimondo Viale e don Francesco Brondello.

L’aspettativa di aver trovato scampo però per la maggior parte di loro si rivela un miraggio. I nazisti che il 12 settembre avevano occupato Cuneo rastrellano la zona. Molti ebrei vengono catturati e il loro destino è segnato. Il 21 novembre 1943 in 349 vengono caricati sui treni: destinazione Auschwitz.

Le foto del sindaco Gian Paolo Beretta documentano un’iniziativa di memoria sempre molto partecipata

Sono quei drammatici eventi, insieme all’eroico impegno della popolazione delle valli intorno a Borgo San Dalmazzo, ad essere ricordato ogni anno nella marcia.