Un momento del presidio perugino con l’intervento della presidente del comitato provinciale Anpi e componente del comitato nazionale dei partigiani, Mari Franceschini

Settantasei anni fa, il 20 giugno 1944, quando il capoluogo dell’Umbria si liberò dall’occupazione nazifascista, i due dipinti con il fascio littorio che sovrastavano, quasi a sorvegliare, lo storico Mercato cittadino, erano stati subito coperti.

Ora l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Romizi, al secondo mandato con una coalizione di centrodestra, ha voluto riportarli alla luce. In molti tra i cittadini non l’hanno presa affatto bene, quei simboli del regime sono una ferita per chi ha a cuore la Costituzione.

Perugia, in centinaia al presidio

E ieri, 28 settembre, davanti al palazzo municipale, sono scesi in piazza in centinaia con i partigiani dell’Anpi, la Cgil, lo Spi Cgil, l’Arci, l’Udi, per citare alcune tra le numerose associazioni, sindacati e partiti riuniti nella rete “Rete 10 dicembre e oltre”.

Naturalmente al Comune si difende l’operazione di recupero in nome della storia, cancellando così d’un colpo la scelta compiuta all’indomani della Liberazione della città. La Rete antifascista non ci sta e ha chiesto all’amministrazione locale, nel rispetto della storia della città e del Paese, “di ricoprire i fasci littori, ripristinando la situazione voluta allora dai nostri concittadini”.

Uno dei due dipinti del Mercato coperto di Perugia riesumati dalla giunta di centrodestra comunale di centrodestra a Perugia

Per di più quei due emblemi si trovano accanto al Grifo, la figura mitologica simbolo di Perugia.

Mentre in Parlamento, Sinistra Italiana ha presentato un’interrogazione, il presidio ha proposto anche di rimuovere dallo spazio pubblico quel “ricordo di un regime alleato del nazismo e nemico delle libertà civili, politiche e sindacali del popolo italiano per consegnarlo a una più congrua fruizione museale”, dove si possa far comprendere quale fu il contesto, criminale, nel quale quelle rappresentazioni vennero realizzate.

Le associazioni democratiche, sindacati e partiti uniti nella “Rete 10 e oltre” chiedono che i due dipinti siano nuovamente coperti oppure siano trasferiti in un museo, affinché i simboli del regime fascista possano essere contestualizzati

La città di Perugia, al pari di altri territori,  pagò un prezzo altissimo alla lotta contro l’occupante. Alle azioni delle brigate partigiane, sabotaggi e distribuzione degli ammassi alimentari alla popolazione, nazisti e repubblichini risposero con rastrellamenti ed eccidi, depredazione e distruzione di case e cascine.