A 100 anni dall’omicidio di due antifascisti, nella località del territorio di Reggio Calabria con la Sezione Anpi di Polistena e il Comune per restituire ai cittadini fatti troppo a lungo dimenticati o celati
Una sala consiliare gremita ha ospitato, in occasione del centenario dell’eccidio dei due antifascisti Vincenzo Cavallaro e Vincenzo Cordiano (6 gennaio 1923), un incontro di riflessione e commemorativo promosso dalla sezione Anpi di Polistena “Teresa Talotta Gullace” e dal Comune di Maropati.
Moderato dal presidente Anpi di Polistena, Francesco Mammola, l’evento ha riportato alla luce un episodio criminale da molti dimenticato o sconosciuto, e ha posto l’accento sull’importanza di lavorare con i giovani attraverso la memoria, la cultura e la storia. Presente all’incontro Elisabetta Tripodi, presidente del Comitato provinciale Reggio Calabria.
«A Maropati i fascisti uccisero i due cugini Vincenzo Cavallaro e Vincenzo Cordiano – ha raccontato Giorgio Castella del comitato direttivo della sezione di Polistena –. I due giovani avevano combattuto nella Prima Guerra mondiale, erano due sopravvissuti. Facevano parte della Lega Proletaria, avevano una visione della vita altruistica. Nel pomeriggio del 6 gennaio 1923, un pomeriggio di festa, davanti alla chiesa Matrice, la Banda del paese inizia a suonare, i fascisti locali interrompono i musicanti e pretendono, impongono loro di suonare “Giovinezza”. Al rifiuto dei musicisti gli animi si accendono. I socialisti della Lega Proletaria accorrono per difendere i musicisti e nel giro di qualche ora i due cugini vengono colpiti a morte.
È importante sottolineare che non si tratta di fatti isolati nel nostro territorio, quello di Reggio Calabria, in quegli anni di tumulti i vari paesini sono stati soggetti a episodi criminali, all’Anpi locale l’arduo compito di riportare questi episodi alla luce.
Il sindaco di Maropati, Rocco Giorgio Ciurleo, ha approfondito nel suo intervento il concetto di libertà ricordando la lotta pensando emblematicamente all’Iran e alle proteste pubbliche di tante ragazze e ragazzi, che da mesi in tutto il Paese affrontano repressione e violenza.
Lo scrittore e vicepresidente della sezione di Delianuova-Gioia Tauro e Rosarno, Antonino Princi, ha contestualizzato i fatti di Maropati nel panorama nazionale e locale di quegli anni dal 1919 in poi, anni di tumulti e inquietudini causati dalla povertà economica conseguente alla fine della Prima guerra mondiale.
«Il Meridione non ha semplicemente dato un contributo alla Resistenza – ha illustrato Mario Vallone, coordinatore regionale Anpi e componente del comitato nazionale dei partigiani – ma ha partecipato alla Resistenza. Nel solo Piemonte sono stati 963 i partigiani calabresi, certificati e riconosciuti, che hanno combattuto. Da non dimenticare poi tutti i combattenti non riconosciuti e il ruolo determinante delle donne che fattivamente hanno lottato per la libertà».
Il lavoro di ricerca non si può fermare. Ancora tanto c’è da fare: dal ruolo delle donne nella lotta al fascismo alla necessità di ricostruire le tante storie del nostro Meridione per ridonare alla comunità calabrese eventi per troppo tempo dimenticati o celati.
Amalia Giordano
Pubblicato lunedì 13 Febbraio 2023
Stampato il 26/09/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/a-maropati-li-uccisero-i-fascisti/
Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Ottant’anni fa l’efferato omicidio dei fratelli Rosselli su ordine dei servizi segreti dell’Italia fascista. La scuola di Gaetano Salvemini ed Ernesto Rossi. L’assassinio di Giacomo Matteotti e Giovanni Amendola. “Non Mollare”, “Il Quarto Stato” e “Socialismo liberale”. Il confino e la guerra di Spagna. La fine a Bagnoles de l’Orne in Bassa Normandia
Al via il pagamento di 5.000 euro introdotto dal governo Meloni che un migrante dovrà sborsare per non essere trattenuto in un Cpr “per rimpatri veloci” durante la valutazione della richiesta di asilo. Un dazio per transitare nel territorio italiano, quasi quasi per essere “in vacanza”, come disse qualcuno anni fa sui confinati del fascismo, che andrà tra le voci in entrata del bilancio finanziario italiano
A colloquio con Mario Bonifacio, partigiano di 95 anni. Un ricordo lucidissimo dei momenti più drammatici seguiti all’armistizio e dei lunghi mesi della Resistenza affidato a un giovane che vuol capire. Un ragionamento che fa luce anche sul presente, sul ritorno della guerra e sulla necessità di costruire una pace vera attraverso il disarmo
Il racconto del colpo di Stato dell’11 settembre 1973 nelle parole della secondogenita del presidente cileno pronunciate a Cuba, in Plaza de la Revolución, davanti a una folla sterminata e al “líder máximo” Fidel Castro. Il giorno del golpe la giovane, incinta di otto mesi, volle essere comunque accanto al padre. Le ultime ore di un uomo che continuò a combattere con le armi in pugno fino alla morte
Nelle settimane successive, in una “nazione allo sbando”, mentre già gli “unni meccanizzati” colpivano con stragi e rappresaglie civili e militari sbandati, non pochi dei quali meridionali, da una coraggiosa disobbedienza di massa nacque la Resistenza. Al Sud come al Nord, le energie migliori decisero di riappropriarsi del loro destino, di battersi per la rinascita del Paese contro gli invasori nazisti e i loro complici fascisti
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