Da più regioni e città il 10 aprile per festeggiare il 77° della cacciata dei nazifascisti grazie ai partigiani della gloriosa Brigata Cremona. Il racconto di una magnifica giornata celebrata nel segno della pace, la prima in presenza dopo la pandemia
Il 10 aprile per ogni alfonsinese ha una luce diversa, un profumo diverso, l’aria è come percorsa da una sorta di elettricità. Risuona ancora il rumore della Liberazione, c’è odore di libertà. Nel cuore di ogni alfonsinese, di quelli che c’erano, di quelli che sono venuti dopo e anche di quelli che tornano in occasione di questo giorno, ogni anno, dal 1945, risuona l’eco della Liberazione.
Di generazione in generazione, rimane traccia della gioia di quel 10 aprile, di quando ci si accorse che i tedeschi non c’erano più e che dall’altro lato del fiume stavano arrivando i soldati della Brigata Cremona.
Alfonsine, infatti, non fu liberata dagli Alleati, ma da quella storica “Cremona” che affonda le radici nella storia d’Italia e che poi, dopo l’armistizio del 1943, aveva deciso di combattere contro il fronte nazifascista, quella di cui faceva parte anche il presidente emerito Anpi, Carlo Smuraglia, che nella nostra terra ha combattuto.
A sinistra, Mari Franceschini, presidente provinciale Anpi Perugia e vicepresidente nazionale Anpi
Settantasette anni dopo, il 10 aprile 2022, gli alfonsinesi si sono nuovamente ritrovati, dopo tre anni di fermo dovuti all’emergenza covid, e hanno vibrato insieme, gioito, ricordato. Perché quando si cammina con il corteo non ci si sente mai soli, con noi camminano i nostri genitori e nonni, le nostre radici. È come se ponessimo un altro tassello per il futuro, perché ogni anno ci si ritrova, insieme, per ricordare e riaffermare i valori e i ricordi che ci hanno cresciuti.
Quest’anno l’emozione è come se si fosse sentita un po’ di più, tutto è sembrato di più ampio respiro. Tanti compagni e amici di tanti paesi, vicini e lontani, sono ritornati dopo tanti anni per festeggiare con noi, nutrendo il nostro cuore con la linfa che solo l’amicizia e la fratellanza possono dare.
Alfonsine ha mostrato le sue grandi braccia capaci di accogliere tanti che condividono i nostri valori e la nostra storia, perché in fondo ognuno ha, dentro di sé, una liberazione da ricordare, ognuno di noi condivide un pezzo di storia, ha radici che affondano nella stessa terra
E il 10 aprile scorso la terra di Alfonsine è stata la terra di Firenze, Siena, Terni, è stata la terra d’Umbria di Mari Franceschini, presidente provinciale Anpi Perugia e vicepresidente nazionale Anpi, è stata una terra nella quale le delegazioni dei partigiani di Chiusi, Signa, Sesto Fiorentino, Umbertide, Castiglioni, San Sepolcro, Terni, Empoli, Conselice, Fusignano, Bagnacavallo, Masiera, Villanova, si sono unite a quella dell’Anpi locale, come se fossero una sola, come se non ci fosse più un discrimine tra ospitanti e ospiti, come se fossimo un organismo unico e potente, in grado di camminare insieme verso obiettivi comuni, quali la pace e la libertà.
Alfonsine ci ha ricordato, ancora una volta, di essere una terra di cui andare fieri. Ma un terreno fertile per germogliare deve ricevere nutrimento, e una fresca acqua di sorgente ha ristorato un terreno reso arido da tre anni di inattività, un’acqua che sgorga da menti giovani e audaci, come quelle di Daphne Di Cinto e Bernard Dika.
Tante nuove idee, da tanti e differenti punti di osservazione, ci hanno invitato a riflettere su temi ai quali non ponevamo abbastanza attenzione, ci hanno posto nuove necessità, per allontanarci dai nostri bisogni, creando delle catene più forti per aiutarci l’un l’altro; ci hanno spinto ad essere curiosi della vita degli altri, per riscoprirci più ricchi, a essere partecipi, agenti della nostra vita e della democrazia nella quale viviamo, che, come ha detto Dika, non è certamente perfetta, ma può certamente essere migliorata.
Questo 10 aprile per gli alfonsinesi è stato un po’ una nuova vita, anzi una vita ritrovata, dopo tre anni, è stato come tornare a respirare di nuovo; eravamo tutti in fermento, con tanta voglia di fare, nonostante il timore che qualcosa non andasse come sperato. Poi, iniziato il corteo, gli sguardi si sono trasformati in sorrisi, perché quando il 10 aprile fa parte di te, quando sei cresciuto in una terra che odora di libertà, partecipare alle celebrazioni è come andare in bicicletta.
Camilla Mancini, sezione Anpi di Alfonsine e componente comitato provinciale Ravenna
foto di Valentina Giunta
Pubblicato giovedì 14 Aprile 2022
Stampato il 30/09/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/alfonsine-ra-il-profumo-della-liberazione-diffusa/
Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Dall’8 al 10 settembre 1943: la cronaca viva e palpitante della reazione all’occupazione tedesca, dai Martiti della Magliana alla battaglia di Porta San Paolo. Dal libro di Cesare De Simone “Roma città prigioniera – I 271 giorni dell’occupazione nazista (8 settembre 1943-4 giugno 1944)” editore Mursia, 1994
Considerazioni al termine di una caotica stagione referendaria. L’ANPI non è l’assalto a se stessa. Non è un’occasione partitica. Non cade nelle trappole della velocità e del deserto. E’ il cuore diffuso e unitario della sua storia. L’ANPI, eccola
Parri la definì la “prima nostra battaglia in campo aperto”, combattuta e vinta da antifascisti, civili, militari, ex prigionieri di guerra alleati fuggiti dai campi di concentramento. Per l’anniversario, intere scolaresche sono salite su quei luogi, tra faggi e querce secolari. Interventi delle istituzioni locali e tante associazioni. A rappresentare l’Anpi nazionale, Tamara Ferretti della segreteria nazionale. E in classe per tutta la settimana, in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale, lezioni di storia della Resistenza
La guerra sembra senza sbocchi. Mentre continua il conflitto sul campo, a livello internazionale quasi nessun Paese (fatta eccezione per la Cina e il Vaticano) sembra intenzionato a lavorare almeno per un cessate il fuoco. Intanto l’Europa si riserva di utilizzare parte dei fondi del Pnrr per finanziare la produzione di nuove armi. La posizione del Governo italiano e delle opposizioni. Come non va il mondo, secondo un ragazzo di 19 anni
Subito dopo il colpo di Stato in Cile, in un’Italia stretta nella morsa di un neofascismo strisciante, trame eversive, servizi segreti deviati e attentati terroristici, il segretario del Partito comunista ri-proponeva una strategia politica per evitare la saldatura tra forze «dal centro all’estrema destra». E il 28 settembre 1973 su “Rinascita” pubblicava “Riflessioni sull’Italia dopo i fatti del Cile”, inaugurando un faticoso dialogo a distanza tra i due maggiori partiti democratici in Parlamento, la Dc e il Pci. Ma dovrà fare i conti con una realtà internazionale che sia in Occidente sia all’Est scoraggerà il suo progetto
Lo storico gruppo musicale popolare presenta una nuova edizione della sua raccolta di canti e musiche dell’antifascismo e della Resistenza. Sono 18 brani, alcuni molto famosi e altri meno conosciuti, ma comunque impressi nella memoria: da Bella Ciao a 8 settembre, da Mamma mi dole a Fischia il vento. Appuntamento venerdì 29 settembre al Teatro Astra di Vicenza
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