“Lasciate perdere, non vi impegnate nella solidarietà con Gaza, tanto non c’è niente da fare”: questo è il messaggio intimidatorio che anche sulle sponde dello Stretto arriva dal governo israeliano. L’Anpi di Messina, di tutta risposta, ha organizzato dal 27 al 29 giugno l’iniziativa “Artisti Solidali con Gaza”. Hanno raccolto l’idea 85 artisti, fra pittori, scultori e fotografi, i quali hanno donato ciascuno una propria opera per una mostra, che è stata un vero successo non solo dal punto di vista artistico. L’obiettivo era quello di raccogliere fondi per l’ospedale che Emergency ha aperto e tiene in funzione a Gaza; appena sarà pronto il rendiconto delle offerte raccolte partirà il contributo per l’organizzazione fondata da Gino Strada e tenuta molto viva a Messina dal gruppo locale.

Al termine della tre giorni della mostra l’Anpi porge un sincero ringraziamento a tutte le persone che hanno dato il loro contributo alla riuscita della manifestazione, un progetto che ha unito sensibilità artistica e impegno civile al fine di sostenere una delle aree più colpite da crisi umanitarie nel mondo. Cosa stia avvenendo nella Striscia di Gaza è sotto gli occhi di tutti: si è aperto un baratro di disumanità. La risposta della società civile messinese ha rappresentato un momento di solidarietà concreta. L’iniziativa dell’Anpi e di Emergency si è posta come un segnale di vicinanza e sostegno concreto.

La mostra “Artisti Solidali con Gaza” è stata concepita non solo come un gesto umanitario, ma anche come un atto di denuncia verso l’inerzia delle istituzioni europee e la diplomazia occidentale. Attraverso l’arte, si è voluto dar voce a un sentimento di indignazione e dolore condiviso da molti. Il successo dell’iniziativa è stato reso possibile grazie alla generosità e all’impegno di numerosi protagonisti. Non solo gli 85 artisti che hanno donato le loro opere, dimostrando una straordinaria sensibilità, ma anche i soci della Galleria Spazioquattro, che hanno messo a disposizione il loro spazio espositivo e la loro esperienza e professionalità. Un ruolo importante è stato svolto anche dalla stampa locale, che ha dato visibilità all’evento, sensibilizzando la comunità e favorendo la partecipazione. Senza questa rete di collaborazione, l’ottimo risultato ottenuto non sarebbe stato possibile. La somma raccolta attraverso la vendita delle opere è stata interamente destinata al sostegno della clinica gestita da Emergency nella Striscia di Gaza. Il contributo economico, per quanto modesto rispetto alla vastità del problema, costituisce un aiuto concreto per garantire cure mediche essenziali a una popolazione in grave difficoltà.

L’iniziativa “Artisti Solidali con Gaza” ci ricorda che anche i piccoli gesti possono fare la differenza. “Quando mi sembrava di essere sul punto di perdere ogni speranza, sono stata invitata all’inaugurazione della mostra e oggi non posso far altro che ringraziare tutti quelli che si sono impegnati in quest’iniziativa”: l’intervento di Hana Barqawi, architetta palestinese adesso operante a Messina, è stato interrotto più volte dagli applausi e dagli abbracci dei presenti. La solidarietà non può sostituire del tutto l’assenza di una politica internazionale di pace, ma sicuramente è il mezzo più efficace per poter dire “Restiamo umani”. E l’arte in questo senso, si conferma strumento potente per sensibilizzare le coscienze e promuovere il cambiamento.

Sabato 28 giugno, nel pomeriggio e sfidando un caldo asfissiante, da piazza Francesco Lo Sardo (martire messinese del fascismo) si è mosso un corteo formato da oltre mille persone. Promossa dal Coordinamento Messina-Palestina, con la partecipazione di diverse organizzazioni fra cui l’Anpi, la manifestazione ha avuto un solo e unitario obiettivo: “Stop al genocidio”. “Free, free Palestine” è stato gridato da tutti i partecipanti per le vie della città.

Significativa è stata la sosta davanti all’Università: qui è stata ricordata la proposta avanzata tempo fa dall’Udu, Unione degli Universitari, di interrompere qualsiasi rapporto dell’Ateneo messinese con le Università israeliane. L’intreccio letale fra ricerca cosiddetta “civile” e sua destinazione bellica è ormai palese e gli universitari messinesi, ricercatori e studenti, non vogliono più essere complici del genocidio e della “pulizia etnica”, condotti dall’establishment israeliano in maniera “scientifica”.

“Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni” sono un passaggio concreto per i diritti del popolo palestinese: lo ha ricordato Carmelo Chitè del Coordinamento Messina-Palestina in un suo intervento. Lo hanno promosso tanti giovani con un volantinaggio, indicando come obiettivi prioritari i boicottaggi di “Carrefour”, partner di imprese israeliane attive nelle colonie illegali; di “Teva”, azienda israeliana di farmaci generici presenti in Italia; di Intel, HP, Siemens, che forniscono beni e servizi di tecnologia al governo, all’esercito, alle carceri e alla polizia israeliani.

“Die in” dei ragazzi nella centralissima piazza Cairoli e collegamenti con corrispondenti gazawi in piazza Unione Europea hanno concluso la manifestazione. Qualcosa si può fare per Gaza.

Giuseppe Restifo, vicepresidente Anpi provinciale Messina