“Difendiamo i nostri studenti. Difendiamo la nostra scuola”. Il Primo Liceo Artistico di Torino ha voluto dare una chiara risposta al gruppo di Gioventù Nazionale, organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, che ieri mattina è stata protagonista di un volantinaggio accolto dagli studenti con l’urlo: “Fuori i fascisti dalla scuola”.
La canzone di Gianni Morandi contro la Guerra del Vietnam, “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling stones”, è stata intonata stamattina da una catena umana di studenti e insegnanti del Primo Liceo Artistico che prima della campanella per entrare in classe hanno voluto manifestare “profondo sdegno” per quanto successo ieri mattina davanti ai cancelli della loro scuola, ma anche per segnalare preoccupazione per il modo in cui, quella vissuta come una vera e propria provocazione, sia stata poi riportata da alcuni organi di stampa come l’intolleranza di studenti violenti che “con urla, insulti e atteggiamenti intimidatori si sarebbero scagliati contro i pacifici militanti di destra” impegnati solo a “promuovere valori di legalità, responsabilità e rispetto”.
Ieri mattina, a quanto si può vedere da alcuni video in nostro possesso, una ventina di persone all’apparenza non proprio adolescenti, sono arrivate davanti al cancello d’entrata del Primo Liceo Artistico, fra i primi ad aver attuato, lo scorso mese, una pacifica e simbolica occupazione in sostegno della Flotilla.
“È sconcertante — dice C. D. giovane insegnante del Primo — che si cerchi di stuzzicare gli studenti di una scuola tranquilla, multietnica e aperta ad ogni genere di cultura. Ma, sottolinea, la cosa risulta essere una inaccettabile provocazione se si pensa che è stata attuata nei confronti dei ragazzini minorenni”.

V.I. è un insegnate di lungo corso all’interno dell’Istituto: “Ieri mattina sono venuti qua a provocare proprio perché volevano una reazione da utilizzare sui loro siti. Non mi sarei mai aspettato di vedere queste cose davanti a una scuola. È triste poi che anche importanti giornali abbiano ripreso acriticamente una notizia che faceva passare da vittime i provocatori. Io — dice sconsolato — sto vivendo in prima persona cose che finora avevo letto solo sui libri di storia”.
Ed ecco cosa ci hanno raccontato due studentesse del Primo.
Sono arrivati davanti alla scuola durante l’entrata, dalle 8 alle 8,20 circa. Era un gruppo di persone, grandi ci sono sembrati, molto più grandi di noi, erano di Gioventù Nazionale, ed erano venuti per fare volantinaggio contro la cultura maranza nelle scuole, proclamando di voler fare interventi nelle scuole. Hanno bloccato l’entrata agli studenti e obbligato qualcuno di noi ragazzi a prendere questi volantini con molta aggressività.
Vi siete spaventate?
Noi ci siamo sentiti attaccati, come se cercassero di appropriarsi, cioè di imporci, il loro pensiero politico e di come dovremmo comportarci rispetto ai vari tipi di ‘sottoculture’ che ci sono durante l’adolescenza. Noi non discriminiamo a seconda di come ti vesti ma per come ti comporti, siamo per un pensiero libero. E che vengano a bloccare l’entrata a scuola è inammissibile”.
Quanti erano?
Circa una ventina, tutti più grandi di noi, e va detto che hanno alzato le mani principalmente sulle ragazze. Una nostra compagna è finita in ospedale perché le hanno riaperto una ferita e un’altra si è slogata una caviglia perché l’hanno spintonata dato che lei non voleva prendere il volantino. Questa si chiama violenza. Dicevano di essere “femministi”, eppure a farsi male sono state solo delle ragazze.
Gioventù nazionale ha sostenuto di essere stata minacciata.
Non ci sono state realmente risposte violente da parte nostra, ci sono stati dei cori contro di loro, “Fuori i fascisti dalle scuole”, e loro ripetevano che il fascismo non esiste. Non li volevamo lì davanti alla nostra scuola, non volevamo che quel messaggio discriminatorio e razzista arrivasse a persone che comunque sono nostri compagni, nostri coetanei. Fra gli esterni arrivati c’era pure una persona che si è qualificata come pubblico ufficiale, ci ha mostrato un distintivo ma non abbiamo modo di vederlo bene, si è messo a filmare le nostre aggressioni verbali in risposta alle loro aggressioni fisiche. In verità ci sembra strano che un rappresentante dell’ordine pubblico si comporti in questo modo. Nella nostra scuola non ci sono affatto movimenti politici a rappresentanza della scuola stessa, come loro sostengono, e anche ieri mattina c’erano solo semplici studenti e studentesse.
Siete andati ad avvisare la preside?
Sì, è venuto fuori il vicepreside, e gli ha risposto. Ma loro hanno manipolato tutto quello che è stato detto, in più hanno filmato, qualcuno anche con una Gopro, lui e moltissimi minorenni senza consenso, e li hanno inseriti in uno dei video che hanno postato sulla loro pagina Instagram, assieme a tanti spezzoni di video in cui noi dicevamo che non li volevamo qua, anche usando parolacce, un linguaggio colorito. Quindi forse proprio per questo si sono presi il diritto di appiopparci sui loro social degli appellativi non veritieri. Nella nostra scuola c’è semplicemente il diritto di pensare e di scegliere.
Era la prima volta di un volantinaggio di GN davanti la vostra scuola?
Sui giornali abbiamo letto che ci hanno scelto perché a Torino siamo stati i primi tra gli istituti a mobilitarci per Gaza, contro il genocidio. Erano venute in passato a volantinare davanti scuola altre realtà, e di varie appartenenze, e non puoi impedire un volantinaggio, ma era la prima volta di Gioventù nazionale e mai era mai successo che ci impedissero di entrare.
Se ne sono andati tranquillamente alla fine?
Hanno detto che sarebbero tornati. E prima di allontanarsi hanno staccato degli sticker. Pure questo hanno manipolato sui social, accusandoci quasi di scempio per aver appiccicato degli sticker sui cartelli o sul bidone dell’immondizia.
I professori hanno manifestato sostegno alle vostre ragioni.
Si sono organizzati per supportarci. L’hanno proprio specificato: “Noi siamo dalla vostra parte e vogliamo supportarvi”. In qualunque caso, la risposta della scuola possiamo assicurare che è e sarà pacifica. A partire da tutti gli studenti fino ai professori di italiano, di storia, delle varie attività, fino alla presidenza. Sosteniamo insieme un pensiero libero, con i docenti concordiamo di essere stati attaccati ma non abbiamo intenzione di rispondere con la violenza, saremo uniti e ribadiremo con tutti i cori che saremo in grado di fare che noi non li accettiamo intorno alla nostra scuola con questo tipo di violenza. Noi rifiutiamo la violenza, noi ci riconosciamo nella Costituzione.
Pubblicato venerdì 17 Ottobre 2025
Stampato il 01/11/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/blitz-e-spintoni-di-gioventu-nazionale-davanti-a-un-liceo-torinese-ma-la-scuola-prof-dirigenti-studenti-non-ci-sta/



